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I MARTEDì CRITICI – LUIGI ONTANI

LUIGI ONTANI

20 settembre 2011, ore 20.30

Auditorium di Mecenate, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli

in collaborazione con INCONTRI INTERNAZIONALI ARTE e CORTO ARTE CIRCUITOcon l’assistenza di Sara De Chiara e Paola Ugolini

 

Ospite d’eccezione del decimo e penultimo appuntamento stagionale de I Martedì Critici è Luigi Ontani, senza dubbio l’artista italiano attualmente più apprezzato e amato,  anche in ambito internazionale, come dimostrano le sue esposizioni personali allo Smak di Gent, al P.S.1 di New York, alla Serpentine Gallery di Londra, alla Villa Stuck di Monaco, al Museo Capodimonte di Napoli, al Mambo di Bologna e le sue presenze al Guggenheim di New York, al Reina Sofia di Madrid e allo Stedelijk di Amsterdam. Invitato ben cinque volte alla Biennale di Venezia, in tre edizioni ha avuto una sala personale. La prima mostra personale nella galleria d’avanguardia L’Attico di Roma risale al 1974.

Figura poliedrica, eccentrica, mutevole, ha fatto della propria immagine, corpo e volto un’icona estetica capace di navigare sulle onde dell’arte italiana con leggerezza, raffinatezza ed estrema eleganza. Un percorso poetico quello di Ontani che ha anticipato con i suoi tableaux vivants citazionismi e neomanierismi, che ha preservato gli eccessi della fantasia e dell’immaginazione in straordinarie sculture di ceramica (Ermestetiche),  che ha ispirato con i suoi disegni l’epocale ritorno alla pittura, che ha saputo giocare con le metamorfosi delle immagini utilizzando mezzi non convenzionali di rappresentazione come le fotografie a colori a grandezza naturale realizzate tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta e le foto dipinte a mano anche in India fino alle più recenti fotografie lenticolari chiamate dall’artista Anamorpose, facendo della fotografia stessa una scultura bloccata in un tempo eterno e unendo la mistica orientale con il narcisismo occidentale. Opera cangiante e indefinibile quella di Ontani se non definendo la sostanza impalpabile e visionaria dell’arte stessa, che deposita al suo passaggio (invisibili solo per chi non sa vedere) doni rigogliosi di un altrove di cui Ontani è certamente il seminatore più prolifico.

Per la serata de I Martedì Critici, l’artista porterà una maschera di ceramica dipinta a mano dal titolo AbrAmòISacco, realizzata a Bali (Indonesia) nel 2010. Il prossimo giovedì 26 maggio 2011, l’artista riceverà il prestigioso Premio McKim 2011 dell’American Academy di Roma per  celebrare la sua lunghissima carriera, oltre 45 anni, e per sottolineare come la sua poetica e il suo linguaggio artistico hanno ispirato molti artisti europei e americani dagli anni Settanta ad oggi.

Ringraziamenti:
Patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione
www.comune.roma.it/cultura
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I Martedì Critici – Renato Barilli

Renato Barilli
26 marzo 2019 ore 19.00
Visionarea Art Space
a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Martedì 26 marzo ha avuto luogo l’ottavo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al decimo anno di attività.
Tale format si colloca nel più ampio progetto Visionarea Art Space, incubatore di idee che propone e promuove progetti di artisti contemporanei nazionali e internazionali, e che si avvale fin dalla prima edizione del fondamentale sostegno del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele e della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di cui il Prof. Emanuele è il Presidente.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diverse sedi, a cominciare dal Visionarea Art Space di Roma.
Il tema comune del primo ciclo di incontri stagionali sarà “il Mediterraneo”, simbolo di culture antiche e moderne, luogo di incontri e scambi, spazio di conquiste, scoperte e conoscenza. Un Mare attorno al quale sono nate e cresciute alcune tra le più importanti civiltà dell’occidente e dell’oriente di questa parte di mondo, e si sono sviluppate le caratteristiche, uniche e peculiari, delle popolazioni che l’hanno vissuto e navigato. Maestri di chiara fama ed emergenti dal riconosciuto valore professionale saranno invitati presso il Visionarea Art Space per discutere della propria arte, di significati e poetiche, ma anche di una cultura comune, quella di area mediterranea appunto, che ha influenzato e caratterizzato nei secoli la produzione artistica e culturale delle nostre terre.

