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I MARTEDÌ CRITICI – PAOLO GRASSINO

PAOLO GRASSINO

29 gennaio 2013, ore 19.30

Museo Pecci, Milano

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli

con la collaborazione di Sara De Chiara e Laura Lionetti

 

Ospite del secondo appuntamento dei Martedì critici al Museo Pecci di Milano è Paolo Grassino (Torino, 1967), protagonista anche della mostra in corso presso il museo milanese e intitolata Percorso in tre atti a cura di Stefano Pezzato. La mostra, articolata in tre lavori che scandiscono alcune tappe significative della carriera dell’artista, offre una panoramica sulla poetica di Grassino, sui materiali eterogenei che impiega e sul linguaggio che, partendo principalmente dalla scultura, ma anche dal video, dal suono e dalla pittura, dialoga sempre con lo spazio in cui agisce, trasformando la singola opera in una installazione ambientale.

La ricerca di Grassino si concentra infatti sul rapporto tra il corpo, umano o animale, e lo spazio circostante, ponendo in evidenza le inaspettate analogie che legano le strutture interne che regolano il funzionamento vitale alla realtà esterna. Sollecitato dal mondo oggettuale con cui viene messo in contatto, il corpo reagisce e si trasforma, rivelando la sua duplice natura: dinamica e ricettiva, veicolo di uno scambio con l’altro, e al contempo solitaria, intrappolata dall’elemento estraneo che la sovrasta e rende muta, potente metafora della condizione umana.

Artista noto in Italia e all’estero, nel 2000 la Galleria d’Arte Moderna di Torino gli ha dedicato una mostra personale e nel 2008 ha preso parte alla XV Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 2010 ha tenuto una mostra antologica al Castello di Rivalta (Torino) e nel 2011 Grassino ha presentato l’opera Madre al MACRO di Roma e ha partecipato alla Quarta Biennale di Mosca e a mostre in musei pubblici internazionali come il Frost Art Museum di Miami e il Loft Project ETAGI di San Pietroburgo.

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I Martedì Critici – Franz Paludetto

FRANZ PALUDETTO

20 ottobre 2015, ore 18.30

MACRO via Nizza – Sala Cinema

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Di Capua

 

Martedì 20 ottobre avrà luogo il quarto appuntamento della stagione autunnale de “I Martedì Critici”, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea, ormai giunti al sesto anno di attività.

Il nuovo ciclo de “I Martedì Critici” rinnova la consueta formula dell’intervista pubblica, coinvolgendo di volta in volta interlocutori diversi – tra cui Guglielmo Gigliotti, Shara Wasserman, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Sara De Chiara – che affiancheranno Alberto Dambruoso nella conduzione delle serate. Gli ultimi tre incontri di questa stagione romana si svolgeranno presso il MACRO di via Nizza.

Ospite del quarto appuntamento, promosso in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sarà Franz Paludetto (Oderzo, 1938).

