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I MARTEDI’ CRITICI – Jannis Kounellis

JANNIS KOUNELLIS

21 maggio 2013, ore 20.00

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Laura Lionetti e Eleonora Aliano

 

Il sesto appuntamento dei «Martedì Critici» al Chiostro del Bramante di Roma vede protagonista Jannis Kounellis, uno dei maggiori artisti internazionali degli ultimi sessant’anni. Di origini greche, Kounellis approda in Italia agli inizi del 1956, Paese che non abbandonerà mai più per il resto della sua vita, divenendo di fatto, la sua seconda patria. La sua formazione artistica avviene nella Capitale dove partecipa, insieme ad artisti quali Schifano, Ceroli, Mauri, Lo Savio, Uncini, Pascali, Mambor, Festa, Angeli, Fioroni e altri ancora, al clima di rinnovamento dell’arte contemporanea italiana degli anni Sessanta all’interno del gruppo romano della Scuola di Piazza del Popolo. Dopo aver esaurito l’esperienza informale attraverso composizioni di “rotelliana” memoria, realizzate a partire da giornali macerati riportati poi su tela, agli inizi degli anni Sessanta dà avvio alla stagione degli «Alfabeti», praticando una destrutturazione del codice convenzionale della segnaletica stradale inserendo frammenti di lettere, spezzoni di frecce e numeri in bianco e nero all’interno di tele e carte.  A partire dal ’66, approda a un lessico di natura neo-dada, fondato sul prelievo dalla realtà di oggetti e materie naturali: carbone, cotone, lana, granaglie, sacchi di juta, campane, brande, scarpe, cappotti e il fuoco di fiamme ossidriche o lampade a petrolio assurgono a vocabolario concreto e simbolico di un’arte vissuta come presenza gravida di suggestioni antiche.  Con Kounellis si può dire che l’arte ritorna al mito dell’esistenza pre-industriale, recuperando tutti quegli elementi che avevano caratterizzato le civiltà arcaiche e rurali e restituendone la memoria del loro antico valore d’uso. Dalla fucina di Vulcano, Kounellis “ruberà” il fuoco della “Margherita” e il carbone, dal mondo contadino i sacchi di juta, la lana, i grani e i semi, e perfino i cavalli che sosteranno per qualche ora nel garage -galleria L’Attico di Fabio Sargentini nel 1969. Antesignano dell’Arte Povera, entrerà a far parte della compagine teorizzata da Germano Celant e del circuito dell’arte contemporanea mondiale.

Suoi grandi punti di riferimento sono tutt’ora Pollock (ammirato sin dalla mostra alla Gnam del ’58), per aver indicato, con la pittura, l’uscita dal quadro, e Masaccio, per aver fissato quei punti fermi dell’idea di immagine che alimenta l’arte fino a Kounellis, fino a noi. Kounellis si definisce infatti «pittore», considerando l’arte tutta un problema di costruzione ideale di immagini.

Nato al Pireo nel 1936, Jannis Kounellis lascia la Grecia per Roma il giorno di capodanno del 1956. Nel 1960, ancora studente all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove, assieme all’amico Pascali, è allievo di Toti Scialoja, tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Vi esporrà ancora nel ’64 e ’66, per passare poi all’Attico di Fabio Sargentini, con mostre nel ’67, ’69, ’71, ’74 e ’76. Seguiranno mostre da Sperone, a La Salita, da Lucio Amelio, da Christian Stein, da Mario Pieroni e da Pio Monti, e poi in tutto il mondo: Sonnabend, Konrad Fischer, Folker Skulima, Annemarie Verna, ecc.  Al 1972 data la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia, dove tornerà in seguito ad esporre in altre sette edizioni. Nello stesso anno è invitato anche a Documenta a Kassel, dove tornerà nel 1982. Nel 1977 tiene la prima grande mostra monografica al Museo Boymans Van Beuningen di Rotterdam, seguita da numerosissime altre esposizioni personali e antologiche (di cui una nutrita serie negli anni Ottanta, a cura di Rudi Fuchs) tra le quali si può ricordare la grande mostra al Museum of Contemporary Art di Chicago (1986), trasferitasi poi al Musée d’Art Contermporain di Montreal, la grande installazione all’interno di una nave da disarrmo nel porto del Pireo nel 1994, le grandi mostre al Centro Reina Sofia di Madrid nel 1996 e al Museum Ludwig Kelk di Colonia nel 1997. Nel 2002 ha tenuto la grande mostra «Atto unico» alla Gnam di Roma e nello stesso anno espone anche al Museo Pecci di Prato e allo Stedelijik Museum di Gent.