Ospite dell’ottavo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» sarà Renato Barilli (Bologna, 1935).
Renato Barilli, critico, storico della letteratura e dell’arte, nel 1970 inizia la sua carriera accademica presso l’Università di Bologna, insegnando prima Estetica e poi, dal 1972, Storia dell’Arte Contemporanea.
Dal 1980, è stato professore ordinario di Fenomenologia degli Stili presso il DAMS – Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, dove ha diretto il Dipartimento di Arti Visive. Dal 2011, è Professore emerito presso l’Università di Bologna. Negli anni, si è occupato parimenti di critica d’arte e di critica letteraria, ed è stato organizzatore di molte mostre sull’arte italiana dell’Ottocento e del Novecento.
Ha preso parte alla neoavanguardia degli anni Sessanta, contribuendo a fondare il “Gruppo 63” e diventando, ben presto, per il movimento, una delle principali voci critiche.
A partire dal 1974, ha scoperto e promosso il gruppo di artisti italiani da lui definito “Nuovi-nuovi”, di cui hanno fatto parte, tra gli altri, Luigi Ontani, Salvo, Felice Levini, Giuseppe Salvatori, Marcello Jori.
È stato tra i più importanti studiosi del postmodernismo, pur non condividendone con i manuali la periodizzazione. Barilli è stato infatti tra i principali teorizzatori della sostituzione del termine “contemporaneo”, utilizzato nei principali manuali italiani per indicare l’età che inizia nel 1789, data che segna la fine dell’epoca moderna, con la dicitura di “postmoderno”, termine che avrebbe in sé, e renderebbe pertanto evidente, il rapporto di successione, e anche di opposizione, tra l’una epoca e l’altra. Un’anticipazione del postmoderno di circa due secoli, quindi, fondata sulla convinzione che esista una netta correlazione tra i fatti artistico-letterari e quelli scientifico-tecnologici, e che la vera contemporaneità sia legata alle scoperte in tema di elettro-magnetismo e alla rivoluzione che il concetto stesso di elettricità ha portato nell’arte e nella letteratura. Ne deriva, da questa proposta di periodizzazione, un unico e grande postmodernismo che arriva fino ai nostri giorni, fatto di fasi, correnti e tendenze, sempre rispondenti ai progressi nel campo delle scienze e della tecnologia.
Come studioso dell’arte moderna e contemporanea, Barilli ha approfondito il tema della fruizione delle opere d’arte, sul solco delle proposte avanzate da M. McLuhan, sociologo, filosofo e critico letterario canadese, che analizzò, con un approccio di tipo evolutivo, lo sviluppo delle tecnologie e dei media, la loro influenza sui sistemi di comunicazione e il loro relazionarsi con l’ambiente e con l’utente.
È stato tra i primi in Italia a teorizzare un legame tra arte e tecnologia, a comprendere le potenzialità dell’utilizzo del computer e dell’introduzione dei nuovi media in campo artistico. È stato in prima linea, insieme a Maurizio Calvesi e Tommaso Trini, quando la video arte è apparsa ufficialmente in Italia, nel 1970, nell’ambito della mostra Gennaio ’70. 3° biennale internazionale della giovane pittura. Comportamenti Progetti Mediazioni, al Museo Civico di Bologna. Nel saggio introduttivo alla mostra aveva definito la video arte come la sperimentazione di un mezzo «inedito particolarmente intonato ai caratteri di una ‘civiltà elettronica’ avanzata», avviandosi, già in quegli anni, a diventare uno dei massimi esperti del settore.