Dal 1968, anno di apertura della sua prima galleria, la Franzp, in via Accademia Albertina a Torino, Franz Paludetto è un infaticabile sostenitore dell’arte contemporanea e promotore dello scambio culturale a livello internazionale. La storia della galleria è quella di un organismo dinamico che ha cambiato molteplici volte sede, a partire dalla piccola Franzp, dove hanno esposto Gina Pane, incontrata per caso in città, Marco Gastini e Luigi Ontani, per passare a LP220, quattrocento metri quadri in via Carlo Alberto, gestita in collaborazione con il gallerista francese Larcade. La galleria si è poi trasferita in piazza Solferino, in via Susa, e in via Mazzini, dove è stata allestita una mostra di Salvatore Astore svuotando un box della Gondrand. Nelle varie sedi espongono Pino Pascali, Sergio Ragalzi, Roman Opalka, La Monte Young, Giuseppe Chiari, Hermann Nitsch, Arnulf Rainer e Alighiero Boetti, con cui aveva stretto una lunga amicizia. Lo spazio cambia, ma Paludetto rimane fedele allo spirito indipendente, aperto e sperimentale che ha contraddistinto il suo programma, come attesta il ciclo di mostre lunghe un giorno, A Calice Ligure non c’è il mare, organizzate in un piccolo spazio a Calice Ligure e dove sono intervenuti, tra gli altri, Aldo Mondino, Tino Stefanoni, Joseph Beuys e dove è stato messo in scena un falso matrimonio tra Nanda Vigo e Renato Mambor. Nel 1985 insieme a Mondino, Paludetto approda al Castello di Rivara, e lo trasforma in un Centro d’arte contemporanea. Celebri sono le mostre: Sei Artisti Tedeschi, 1989, con lavori di Stephan Balkenhol, Bernd&Hilla Becher e Isa Genzken; Itinerari, 1991, con la sala di Felix Gonzalez-Torres,  Viaggio a Los Angeles, 1992, che presenta lavori di Charles Ray, Paul McCarty e Raymond Pettibon; Una Domenica a Rivara, di cui ancora è visibile La Fuga di Maurizio Cattelan, poi ancora le personali di Aldo Mondino, Gianni Piacentino, Dan Graham, Gordon Matta Clarck, Joseph Beuys, Candida Höfer, Sergio Ragalzi, Paul Thek, per citarne alcune. Il Castello quest’anno ha celebrato i trent’anni di attività con la mostra 1985-2015: 30 anni d’arte contemporanea, in corso fino al 20 ottobre. La mostra ripercorre la storia della galleria e, oltre alle testimonianze degli anni Sessanta e Settanta, accoglie i lavori degli artisti che hanno animato il movimento torinese a partire dagli anni Ottanta, tra cui Nicola Bolla, Domenico Borrelli, Adriano Campisi, Carlo D’Oria, Paolo Grassino, Nicus Lucà, Pierluigi Pusole, Francesco Sena.

Ma l’attività di Paludetto non si esaurisce al Castello di Rivara: dal 1999 al 2005 ha dato vita alla Galleria Linding in Paludetto a Norimberga, mentre tra il 2010 e il 2011 ha aperto due vetrine del Castello di Rivara, una a Roma nel quartiere di San Lorenzo e una a Torino in via Stampatori, una coraggiosa dimostrazione, in tempo di crisi, che l’arte esiste ancora.

Organizzazione
ASSOCIAZIONE CULTURALE I MARTEDI CRITICI
Tel. +39 339 7535051
info@imartedicritici.it
www.imartedicritici.com
Sponsor:
Spedart
Media Partner:
Artribune
Art and Social Media
Riprese:
Studio Ray
Fotografo:
Sebastiano Luciano
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Residenze Artistiche

RESIDENZA ARTISTICA BOCS ART COSENZA

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L’associazione culturale I Martedì Critici in collaborazione con il Comune e la Provincia di Cosenza, sono lieti di sostenere il primo progetto di “Residenza artistica Cosenza”, che è stato inaugurato sabato 4 luglio 2015 alle ore 18.00, sul lungofiume di via Dante Alighieri, Cosenza.  La curatela del progetto è stata affidata dall’amministrazione comunale ad Alberto Dambruoso direttore artistico de I Martedì Critici.

Il progetto intende porsi come il primo di una lunga serie di residenze artistiche che, si auspica, porteranno la Città di Cosenza a posizionarsi a livello nazionale come uno dei luoghi più ambiti e prestigiosi per questa tipologia di attività.

Il progetto è stato pensato in modo da creare una piattaforma aperta al dialogo costruttivo con la collettività, che sarà invitata a partecipare a tutte le attività proposte durante il periodo della residenza artistica.

Tutti i cittadini, qualsiasi sia la loro età, dai bambini agli anziani, saranno coinvolti nel progetto sia attraverso la possibilità di accedere agli studi, avendo così la possibilità di vedere dal vivo la realizzazione di opere d’arte, sia attraverso workshop organizzati dagli artisti una volta a settimana, sia assistendo a performance che prenderanno vita ogni giorno tra le strade della città, sia infine attraverso una serie di dibattiti organizzati dal curatore alla presenza degli artisti.

Sono stati invitati dal curatore del progetto una trentina di artisti italiani e alcuni stranieri operanti nel nostro Paese, appartenenti a diverse generazioni e con molteplici ricerche artistiche che vanno della pittura alla scultura, dalla fotografia all’installazione, dalla performance alla video-installazione, in modo tale da offrire al pubblico il più ampio ventaglio di quelle che sono oggi le modalità tecnico – espressive più praticate dagli artisti contemporanei.