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I Martedì Critici – Luce Monachesi

Alessandra e Valentina Bonomo
26 febbraio 2019 ore 19.00
Visionarea Art Space
a cura di Alberto Dambruoso e Lorenzo Canova

Martedì 26 febbraio ha avuto luogo il settimo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al nono anno di attività.
Tale format si colloca nel più ampio progetto Visionarea Art Space, incubatore di idee che propone e promuove progetti di artisti contemporanei nazionali e internazionali, e che si avvale fin dalla prima edizione del fondamentale sostegno del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele e della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di cui il Prof. Emanuele è il Presidente.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diverse sedi, a cominciare dal Visionarea Art Space di Roma.
Il tema comune del primo ciclo di incontri stagionali sarà “il Mediterraneo”, simbolo di culture antiche e moderne, luogo di incontri e scambi, spazio di conquiste, scoperte e conoscenza. Un Mare attorno al quale sono nate e cresciute alcune tra le più importanti civiltà dell’occidente e dell’oriente di questa parte di mondo, e si sono sviluppate le caratteristiche, uniche e peculiari, delle popolazioni che l’hanno vissuto e navigato. Maestri di chiara fama ed emergenti dal riconosciuto valore professionale saranno invitati presso il Visionarea Art Space per discutere della propria arte, di significati e poetiche, ma anche di una cultura comune, quella di area mediterranea appunto, che ha influenzato e caratterizzato nei secoli la produzione artistica e culturale delle nostre terre.

Ospite del settimo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» sarà Luce Monachesi.

Figlia di Sante Monachesi, pittore, scultore, pensatore e teorizzatore, artista di riconosciuta fama, e di Parisella, valente incisore, Luce Monachesi è cresciuta, sin dalla tenera età, a contatto con il mondo dell’arte e con i tanti artisti che quotidianamente frequentavano la sua casa di San Lorenzo in Lucina. Dopo qualche anno di tranquilla infanzia marchigiana, in compagnia della nonna e della zia paterna, Luce e la sorella Donatella Monachesi vengono catapultate nella frenetica vita familiare romana, fatta di lezioni di storia dell’arte a colazione, pranzi con gli studenti delle Accademie di Belle Arti di tutto il mondo, tavole imbandite per cena, che intrattenevano il padre e gli amici artisti, tra cui Mafai, Trombadori, Donghi, Turcato, Bartolini, Rotella, sempre impegnati in appassionate conversazioni.

Tra Michelangelo e Boccioni, le Madonne di Raffaello, il futurismo, la pittura, la scultura e i movimenti artistici fondati da suo padre nel corso degli anni, Luce Monachesi cresce ereditando la fantasia dalla sua famiglia e la capacità di guardare, comprendere e comunicare il senso della bellezza e della creatività.

Laureandosi in Scienze Politiche, appassionandosi alla letteratura e allo studio delle lingue, Luce Monachesi tenta inizialmente di sfuggire al proprio destino nel mondo dell’arte, ma ben presto, su richiesta del padre, è costretta a fondare, in quegli spazi che erano stati la sede della redazione della rivista “Portonovo”, la Galleria del Cortile. Su quella strada, imboccata dietro il suggerimento paterno, con il compromesso di guardare soltanto ai giovani artisti della sua stessa generazione, Luce Monachesi resterà per il resto della vita, comprendendo il grande privilegio di appartenere al mondo dell’arte. Ancora una volta quel padre gigante, dai grandi baffi, l’aveva guidata nella giusta direzione. Determinata a voler seguire il suo sogno delle lingue e della scrittura, Luce Monachesi continuerà comunque, parallelamente all’attività di gallerista, a lavorare come insegnante di inglese e come giornalista, riuscendo, con tenacia e grande forza di volontà, a portare avanti brillantemente ognuno di questi impegni.

Nel 1966, Luce Monachesi fonda, quindi, la Galleria del Cortile – Archivio Sante Monachesi associazione culturale, per occuparsi di arte contemporanea, per dedicarsi alla valorizzazione di artisti di riconosciuta fama e per sostenere il lavoro di giovani artisti emergenti. Da quel momento in poi, la Galleria rappresenterà per Roma uno spazio di ricerca, un luogo di confronto tra l’arte italiana e quella del resto del mondo.