Con la capacità di guardare sempre al futuro, al progresso, nel 1977, Barilli ha organizzato la prima Settimana Internazionale della Performance, in un momento storico in cui l’Italia tornava a guardare alla pittura e il gusto oscillava facilmente tra innovazione e ricerca della tradizione.
Nel 2010, Barilli ha affidato le sue memorie a Autoritratto a stampa (Bologna, Lupetti Editore), volume in cui offre al lettore un racconto autobiografico, dettagliato e appassionato, di alcuni dei momenti più significativi dell’arte contemporanea e della critica letteraria dagli anni Cinquanta ad oggi, e alcune tra le più affascinanti vicende, talvolta ancora inedite, verificatesi in Italia e all’estero.
Dal 2012, riprende in mano i pennelli e ricomincia a dipingere. Passione antica, quella della pittura, che aveva portato Renato Barilli a diplomarsi all’Accademia di Belle arti, negli stessi anni in cui frequentava il corso di laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Bologna, passione poi abbandonata nel 1962, anno in cui decise di dedicarsi definitivamente alla critica e all’insegnamento. Nel 2018, presso la Permanente di Milano, si è tenuta la mostra Renato Barilli. Visti da vicino, che ha raccolto 70 tempere su carta, tra ritratti di protagonisti del mondo dell’arte, autoritratti e gruppi di famiglia
Nel 2015, Renato Barilli ha fondato il blog www.renatobarilli.it/blog, in cui, con cadenza settimanale, pubblica articoli, recensisce mostre e libri, affronta temi civili e questioni sociali, con tenacia, passione, con sguardo lucido e attento, continua nella sua azione di critico militante.
Renato Barilli è autore di numerosi libri tra cui: Scienza della cultura e fenomenologia degli stili (1982, nuova ed. 2007), L’arte contemporanea (1984, nuova ed. 2005), La neoavanguardia italiana (1995, nuova ed. 2007), L’alba del contemporaneo (1995), Dal Boccaccio al Verga. La narrativa italiana in età moderna (2003), Maniera moderna e Manierismo (2004), Prima e dopo il 2000. La ricerca artistica 1970-2005 (2006), La narrativa europea in età moderna. Da Defoe a Tolstoj (2010), Autoritratto a stampa (2010), La narrativa europea in età contemporanea. Cechov, Joyce, Proust, Woolf, Musil (2014). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Storia dell’arte contemporanea in Italia. Da Canova alle ultime tendenze (2007) e Arte e cultura materiale in Occidente (2011).
È stato organizzatore di molte mostre sull’arte italiana dell’Ottocento e del Novecento, tra le quali si ricordano: Officina Italia (Bologna, Imola, Cesena, Rimini, 1997); Officina Europa (Bologna, Imola, Cesena, Rimini, 1999); Officina America (Bologna, Imola, Cesena, Rimini, 2002); Il nouveau réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany (Milano, 2004-2005; 2009) La giovine Italia. Omaggio degli artisti italiani a Giuseppe Mazzini nel bicentenario della nascita (Gambettola – FC, 2006; Bologna, 2007); Nuove-nuove icone per il nostro tempo (Milano, 2008); Siamo sempre Nuovi-nuovi (Firenze, 2009); Enzo Esposito – Anni Ottanta (Pietrasanta, 2009).
Nel 1972, è stato curatore, accanto a Francesco Arcangeli, della sezione “Opera o comportamento” della Biennale di Venezia. Nel 1990, è stato curatore della sezione “All’aperto” della Biennale di Venezia.
Nel 1998 ha vinto il premio “Feronia-Città di Fiano” per la critica militante.
Suoi articoli sono stati pubblicati su diverse testate giornalistiche, tra le quali, Corriere della sera, Il Resto del Carlino, La Stampa, il Giorno, L’Avanti!, L’Unità. Per molti anni è stato rubrichista per l’arte sull'”Espresso”.