A fianco di artisti di chiara fama sono stati invitati a partecipare al progetto di residenza anche alcuni giovani artisti emergenti in modo da riflettere maggiormente lo spaccato del mondo dell’arte contemporanea e favorendo al contempo lo scambio tra maestri e giovani artisti.

La residenza artistica estiva si sviluppa da sabato 4 luglio a domenica 2 agosto e è suddivisa in due gruppi.

Il primo gruppo, composto da undici artisti, opera nella prima parte della residenza, dal 4 luglio al 18 luglio 2015. Questi i nomi degli artisti che prendono parte alla prima tranche di residenza:

Alessandro Bulgini, Mariana Ferratto, Riccardo Murelli, Danilo Bucchi, Simone Bertugno, Gianfranco Grosso, Davide D’Elia, Navid Nazimi, Nicola Rotiroti, Andres Torca, Leonardo Petrucci.

Il secondo gruppo, composto da una ventina di artisti, opera nella seconda parte della residenza, dal 18 luglio al 2 agosto. Questi i nomi degli artisti che prendono parta alla seconda tranche:

Flavio Favelli, Simone Pellegrini, Giuseppe Pietroniro, Andrea Salvino, Sandra Hauser, Emmanuele De Ruvo, Delphine Valli, Raffaele Fiorella, Davide Dormino, Donato Piccolo, Giovanni Gaggia, Marco Colazzo, Massimo Uberti, Marco Raparelli, Leonardo Aquilino, Sacha Turchi, Riccardo Cavallini, Giovanni De Angelis.

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Il progetto Residenza Artistica Cosenza 2015 ha selezionato gli artisti che saranno presenti per il periodo da Settembre a Novembre 2015, susseguendosi in gruppi:

Terzo gruppo: 05 SETTEMBRE – 19 SETTEMBRE 2015
Mauro Di Silvestre, Teresa Iaria, Francesco Cervelli, Iginio De Luca, Angelo Bellobono, Piotr Hanzelewicz, Luca Padroni, Baris Sanbas, Ninni Donato, Paolo Grassino, Vincenzo Rusciano, Niccolò De Napoli, Alessandro Fonte, Shawnette Poe, Lena Von Lapschina, Vanessa Alessi, Paolo Assenza, Tothi Folisi, Federico Lombardo, Angela Pellicanò e Giovanna Martinelli.

quarto gruppo: 21 SETTEMBRE – 4 OTTOBRE 2015
Giuseppe Capitano, Alessandro Scarabello, Antonello Viola, Girolamo Marri, Jole Serreli, Raffaella Mariniello, Stefano Canto, Marta Mancini, Sara Basta, Filippo Leonardi, Fabio Costantino Macis, Federica Di Carlo, Mirco Baricchi, Pietro Di Terlizzi, Emanuela Lena, Zeroottouno, Donato Piccolo, Gio Pistone, Maria Pia Picozza, Grossi/Maglioni, Ernesto Morales, Pablo Mesa Capella, Giuseppe Negro, Diego Mirabella, Paolo Angelosanto, Mauro Piccinini -misunderstanding project e Shingo Inao.

quinto gruppo: 5 OTTOBRE – 18 OTTOBRE 2015
Mauro Piccinini, Leandro Lottici, Nico Angiuli, Alvise Bittente, Marta Sesana, ROBOCOOP, Cristian Biasci, Stefano Cumia, Giuseppe Adamo, Alessandro Sarra, Stanislao Di Giugno, Paolo Chiasera, Cristina Cusani, Federico Lupo, Giuseppe Teofilo, Elia Sabato, Afterall, Lapo Simeoni, Gregorio Samsa, Virginia Panichi Donati, Marco Scifo, Giulia Caira, Ovidiu Leuce, Claudia Peill, David Fagioli, Alessandro Cicoria e Rosa Jijon.