Espongono in Galleria i maggiori rappresentanti dell’arte concettuale e dell’arte povera: da Alighiero Boetti ad Emilio Prini, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Pistoletto, Vettor Pisani. Tra le mostre più significative si ricordano quelle dedicate a Max Bill, Ryman, Kosuth, Mochetti; tante le mostre collettive con opere di Daniel Buren, Robert Barry, Gilbert & George, Bruce Naumann, Lawrence Weiner, William Wegman, John Baldessari. Tra gli anni ’80 e ’90, la galleria ospita mostre di Luca Patella, Cloti Ricciardi, Felice Levini, Enzo Cucchi, Marlene Dumas, Joseph Beuys.
Nel 1996, in occasione dei trent’anni della Galleria del Cortile, Luce Monachesi presenta la mostra: “Mamma & Papà. Opere di Monachesi e Parisella”, per rendere omaggio ai suoi genitori artisti, con un’esposizione delle sculture in perspex del padre e delle acqueforti della madre.

Nel 2010, la Galleria del Cortile organizza, presso il Museo della Fondazione Roma, la mostra Sante Monachesi (1910-1991), che ripercorre, attraverso una selezione di circa cento opere tra dipinti e sculture, il variegato percorso creativo di Sante Monachesi, mettendo in evidenza i momenti più originali della sua arte e soprattutto la sua attenzione ai materiali frutto delle nuove tecnologie industriali.

Nel 2015, durante l’Anno Internazionale della Luce, iniziativa promossa dalle Nazioni Unite, Luce Monachesi organizza nella Galleria del Cortile la mostra “Illuminare il Pensiero”, invitando ad esporre Giovanni Albanese, Matteo Basilé, Camilla de Martino, Baldo Diodato, Lorenzo Fanfani, Joseph Kosuth, Felice Levini e H.H. Lim.

La galleria si occupa anche di mostre fotografiche, e ospita negli anni, tra gli altri, le opere di Elisabetta Catalano, Gianfranco Gorgoni, Alberto Orsini, Teresa Emanuele, Laurent Elie Badessi.
Nel 2017, Luce Monachesi presenta “Uomini ‘73”, remake della prima mostra dedicata a Elisabetta Catalano nel 1973, raccogliendo le stesse foto, esposte sempre nella Galleria del Cortile. A più di quarant’anni di distanza, in quello stesso spazio, su quelle stesse pareti, ritornano quegli stessi ritratti, quei personaggi rimasti vivi nel nostro presente, tra i quali Gino De Dominicis, Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Fabio Mauri, Vettor Pisani, Maurizio Mochetti, Jannis Kounellis.

Negli anni, Luce Monachesi cura numerose mostre all’estero, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, le Ambasciate e gli Istituti di Cultura Italiana (Città del Messico, Rio de Janeiro, Pechino, Corea del sud, Caracas, New York, Stoccolma, Francoforte e Kassel), in musei e luoghi istituzionali. Nel 1986, Luce Monachesi organizza la prima mostra italiana in Cina, a Pechino, in un percorso espositivo che racconta l’arte italiana da De Chirico a Maurizio Mochetti; nel 2012, cura la sua ultima mostra all’estero, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Canberra e l’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne, l’esposizione porta in Australia alcune tra le più belle e interessanti opere scultoree in perspex di Sante Monachesi.

Da diversi anni, la figlia Mirtilla Rolandi Ricci, laureata in Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, supporta la madre Luce Monachesi nella curatela delle mostre, con uno sguardo sempre vigile alla scoperta degli artisti del “Terzo Millennio”.

Luce Monachesi è fondatrice e unica titolare dell’Archivio Sante Monachesi.

Nel 2017, è vincitrice del premio Arte Sostantivo Femminile, assegnato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma a otto donne impegnate nel mondo dell’arte e della cultura.

Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui l’Europeo e la Repubblica. Attualmente collabora con la rivista Myrrha.

Presso la Galleria del Cortile è in corso la mostra “Temi Preferiti”, con opere inedite di Sante Monachesi. L’esposizione sarà visitabile fino al 3 marzo 2019.