Il 21 marzo, presso “ La Nuova Pesa. Centro per l’Arte Contemporanea” di Roma, inaugurerà la mostra Visti da vicino. L’esposizione comprenderà un’ampia selezione di opere della serie dei ritratti, prevalentemente personaggi del mondo dell’arte, esposte, lo scorso novembre, presso il Museo della Permanente di Milano.

 

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I Martedì Critici – Alessandra e Valentina Bonomo

Alessandra e Valentina Bonomo
12 febbraio 2019 ore 19.00
Visionarea Art Space
a cura di Alberto Dambruoso e Sara De Chiara

Martedì 12 febbraio 2019, h. 19.00
Visionarea Art Space Roma

Ospiti:
Alessandra e Valentina Bonomo

Martedì 12 febbraio avrà luogo il sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al nono anno di attività.

Tale format si colloca nel più ampio progetto Visionarea Art Space, incubatore di idee che propone e promuove progetti di artisti contemporanei nazionali e internazionali, e che si avvale fin dalla prima edizione del fondamentale sostegno del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele e della Fondazione Cultura e Arte, emanazione diretta della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di cui il Prof. Emanuele è il Presidente.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diverse sedi, a cominciare dal Visionarea Art Space di Roma.
Il tema comune del primo ciclo di incontri stagionali sarà “il Mediterraneo”, simbolo di culture antiche e moderne, luogo di incontri e scambi, spazio di conquiste, scoperte e conoscenza. Un Mare attorno al quale sono nate e cresciute alcune tra le più importanti civiltà dell’occidente e dell’oriente di questa parte di mondo, e si sono sviluppate le caratteristiche, uniche e peculiari, delle popolazioni che l’hanno vissuto e navigato. Maestri di chiara fama ed emergenti dal riconosciuto valore professionale saranno invitati presso il Visionarea Art Space per discutere della propria arte, di significati e poetiche, ma anche di una cultura comune, quella di area mediterranea appunto, che ha influenzato e caratterizzato nei secoli la produzione artistica e culturale delle nostre terre.

Ospiti del sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» saranno Alessandra e Valentina Bonomo.

Galleriste a Roma, con tenacia, personalità e competenza, Alessandra e Valentina Bonomo seguono le orme di famiglia, ricalcando il percorso del padre, appassionato collezionista, ma soprattutto della madre, figura centrale dell’arte contemporanea italiana. Marilena Bonomo, storica e coraggiosa gallerista, sin dagli anni Settanta, ha saputo portare a Bari movimenti e artisti internazionali, trasformando l’ambiente tradizionale e statico della città in una piazza importante dell’avanguardia artistica.

Cresciute, sin dai primi anni di vita, a stretto contatto con il mondo dell’arte e con gli artisti che abitualmente frequentavano la loro casa pugliese, Alessandra e Valentina hanno conosciuto e compreso il lavoro di gallerista attraverso l’ambiente familiare ancora prima che sul campo, osservando la cura, l’attenzione, la sensibilità con cui Marilena Bonomo si dedicava agli artisti, l’impegno nel ricercare prima di tutto il rapporto umano e solo dopo il successo di mercato. Apprezzata da tutto il panorama artistico per la determinazione con cui portò avanti la sua galleria in un luogo apparentemente marginale per il sistema dell’arte e per la sua capacità di coinvolgere il territorio, arricchendolo culturalmente e valorizzandolo attraverso il passaggio di artisti internazionali e attraverso le loro donazioni, Marilena Bonomo ha saputo trasmettere alle sue figlie la vocazione e la passione per questa attività e guidarle nella ricerca della propria identità di galleriste.

Alessandra Bonomo apre il suo primo spazio a Roma, a Trastevere, nel 1986, per dedicarsi alla valorizzazione di artisti di riconosciuta fama e alla promozione di artisti emergenti o poco noti al pubblico italiano. La Galleria inaugura con una mostra di Mario Schifano, seguita dalla prima mostra personale di Alessandro Twombly e da Alighiero Boetti. Da quel momento in poi all’interno dello spazio espongono artisti come Pat Steir, Sol LeWitt, David Tremlett, Nunzio, Luigi Ontani, Joseph Beuys, Fischli & Weiss, Peter Schuyff, Ugo Rondinone, Hiroshi Sugimoto, Shirin Neshat, Douglas Gordon, Richard Tuttle e molti altri.
Apre un nuovo spazio accanto alla galleria nel 1991 con la mostra “Roma d’Oriente”, in cui artisti, architetti e decoratori collaborano all’allestimento, ricreando in ogni stanza l’atmosfera di un paese orientale.