sesto gruppo: 19 OTTOBRE – 07 NOVEMBRE 2015
Alessia Armeni, Paolo Puddu, Mauro Piccinini, Piero Mottola, Lamberto Teotino, Giorgia Fincato, Emanuele Sartori, Maziar Moktari, Marco Bernardi, Alice Schivardi, Lisa Wade, Gabriele Abruzzese, Begoña Zubero Apodaca, Luisa Valentini, Barbara Taboni, Alessandra Senso, Andrea Martinucci, Arash Radpour, Giacomo Rizzo, Giacomo Roccon, Roxy in the box, Stefania Fabrizi, Mauro Pallotta, Andrea Facco, Luca Cutrufelli e Pasquale Altieri.

settimo gruppo: 23 NOVEMBRE – 19 DICEMBRE 2015
Dionigi Mattia Gagliardi, Alessio Ancillai, Pierpaolo Lista, Jacopo Tomassini, Vincenzo Marsiglia, Andrea Gallo, Anita Calà, Jonathan Silverman, Angelo Marinelli, Corrado Sassi, Elena Nonnis, Lorenzo Casali, Sauro Cardinali, Denis Riva, Sveva Angeletti, Adele Lotito, Virginia Lopez, Remo De Vico, Jacopo Cardillo, Matteo Fato, Giovanni Termini, Serena Zanardi, Leila Mirzakhani, Laura Palmieri, Federica Gonnelli, Tina Sgrò, Laura Cionci, Guendalina Salini e Francesco Cabras.

ottavo gruppo: 26 DICEMBRE 2015 – 7 GENNAIO 2016
Claudia Zicari, Daniele d’Acquisto, Francesco Scialò, Enzo Casale, Francesco Ciavaglioli, Paolo Garau, Ilaria Abbiento, Martina Bassi, Aniello Barone, Marcello Buffa, Pietro Finelli, Antonio Marchetti, Lamera, Diego Miedo, Zolta, Dehors/Audela, Pierluigi Pusole, Coquelicot Mafille, Emanuele Napolitano, Alessandra Di Francesco, Giacinto Occhionero, Giorgio Pahor, Giuseppe Ciracì, Roberto Marchese e Desideria Burgio.

 

 

II Edizione, I Sessione (nono gruppo): 01-30 Luglio 2016: Arjan Shehaj, Marco Rossetti, Giacomo Zaganelli, Francesca Capasso, Ersilia Sarrecchia, Andreas Zampella, Pietro Manzo, Gianfranco Basso, Silvia Hell, Rossella Piccinno, Mariagrazia Pontorno/Barbara Gurrieri/Group, Michele Giangrande, Gino Blanc, Marco Andrighetto, Barbara Bonfilio, Virginia Zanetti, Roberta Garbagnati, Thomas Scalco, Claud Hesse, Yonel Hidalgo, Yari Miele, Gabriele Talarico, Patrizia Bonardi, Chiara Coccorese, Luca Mauceri, Antonio Barbieri e Evita Andujar.

 

 

 

 

Residenza Artistica Bocs Art Cosenza è ospite della piattaforma per residenze d’artista Art in Residence

Per partecipare come artista alla selezione della Residenza Artistica Cosenza Bocs Art, inviare CS artistico e portfolio a: info@imartedicritici.it

Metti un martedì sera, a casa di Alberto Dambruoso

Riparte da Roma il tradizionale ciclo di art talk serali, capitanato da Alberto Dambruoso. I Martedì Critici continuano il loro viaggio nell’arte italiana, con un bagaglio davvero niente male: tre anni di incontri, tre città ospitanti, cinque sedi e quasi cento artisti. Cento meno uno. Che è il prossimo della lista, atteso per martedì 17 settembre. Un momento di amarcord, ma anche di progetti e riflessioni, insieme al critico che si inventò il fortunato progetto, tra le mura di casa sua.