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I Martedì Critici – Alessandra e Valentina Bonomo

Alessandra e Valentina Bonomo
12 febbraio 2019 ore 19.00
Visionarea Art Space
a cura di Alberto Dambruoso e Sara De Chiara

Martedì 12 febbraio 2019, h. 19.00
Visionarea Art Space Roma

Ospiti:
Alessandra e Valentina Bonomo

Martedì 12 febbraio avrà luogo il sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al nono anno di attività.

Tale format si colloca nel più ampio progetto Visionarea Art Space, incubatore di idee che propone e promuove progetti di artisti contemporanei nazionali e internazionali, e che si avvale fin dalla prima edizione del fondamentale sostegno del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele e della Fondazione Cultura e Arte, emanazione diretta della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di cui il Prof. Emanuele è il Presidente.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diverse sedi, a cominciare dal Visionarea Art Space di Roma.
Il tema comune del primo ciclo di incontri stagionali sarà “il Mediterraneo”, simbolo di culture antiche e moderne, luogo di incontri e scambi, spazio di conquiste, scoperte e conoscenza. Un Mare attorno al quale sono nate e cresciute alcune tra le più importanti civiltà dell’occidente e dell’oriente di questa parte di mondo, e si sono sviluppate le caratteristiche, uniche e peculiari, delle popolazioni che l’hanno vissuto e navigato. Maestri di chiara fama ed emergenti dal riconosciuto valore professionale saranno invitati presso il Visionarea Art Space per discutere della propria arte, di significati e poetiche, ma anche di una cultura comune, quella di area mediterranea appunto, che ha influenzato e caratterizzato nei secoli la produzione artistica e culturale delle nostre terre.

Ospiti del sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» saranno Alessandra e Valentina Bonomo.

Galleriste a Roma, con tenacia, personalità e competenza, Alessandra e Valentina Bonomo seguono le orme di famiglia, ricalcando il percorso del padre, appassionato collezionista, ma soprattutto della madre, figura centrale dell’arte contemporanea italiana. Marilena Bonomo, storica e coraggiosa gallerista, sin dagli anni Settanta, ha saputo portare a Bari movimenti e artisti internazionali, trasformando l’ambiente tradizionale e statico della città in una piazza importante dell’avanguardia artistica.

Cresciute, sin dai primi anni di vita, a stretto contatto con il mondo dell’arte e con gli artisti che abitualmente frequentavano la loro casa pugliese, Alessandra e Valentina hanno conosciuto e compreso il lavoro di gallerista attraverso l’ambiente familiare ancora prima che sul campo, osservando la cura, l’attenzione, la sensibilità con cui Marilena Bonomo si dedicava agli artisti, l’impegno nel ricercare prima di tutto il rapporto umano e solo dopo il successo di mercato. Apprezzata da tutto il panorama artistico per la determinazione con cui portò avanti la sua galleria in un luogo apparentemente marginale per il sistema dell’arte e per la sua capacità di coinvolgere il territorio, arricchendolo culturalmente e valorizzandolo attraverso il passaggio di artisti internazionali e attraverso le loro donazioni, Marilena Bonomo ha saputo trasmettere alle sue figlie la vocazione e la passione per questa attività e guidarle nella ricerca della propria identità di galleriste.

Alessandra Bonomo apre il suo primo spazio a Roma, a Trastevere, nel 1986, per dedicarsi alla valorizzazione di artisti di riconosciuta fama e alla promozione di artisti emergenti o poco noti al pubblico italiano. La Galleria inaugura con una mostra di Mario Schifano, seguita dalla prima mostra personale di Alessandro Twombly e da Alighiero Boetti. Da quel momento in poi all’interno dello spazio espongono artisti come Pat Steir, Sol LeWitt, David Tremlett, Nunzio, Luigi Ontani, Joseph Beuys, Fischli & Weiss, Peter Schuyff, Ugo Rondinone, Hiroshi Sugimoto, Shirin Neshat, Douglas Gordon, Richard Tuttle e molti altri.
Apre un nuovo spazio accanto alla galleria nel 1991 con la mostra “Roma d’Oriente”, in cui artisti, architetti e decoratori collaborano all’allestimento, ricreando in ogni stanza l’atmosfera di un paese orientale.

Dal 1978 al 1985, Valentina decide invece di investire nell’attività di famiglia e di lavorare nella galleria della madre Marilena Bonomo. Negli anni successivi, si muove tra New York e Amsterdam, collaborando con la galleria Michael Klein Inc.