Dal 1978 al 1985, Valentina decide invece di investire nell’attività di famiglia e di lavorare nella galleria della madre Marilena Bonomo. Negli anni successivi, si muove tra New York e Amsterdam, collaborando con la galleria Michael Klein Inc.

Agli inizi degli anni Novanta, le due sorelle si ricongiungono a Roma, nello spazio aperto da Alessandra: alle gestione della fondatrice si aggiunge il lavoro di Valentina, che da quel momento in poi darà un contributo significativo all’organizzazione delle mostre della galleria: tra le prime, quella dedicata a Shirin Neshat. Nel 2002, lo spazio in Trastevere termina il suo ciclo e Alessandra e Valentina Bonomo decidono di aprire due gallerie distinte.

In quello stesso anno, Alessandra si sposta a via del Gesù, tra il Pantheon e piazza Venezia, e continua a lavorare con artisti internazionali di nuova generazione, come Lida Abdul, Barry McGee, Clare Rojas, Adam McEwen, Marc Quinn, Joan Jonas, Hamish Fulton, Elger Esser, avviando collaborazioni proficue con critici come Mariuccia Casadio, Achille Bonito Oliva e Vincent Katz.
La galleria, inoltre, si dedica con interesse alla fotografia ed è attenta ai nuovi tipi di espressione artistica e alle nuove tendenze internazionali. Alessandra Bonomo, con costanza e passione, studia e promuove il futuro della giovane arte italiana, da diversi anni si impegna a sostenere artisti emergenti, attraverso esposizioni personali e collettive, premiando le attività di ricerca e di sperimentazione.

Contemporaneamente, nel 2002, Valentina Bonomo inaugura la sua nuova sede di via del Portico d’Ottavia a Roma. Nella sua galleria si sono susseguite le mostre di artisti italiani e stranieri di fama internazionale, come Liliana Moro, Enzo Cucchi, Brian McKee, Mimmo Paladino, Sol LeWitt, Jannis Kounellis, Nunzio, Brian Eno. All’attività di gallerista, Valentina Bonomo ha associato da sempre l’attività di curatrice indipendente, dedicandosi all’organizzazione di mostre museali, tra le quali “Minimalia”, a cura di Achille Bonito Oliva, nelle edizioni del 1997, 1998 e 1999; “Transavanguardia Italiana”, nell’edizione del 2000 e 2002; “Sol Lewitt – Wall Drawings”, nel Palazzo delle Esposizioni a Roma.
La Galleria è inoltre impegnata nella realizzazione di progetti destinati alle istituzioni museali, come “Opera per l’Ara Pacis”, con Brian Eno e Mimmo Paladino, nel Museo dell’Ara Pacis di Roma, “Mimmo Paladino nella sala dei Cavalli”, a Palazzo Te a Mantova, “Light Music”, dedicata a Brian Eno, nel Castello di Trani.
Nel 2010, Valentina Bonomo fonda l’Associazione Artughet, formata dalle gallerie che risiedono nel Ghetto ebraico con l’intento di accrescere la sensibilità per la cultura del contemporaneo partendo dal contesto locale. Nel 2012 è stata invitata come commissario straordinario dall’Ambasciata Italiana del Bangladesh in occasione della 15° Biennale del Bangladesh a Dhaka.

La Galleria Alessandra Bonomo attualmente ospita la mostra di Elger Esser, che resterà visitabile fino al 20 Febbraio 2019. Subito dopo inaugurerà la mostra di Josè Angelino, un giovane artista siciliano che lavora con la galleria dal 2015.

La Galleria Valentina Bonomo inaugurerà la mostra personale “Sentiments océaniques” di Caroline Halley des Fontaines, a cura di Nicole Mathysen-Gerst, il 15 febbraio 2019.