Alberto Dambruoso, Jannis Kounellis e Guglielmo Gigliotti – foto Sebastiano Luciano

Alberto Dambruoso, Jannis Kounellis e Guglielmo Gigliotti – foto Sebastiano Luciano

Partiamo dal principio. I Martedì Critici nascono, su tua iniziativa, in una chiave piuttosto intima, come una specie di progetto non profit casalingo. Mi racconti?
Era il 16 febbraio del 2010. Tutto nacque a Roma, all’interno di un loft in via Carlo Botta 28, sul Colle Oppio, un tempo adibito a garage per le carrozze del soprastante convento di San Giuseppe di Cluny. Ero rientrato in Italia pochi mesi prima da New York, dove, stanco del sistema italiano, avevo deciso di trasferirmi per un po’: fu un artista, che aveva utilizzato lo spazio come studio/abitazione, a propormi di rilevarlo. E così mi trasferii. Fatti i doverosi aggiustamenti, il loft assomigliava sempre più a una sorta di galleria con tanto di vetrina su strada. A quel punto mi si è accesa la lampadina: le potenzialità di socializzazione culturale dello spazio erano altissime. Ne parlai subito con Micol Di Veroli, con la quale avevo curato di recente una mostra, e la cosa le piacque molto. Le idee mi si chiarirono in fretta. Tutto quel che volevo fare per quel posto era invitare un artista, chiedergli di portare qualche opera recente – da allestire come se si trattasse di una galleria – e poi girare i divani di casa, in modo da permettere alla gente di sedersi, guardare e ascoltare la discussione scaturita dalla triangolazione circolare tra opera, critico e artista. Così sono nati gli incontri.

Incontri casuali, quanto fortunati. L’idea ha funzionato da subito?
Direi di sì. È bastata qualche mail e un po’ di tam tam sui i social network, perché tantissime persone prendessero via via a partecipare. Spazio strapieno, tanto che i cinquanta metri quadri dello studio spesso nemmeno bastavano. In quell’oramai storico primo anno abbiamo presentato trentadue artisti, tra i quali Renato Mambor, Gianfranco Gorgoni, Cesare Tacchi, Alessandra Giovannoni, Gianfranco Gorgoni, Dino Pedriali, Flavio Favelli, Maurizio Donzelli e tanti altri. È stato un crescendo d’interesse e di partecipazione, fino al punto che la sede era diventata davvero troppo stretta: in tanti rinunciavano ad assistere per la troppa calca. A quel punto capii che era il momento di cercare una nuova sede. Ma questo è un altro capitolo.

Martedì Critici al Pecci di Milano- Incontro con Paolo Grassino

Martedì Critici al Pecci di Milano- Incontro con Paolo Grassino

Una curiosità: la scelta del martedì è casuale? C’è una storia dietro?
No, scelta affatto casuale! Innanzitutto non è un mistero che un po’ d’ispirazione mi è venuta dai “Mardis Littéraires” di Mallarmé, che , come noto, aveva creato uno dei cenacoli più all’avangurdia nella Parigi di fin de siècle. Un altro motivo, non meno importante, sta nel fatto che la parola ‘martedì’ contiene anche la parola “arte”, dunque già nel titolo c’era tutto il senso del progetto: l’incontro sullo stesso piano tra arte e critica, senza alcuna gerarchia. Infine c’è un motivo che ha a che vedere con i detti popolari: nel vocabolario collettivo si usa dire “Lunedì nero” e così, se il lunedì è nero, il martedì non può essere che critico!

Perché nasce questo progetto? Voglio dire, a quale domanda rispondono I Martedì Critici e che cosa cercano di muovere a livello del sistema dell’arte locale e nazionale?

Non sono il solo a sostenere che I Martedì Critici hanno colmato, nel loro piccolo, una lacuna. Da tempo mancava a Roma, ma anche in altri posti in Italia, un luogo dedicato alla riflessione sull’opera, un posto di ritrovo tra artisti, storici dell’arte, appassionati o curiosi, dove poter vivere un’esperienza di evasione e arricchimento. Frequentando il mondo dell’arte da quando sono piccolo, mi ero accorto come nel tempo l’arte fosse spesso scaduta a mera vetrina, con tanto di vernissage in cui la gente tutto fa tranne che osservare le opere. I Martedì Critici si sono posti fin da subito come alternativa alle gallerie, ma anche a tanti altri spazi istituzionali, rivendicando sempre la propria indipendenza rispetto al cosiddetto sistema dell’arte. La libertà ad esempio di non dover dipendere dal mercato, né da decisioni politiche, ci ha sicuramente permesso di diventare nel tempo una voce autorevole.