Agli inizi degli anni Novanta, le due sorelle si ricongiungono a Roma, nello spazio aperto da Alessandra: alle gestione della fondatrice si aggiunge il lavoro di Valentina, che da quel momento in poi darà un contributo significativo all’organizzazione delle mostre della galleria: tra le prime, quella dedicata a Shirin Neshat. Nel 2002, lo spazio in Trastevere termina il suo ciclo e Alessandra e Valentina Bonomo decidono di aprire due gallerie distinte.

In quello stesso anno, Alessandra si sposta a via del Gesù, tra il Pantheon e piazza Venezia, e continua a lavorare con artisti internazionali di nuova generazione, come Lida Abdul, Barry McGee, Clare Rojas, Adam McEwen, Marc Quinn, Joan Jonas, Hamish Fulton, Elger Esser, avviando collaborazioni proficue con critici come Mariuccia Casadio, Achille Bonito Oliva e Vincent Katz.
La galleria, inoltre, si dedica con interesse alla fotografia ed è attenta ai nuovi tipi di espressione artistica e alle nuove tendenze internazionali. Alessandra Bonomo, con costanza e passione, studia e promuove il futuro della giovane arte italiana, da diversi anni si impegna a sostenere artisti emergenti, attraverso esposizioni personali e collettive, premiando le attività di ricerca e di sperimentazione.

Contemporaneamente, nel 2002, Valentina Bonomo inaugura la sua nuova sede di via del Portico d’Ottavia a Roma. Nella sua galleria si sono susseguite le mostre di artisti italiani e stranieri di fama internazionale, come Liliana Moro, Enzo Cucchi, Brian McKee, Mimmo Paladino, Sol LeWitt, Jannis Kounellis, Nunzio, Brian Eno. All’attività di gallerista, Valentina Bonomo ha associato da sempre l’attività di curatrice indipendente, dedicandosi all’organizzazione di mostre museali, tra le quali “Minimalia”, a cura di Achille Bonito Oliva, nelle edizioni del 1997, 1998 e 1999; “Transavanguardia Italiana”, nell’edizione del 2000 e 2002; “Sol Lewitt – Wall Drawings”, nel Palazzo delle Esposizioni a Roma.
La Galleria è inoltre impegnata nella realizzazione di progetti destinati alle istituzioni museali, come “Opera per l’Ara Pacis”, con Brian Eno e Mimmo Paladino, nel Museo dell’Ara Pacis di Roma, “Mimmo Paladino nella sala dei Cavalli”, a Palazzo Te a Mantova, “Light Music”, dedicata a Brian Eno, nel Castello di Trani.
Nel 2010, Valentina Bonomo fonda l’Associazione Artughet, formata dalle gallerie che risiedono nel Ghetto ebraico con l’intento di accrescere la sensibilità per la cultura del contemporaneo partendo dal contesto locale. Nel 2012 è stata invitata come commissario straordinario dall’Ambasciata Italiana del Bangladesh in occasione della 15° Biennale del Bangladesh a Dhaka.

La Galleria Alessandra Bonomo attualmente ospita la mostra di Elger Esser, che resterà visitabile fino al 20 Febbraio 2019. Subito dopo inaugurerà la mostra di Josè Angelino, un giovane artista siciliano che lavora con la galleria dal 2015.

La Galleria Valentina Bonomo inaugurerà la mostra personale “Sentiments océaniques” di Caroline Halley des Fontaines, a cura di Nicole Mathysen-Gerst, il 15 febbraio 2019.

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I Martedì Critici – MARKUS REDL

MARKUS REDL
15 maggio 2018, ore 19.00
Art Forum Würth Capena
a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