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I Martedì Critici – Franz Paludetto

FRANZ PALUDETTO

20 ottobre 2015, ore 18.30

MACRO via Nizza – Sala Cinema

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Di Capua

 

Martedì 20 ottobre avrà luogo il quarto appuntamento della stagione autunnale de “I Martedì Critici”, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea, ormai giunti al sesto anno di attività.

Il nuovo ciclo de “I Martedì Critici” rinnova la consueta formula dell’intervista pubblica, coinvolgendo di volta in volta interlocutori diversi – tra cui Guglielmo Gigliotti, Shara Wasserman, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Sara De Chiara – che affiancheranno Alberto Dambruoso nella conduzione delle serate. Gli ultimi tre incontri di questa stagione romana si svolgeranno presso il MACRO di via Nizza.

Ospite del quarto appuntamento, promosso in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sarà Franz Paludetto (Oderzo, 1938).

Dal 1968, anno di apertura della sua prima galleria, la Franzp, in via Accademia Albertina a Torino, Franz Paludetto è un infaticabile sostenitore dell’arte contemporanea e promotore dello scambio culturale a livello internazionale. La storia della galleria è quella di un organismo dinamico che ha cambiato molteplici volte sede, a partire dalla piccola Franzp, dove hanno esposto Gina Pane, incontrata per caso in città, Marco Gastini e Luigi Ontani, per passare a LP220, quattrocento metri quadri in via Carlo Alberto, gestita in collaborazione con il gallerista francese Larcade. La galleria si è poi trasferita in piazza Solferino, in via Susa, e in via Mazzini, dove è stata allestita una mostra di Salvatore Astore svuotando un box della Gondrand. Nelle varie sedi espongono Pino Pascali, Sergio Ragalzi, Roman Opalka, La Monte Young, Giuseppe Chiari, Hermann Nitsch, Arnulf Rainer e Alighiero Boetti, con cui aveva stretto una lunga amicizia. Lo spazio cambia, ma Paludetto rimane fedele allo spirito indipendente, aperto e sperimentale che ha contraddistinto il suo programma, come attesta il ciclo di mostre lunghe un giorno, A Calice Ligure non c’è il mare, organizzate in un piccolo spazio a Calice Ligure e dove sono intervenuti, tra gli altri, Aldo Mondino, Tino Stefanoni, Joseph Beuys e dove è stato messo in scena un falso matrimonio tra Nanda Vigo e Renato Mambor. Nel 1985 insieme a Mondino, Paludetto approda al Castello di Rivara, e lo trasforma in un Centro d’arte contemporanea. Celebri sono le mostre: Sei Artisti Tedeschi, 1989, con lavori di Stephan Balkenhol, Bernd&Hilla Becher e Isa Genzken; Itinerari, 1991, con la sala di Felix Gonzalez-Torres,  Viaggio a Los Angeles, 1992, che presenta lavori di Charles Ray, Paul McCarty e Raymond Pettibon; Una Domenica a Rivara, di cui ancora è visibile La Fuga di Maurizio Cattelan, poi ancora le personali di Aldo Mondino, Gianni Piacentino, Dan Graham, Gordon Matta Clarck, Joseph Beuys, Candida Höfer, Sergio Ragalzi, Paul Thek, per citarne alcune. Il Castello quest’anno ha celebrato i trent’anni di attività con la mostra 1985-2015: 30 anni d’arte contemporanea, in corso fino al 20 ottobre. La mostra ripercorre la storia della galleria e, oltre alle testimonianze degli anni Sessanta e Settanta, accoglie i lavori degli artisti che hanno animato il movimento torinese a partire dagli anni Ottanta, tra cui Nicola Bolla, Domenico Borrelli, Adriano Campisi, Carlo D’Oria, Paolo Grassino, Nicus Lucà, Pierluigi Pusole, Francesco Sena.