A un certo punto poi il progetto si è allargato oltre Roma…

Sì ad un certo punto, grazie all’amico – artista Andrea Aquilanti, il quale dopo aver partecipato da protagonista ad un incontro, aveva parlato del progetto a Piercarlo Borgogno in contatto con il Centro Pecci, ci è arrivata poco dopo una proposta dal Museo di Prato che da qualche mese aveva aperto un distaccamento a Milano. Abbiamo così iniziato ad andare in trasferta nel dicembre del 2011. Nel 2012 ci è arrivata una richiesta anche dal Pan di Napoli e nello stesso anni siamo tornati a Milano con sette appuntamenti. A dire il vero nel tempo sono giunte altre richieste, per esempio pareva quasi chiuso un progetto di incontri a Bari. Poi, per i soliti problemi legati ai tempi della politica e alle varie poltrone che si succedono, non se n’è fatto più nulla.

I Martedì Critici con Simone Pellegrini- sede di Via Carlo Botta a Colle Oppio

I Martedì Critici con Simone Pellegrini- sede di Via Carlo Botta a Colle Oppio

Hai avuto diversi critici-partner. Li vogliamo ricordare tutti?

Devo dire che ho avuto delle ottime spalle fin dall’inizio. A partire da Micol Di Veroli, che mi ha accompagnato durante il primo anno nello studio di Colle Oppio, fino a Guglielmo Gigliotti che mi affianca dalla scorsa stagione per gli incontri romani. Gigliotti, anche se non ufficialmente, in realtà faceva già parte dello staff curatoriale dei Martedì Critici, avendo spesso partecipato alle serate delle edizioni precedenti, nel corso delle quali veniva chiamato in causa da me per le sue originali e sempre interessanti domande rivolte agli artisti. In mezzo, la collaborazione più lunga con Marco Tonelli, studioso che ho sempre stimato fin dai tempi dell’Università e che ha dovuto rinunciare a farmi da spalla dallo scorso gennaio dopo essere stato eletto assessore alla cultura presso il Comune di Mantova. E infine la presenza costante ed indispensabile di Sara De Chiara, una delle anime vere dei Martedì Critici, storica dell’arte di grande spessore, che da anni ci dà una grande mano per comunicazione e organizzazione.

Di artisti ne hai ospitati tanti in questi tre anni. Siamo quasi al numero tondo…

Conti alla mano, con Mario Ceroli, prossimo artista a intervenire sul palco dei Martedì Critici, sono novantanove gli artisti presentati ad oggi. Un numero enorme, a cui si legano davvero tanti ricordi. La maggior parte per fortuna piacevoli, tranne uno particolarmente triste: mi riferisco alla scomparsa dell’artista Paolo Picozza, dieci giorni prima dell’incontro a lui dedicato. Ciascun artista è riuscito ad apportare la sua visione dell’arte e il dibattito mi sembra sia stato sempre vivo durante le serate. Una sorta di rito che si rinnova ogni martedì.

Capitolo finanziamenti: questione spinosa, viste le difficoltà incontrate lungo il percorso. Come si finanzia il progetto?

Capitolo che ci potrebbe far capitolare! A parte la battuta, tutti sappiamo cosa significhi portare avanti in questo Paese un progetto esclusivamente di tipo culturale, in cui i curatori non prendono un centesimo e tutti i soldi se ne vanno in riprese video, spese di viaggio e ospitalità per gli artisti e infine per i collaboratori. Finora siamo riusciti ad andare avanti in vari modi: il primo anno attraverso il mio personale contributo, il secondo grazie a due associazioni culturali, Incontri internazionali d’arte e Cortoartecircuito, e l’anno scorso attraverso due sponsorizzazioni private (Fastweb e Spedart). Adesso stiamo proseguendo grazie agli introiti ottenuti da un’asta di opere donateci dagli artisti che avevano già partecipato e ad un altro contributo di Spedart.

H.H. Lim ai Martedì Critici – foto Sebastiano Luciano

H.H. Lim ai Martedì Critici – foto Sebastiano Luciano

Senza peli sulla lingua: dove avete incontrato maggiore supporto e dove invece porte chiuse e poca sensibilità?