L’Art Forum Würth Capena è lieto di tornare ad ospitare presso la propria sede un nuovo appuntamento de “I Martedì critici”, progetto culturale nato nel 2010 da un’idea del critico d’arte Alberto Dambruoso, e che si propone di far incontrare e conoscere ad un ampio pubblico i protagonisti della scena artistica contemporanea.
Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti dialogheranno questa volta con Markus Redl, presente nella mostra collettiva in corso all’Art Forum Würth Capena “A.E.I.O.U. Da Klimt a Hausner a Wurm-L’arte austriaca nella Collezione Würth”, con l’opera “Stein 68 (Kurt)/ Pietra 68 (Kurt)” del 2007, e tra i più interessanti esponenti dell’attuale panorama artistico austriaco.
L’opera di Markus Redl (1977) comprende sculture – in pietra, marmo, legno e metallo – e disegni. Allievo di Erwin Wurm all’Università di Arti Applicate a Vienna, dal 2004 l’artista ha dato vita ad un corpus di lavori che sfuggono ad una facile classificazione nella presente pluralità dei media della scultura.
Il concetto di scultura di Redl è classico in termini di tecnica e materiali (con una predilezione per il bianco e prezioso marmo di Carrara), ma la solennità e atemporalità, storicamente legate alla scultura in pietra, convivono, in apparente contraddizione, con l’attualità dei temi trattati. Anti-eroi, anti-idoli, archetipi, personaggi per nulla idealizzati – come la nonna dell’artista oppure un senzatetto – provocano il pubblico e lo inducono a riflettere. L’umorismo, componente essenziale del suo lavoro, accompagna il processo artistico e contribuisce a mitigare il pathos insito nel materiale impiegato.
Dal 2004 Redl inizia a lavorare ad una “biblioteca di pietre” e non è insolito che sulle sue sculture siano incise parole o frasi, a mo’ di commenti personali. I titoli delle opere (sempre numerate) sono accompagnati da note a piè di pagina, con riferimenti filosofici e letterari, spesso tratti dalle letture fatte durante l’esecuzione del pezzo. Vengono così uniti diversi livelli comunicativi, ma in modo tale che, in questo gioco di rimandi, la scultura non parli da sola, così come non parlano da sole le citazioni testuali.
La rappresentazione, che si muove tra realismo e surrealismo, provoca e sconcerta il pubblico. Quando vi sono persone raffigurate – in corpi interi, frammentati o in enigmatiche combinazioni con altri elementi – esse esprimono un aspetto della condizione umana che può essere inteso come attuale e insieme situazione archetipica e senza tempo dell’esistenza umana.
Il lavoro di Markus Redl comprende anche serie di disegni, per lo più ad inchiostro, con una loro autonomia espressiva, non legati quindi alla preparazione delle sculture. Il tratto è rigoroso e preciso e anche qui testi ed immagini si combinano evocando tavole enciclopediche oppure emblemi ed allegorie, dove possono comparire simboli legati alle diverse religioni.
Markus Redl vive e lavora a Vienna e Carrara.
Tra i suoi ultimi progetti, una scultura per la collezione Würth, “Stone 146 – “Blickfelderweiterung/360°” dove compaiono i ritratti di Reinhold e Carmen Würth.

Dal loro primo anno di attività, nel 2010, i “Martedì Critici” hanno incontrato centinaia di artisti, tra cui Joeph Kosuth, Jannis Kounellis e Adrian Paci, galleristi storici quali Fabio Sargentini e Lia Rumma e storici dell’arte di chiara fama come ad esempio Maurizio Calvesi e Lorenza Trucchi. Svoltisi inizialmente nella casa-studio romana del fondatore Alberto Dambruoso, gli incontri critici sono stati ospitati nelle edizioni successive da alcune istituzioni culturali presenti a Roma, come ad esempio dalla Reale Accademia di Spagna presso il Chiostro del Bramante e dall’Accademia di Belle Arti e dai principali musei d’arte contemporanea italiani, tra i quali i Musei Maxxi e Macro di Roma, il Museo Pecci di Milano e i Musei Madre e Pan di Napoli.

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I Martedì Critici – DANILO ECCHER

DANILO ECCHER
24 aprile 2018, ore 18.00

Accademia di Belle Arti di Roma
a cura di Alberto Dambruoso e Annalisa Ferraro
Introduce Tiziana D’Acchille, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Martedì 24 aprile si è svolto il secondo appuntamento della stagione primaverile de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al nono anno di attività.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno in diverse sedi, l’Art Forum Würth Capena e l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Ospite del secondo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» sarà Danilo Eccher (Tione di Trento, 1953).

Danilo Eccher è un critico e curatore italiano. Ha diretto, a partire dal 1989, alcuni dei più importanti musei italiani.