Ma l’attività di Paludetto non si esaurisce al Castello di Rivara: dal 1999 al 2005 ha dato vita alla Galleria Linding in Paludetto a Norimberga, mentre tra il 2010 e il 2011 ha aperto due vetrine del Castello di Rivara, una a Roma nel quartiere di San Lorenzo e una a Torino in via Stampatori, una coraggiosa dimostrazione, in tempo di crisi, che l’arte esiste ancora.

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IL LIBRO

I Martedì Critici 2010-2015. La parola all’arte
 Maretti Editore

Schermata 2015-05-15 alle 16.39.40 Autore: Alberto Dambruoso
 Editore: Maretti Editore
 Anno: 2015
 Lingua: Italiano
 Pagine: 320
 Formato: 24×29 cm
 Legatura cofanetto con catalogo e cd
 Prezzo: € 70.00
Acquisto on line

 

 

 

 

Video della presentazione del libro

Questo volume racconta la storia dei primi cinque anni di attività de I Martedì Critici, un progetto di divulgazione e approfondimento sui temi della contemporaneità artistica, attuato attraverso la formula dell’intervista pubblica condotta ogni martedì da due critici d’arte a una figura di primo piano del panorama artistico nazionale e internazionale.

Il progetto, unico nel suo genere in Italia, è nato cinque anni fa nello studio/abitazione a Roma del critico d’arte Alberto Dambruoso, che ha condotto gli incontri negli anni insieme ad altri colleghi (Di Veroli, Tonelli, De Chiara, Pezzato, Bazzini e Gigliotti) ed è approdato, nel giro di qualche anno, in alcuni dei maggiori musei del nostro Paese, quali il MAXXI e il MACRO a Roma, il Museo Pecci a Milano e il MADRE a Napoli.

Il libro si divide in due sezioni.

Nella prima sono raccolte le testimonianze dei critici che insieme a Dambruoso hanno condotto gli incontri dal 2010 al 2015, seguite dalle testimonianze di coloro che hanno partecipato alle serate, la maggioranza rappresentata da storici e da critici d’arte, ma dove figurano anche direttori di Museo, direttori di riviste di settore e di importanti galleristi, come Fabio Sargentini. Questa prima parte si conclude con una poesia che Maurizio Calvesi ha voluto dedicare all’ideatore degli incontri.

La seconda sezione è dedicata ai centotrentatré ospiti delle serate, presentati nei cinque anni di attività. Si tratta prevalentemente di artisti, ma anche galleristi, storici dell’arte e critici. Disposti in ordine cronologico di partecipazione agli incontri, a ognuno di loro sono state riservate due pagine, contenenti o il comunicato stampa dell’evento o gli articoli scritti da Helga Marsala e pubblicati su “Artribune”, media partner del progetto dal 2011, insieme a fotografie scattate in occasione della serata e a ritratti e immagini di opere con cui gli artisti hanno scelto di presentarsi ai lettori.

Il volume è accompagnato da due DVD, prodotti grazie al contributo di “Cortoartecircuito” di Beatrice Bulgari.

Il primo raccoglie i video inediti del primo anno di attività (2010) svoltosi nella casa/studio di Dambruoso a Roma a Colle Oppio. Nonostante la qualità dei filmati, per il carattere di sperimentazione del progetto nel suo primo anno di attività, non sia eccellente, si è scelto d’inserirli ugualmente nel DVD, così da trasmettere la testimonianza di alcuni incontri memorabili, come quelli con Renato Mambor e Cesare Tacchi, due dei principali protagonisti della “Scuola romana” degli anni Sessanta che ci hanno lasciato di recente.

Il secondo raccoglie un montaggio di centoventi minuti di brevi sequenze tratte da tutti i video degli incontri tenutisi tra il 2011 e il 2015. La selezione è avvenuta estrapolando un momento saliente della conversazione in cui il protagonista esprime un concetto essenziale inerente alla propria opera, oppure dà una personale definizione dell’arte o ancora tratta di temi e problematiche nodali dell’arte contemporanea.

Acquisto on line


 

Presentazione del libro

(cofanetto con volume di 320 pp. e 2 DVD):

«I Martedì Critici – 2010/2015 – La parola all’arte» curato da Alberto Dambruoso Maretti Editore

martedì 9 giugno 2015, ore 17.30 Museo MACRO, Roma Il volume racconta la storia dei primi cinque anni di attività de I Martedì Critici, un progetto di divulgazione e approfondimento sui temi della contemporaneità artistica, attuato attraverso la formula dell’intervista pubblica condotta ogni martedì da due critici d’arte a una figura di primo piano del panorama artistico nazionale e internazionale. Il progetto, unico nel suo genere in Italia e anche all’estero, è nato cinque anni fa nello studio/loft a Roma del critico d’arte Alberto Dambruoso, che ha condotto  gli incontri insieme ad altri colleghi (Di Veroli, Tonelli, De Chiara, Pezzato, Bazzini, Gigliotti) approdando, nel giro di qualche anno, in alcuni dei maggiori musei del nostro Paese, quali il MAXXI e il MACRO a Roma,il Museo Pecci a Milano e il Museo MADRE a Napoli.  Il libro è introdotto dal testo dell’ideatore del progetto Alberto Dambruoso, al quale seguono i testi degli altri sei conduttori degli incontri Guglielmo Gigliotti, Marco Tonelli, Sara De Chiara, Micol Di Veroli, Marco Bazzini, Stefano Pezzato. Infine, ad arricchire la parte dedicata ai contenuti del libro figurano alcune preziose testimonianze di critici, storici dell’arte, direttori di riviste di settore, direttori di museo e galleristi che hanno partecipato alle serate; Maurizio Calvesi, Bruno Corà, Laura Cherubini,  Andrea Viliani, Massimiliano Tonelli, Fabio Sargentini, Federica Pirani, Augusta Monferini, Pericle Guaglianone, Paola Ugolini, Ludovico Pratesi, Marco Bazzini, Stefano Pezzato, Lorenzo Canova, Alessandro Demma, Paolo Aita, Martina Cavallarin, Roberto Gramiccia, Massimo Mattioli, Helga Marsala. 

Nel corso della presentazione sono intervenuti: Costantino D’Orazio,  Alberto Dambruoso, Guglielmo Gigliotti, Marco Tonelli, Marco Bazzini, Maurizio Calvesi, Augusta Monferini, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Paola Ugolini, Massimo Mattioli, Pericle Guaglianone, Paolo Aita e Roberto Gramiccia. Il cofanetto: I Martedì Critici – 2010/2015 – La parola all’arte», curato da Alberto Dambruoso, Maretti Editore, è disponibile per l’acquisto online   In occasione della presentazione del libro è seguito un dibattito su “La critica d’arte d’oggi”, tema che era stato al centro del convegno  “Gli Stati Generali della Critica d’Arte” sempre organizzato dall’Associazione culturale i Martedì Critici un mese prima  all’isola di San Servolo nei giorni dell’inaugurazione della 56 Biennale di Venezia (8 maggio 2015). “Cambia il mondo e con esso cambia il mondo dell’arte: può non cambiare la critica d’arte? E poi: quale critica d’arte?” La  tavola rotonda tenutasi al Macro ha cercato di mettere a fuoco alcune problematiche inerenti la natura, la necessità e l’attualità della critica d’arte oggi nonché gli aspetti formativi e i rapporti intrattenuti con il mondo dell’arte, dai musei alle gallerie, dalla carta stampata al web.

Riprese e montaggio: Studio Ray

Durante il convegno GLI STATI GENERALI DELLA CRITICA D’ARTE, dalle h. 18.00 alle h. 19.30, la presentazione del libro:

I Martedì Critici 2010/2015 – La parola all’arte, edito da Maretti Editore

con la presenza degli autori.

Sarà anche possibile vedere la proiezione integrale dei video-report di alcuni tra i più importanti artisti intervistati a I Martedì Critici. In programma i video di Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Mimmo Jodice,  Nunzio, Luigi Ontani, Gianfranco Barruchello, Renato Mambor e altri.

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