Dal 1989 al 1995 è stato direttore della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento. Sotto la sua guida, l’istituzione ha presentato al pubblico alcuni dei principali protagonisti dell’arte italiana e ha definito sempre più la sua volontà di mettere a fuoco, attraverso la programmazione espositiva, il rapporto tra le tendenze dell’arte contemporanea e la società nel suo complesso. Con mostre dedicate ad artisti come Enzo Cucchi (1990), Hermann Nitsch (1991), Vasco Bendini (1992), Mimmo Paladino (1992), Vettor Pisani (1992), Marcello Jori (1993), Marco Gastini (1993), Tony Cragg (1994), Mario Merz (1994), Yoko Ono (1995), Danilo Eccher è riuscito nel difficile compito di costruire per l’istituzione che ha diretto un’identità forte e definita, rivolta tanto al territorio e al contesto nazionale, quanto alla ricerca internazionale.

Nel 1993 è stato commissario per la 45ª Biennale di Venezia e co-curatore della mostra internazionale La coesistenza dell’arte. Nel 1996 ha ricevuto l’incarico di direttore della GAM Galleria d’Arte Moderna di Bologna, ruolo che ha mantenuto fino al 2000. Con un indirizzo rivolto all’internazionalizzazione, finalizzato a rendere il museo bolognese un’eccellenza del contemporaneo per l’Italia ma soprattutto per l’Europa, Danilo Eccher ha presentato al pubblico artisti come Gilbert & George (1996), Julian Schnabel (1996), George Baselitz (1997), Juliao Sarmento (1998), Anselm Kiefer (1999). Sempre attento a promuovere anche i giovani artisti contemporanei e la loro ricerca, durante la sua direzione, la Galleria ha attivato Spazio Aperto, luogo di dibattito e di sperimentazione. Di grande importanza in quegli anni è stato anche lo sviluppo del dipartimento didattico, diventato poi esempio e riferimento per tutta l’Italia, con programmi di intervento in grado di coinvolgere studenti dalle scuole dell’infanzia fino all’università, e adulti interessati a conoscere i progetti espositivi.

Dal 2001 al 2008 è stato direttore del MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma. Durante il suo incarico, il Museo ampliò il suo spazio operativo, con l’apertura del MACRO Testaccio, in due padiglioni dell’ex mattatoio romano. Un percorso dal Novecento all’arte dei giorni nostri, quello portato avanti da Danilo Eccher. Durante il suo incarico, il Direttore ha lavorato cercando di rendere il museo un luogo internazionale con una precisa radice italiana e romana, e di accrescere il rapporto con la città e con i suoi abitanti. Tra le esposizioni più importanti si ricordano quelle dedicate a Tony Oursler (2002), Paola Pivi (2003), Tatsuo Miyajima (2004), Tom Wesselmann (2005), Marc Quinn (2006), Christian Boltanski (2006), Gregor Schneider (2008), Ernesto Neto (2008). Tra le collettive più importanti si ricorda La città che sale (2007).

Dal 2004 al 2009 è stato direttore artistico di ARCOS Museo d’arte contemporanea del Sannio di Benevento. Dal 2009 al 2011 è stato Presidente della Fondazione Galleria Civica di Trento. Dal 2009 al 2014 ha ricoperto l’incarico di direttore della GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, lavorando per intensificare il dialogo tra l’esposizione permanente e le opere delle mostre temporanee, due aree della museografia tenute da sempre separate, ma invece in grado di alimentare scambi proficui e formativi. Tante sono state le esposizioni tematiche presentate al pubblico, che hanno messo a confronto opere di diversi periodi, fortemente legate da rimandi non solo artistici, ma anche storici e sociali. Durante la sua direzione, sono state organizzate esposizioni dedicate ad artisti come Salvatore Scarpitta (2012), Nicola De Maria (2013), Ettore Spalletti (2014), Roy Lichtenstein (2014), Braco Dimitrijevic (2016).
Come curatore indipendente ha realizzato personali di artisti come, tra gli altri, Jannis Kounellis (2013), Sean Scully (2015), Christian Boltanski (2017), e le collettive Love (2016) ed Enjoy (2017).

Nel corso della sua carriera, Danilo Eccher è stato inoltre docente in diverse università italiane. Dal 1996 al 1999 ha insegnato presso il Corso di Specializzazione di Storia dell’Arte presso l’Università di Bologna; nel 1997 ha insegnato alla Luiss di Roma presso il corso di management museale. Dal 2002 al 2006 è stato co-direttore del master per curatori di arte contemporanea e architettura presso l’Università La Sapienza di Roma.

 

INFO PUBBLICO
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
@Accademia di Belle Arti di Roma
Via di Ripetta 222, Roma
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