Non saprei dirti a chi dare la palma del maggior supporto. Certamente devo ringraziare Marco Ravaglioli dell’associazione Iter – percorsi di cultura che ci ha permesso di entrare gratuitamente il secondo anno all’Auditorium di Mecenate, la Dart – Chiostro del Bramante, che ugualmente ci ospita con le stesse modalità dallo scorso anno, Beatrice Bulgari presidente di Cortoartecircuito, Paola Ugolini che né è il direttore artistico e Gabriella Buontempo presidente di Incontri Internazionali d’Arte che hanno finanziato un intero anno di programmazione, il Centro Pecci di Prato, che da due anni patrocina i Martedì Critici al Pecci di Milano e, non ultimo, tutti coloro che hanno deciso di fare l’iscrizione all’Associazione Culturale I Martedì Critici.
Chi sicuramente non dobbiamo ringraziare sono il Comune di Roma, che nella figura dell’ex assessore alla cultura Gasperini ci aveva promesso di eliminare l’odiosa gabella di entrata per gli spettatori all’Auditorium di Mecenate, cosa mai mantenuta; e non dobbiamo ringraziare tanto meno la Sovrintendenza dei Beni Artistici e Architettonici di Roma che ci ha richiesto per un anno di programmazione un tariffario per il nolo della sala.

Parliamo della stagione che sta per cominciare. Anticipazioni e calendari?

Si parte a Roma, negli spazi del Chiostro del Bramante, con Mario Ceroli, uno dei più grandi scultori viventi degli ultimi cinquant’anni. Per l’occasione ci sarà anche una presentazione di Maurizio Calvesi, il critico che più di tutti si è occupato del suo lavoro. Poi Nanni Balestrini, Bruna Esposito, Bruno Ceccobbelli e altri ancora. Ad accompagnarmi durante la conduzione delle serate ci sarà anche per questa edizione Guglielmo Gigliotti. Dopo Roma I Martedì Critici approderanno anche quest’anno al Pecci di Milano, dove insieme a Stefano Pezzato, curatore del Pecci, condurremo cinque incontri prima delle festività natalizie e poi altri otto incontri tra febbraio e marzo 2014. Tra i nomi per Milano posso anticiparti quelli di Vedovamazzei, Mauro Staccioli e Botto & Bruno.

Un po’ di riflessioni. In Italia il dibattito sulla cultura e sul contemporaneo, e nello specifico quello sull’arte italiana, a che punto sta, secondo te? C’è bisogno di parlare di arte italiana? E quanto i dibattiti pubblici possono essere utili per conferire forza e identità alla scena italiana? I Martedì Criitci servono anche un po’ anche a questo?

Hai centrato esattamente il nocciolo della questione. A mio avviso manca ancora in Italia una conoscenza reale dell’arte italiana dagli anni Sessanta a oggi. C’è un bisogno assoluto di parlare di arte italiana, perché noi italiani soffriamo di esterofilia e tendiamo a sottovalutare, se non addirittura ad ignorare, l’arte prodotta dai nostri artisti, che invece io ritengo essere superiore – e anche di molto – rispetto a tanta arte prodotta in molte altrove. Un atteggiamento che credo sia nato dopo la sconfitta della Seconda guerra mondiale, quando un enorme complesso d’inferiorità cominciava ad aleggiare tra gli artisti, i critici e i galleristi italiani. A un certo punto tutto quello che veniva dall’America doveva per forza essere buono e la nostra arte era come se venisse dopo i giganti della Pop, del Minimalismo, dell’arte Concettuale, della Land art. Ciò – tolte e esperienze di Celant e Bonito Oliva – ha comportato inevitabilmente una sottovalutazione per tutti quegli artisti italiani che – da Rotella a Mauri, da Festa a Schifano e ancora Ceroli, Pascali, Angeli, Lombardo, Mambor e tanti altri – avevano invece rivoluzionato il linguaggio artistico dopo la lezione degli informali Burri e Fontana. L’arte contemporanea italiana di oggi nasce in quegli anni e sarebbe giusto che venisse ristabilita una verità storica: gli italiani non erano da meno degli americani e la loro ricerca è tuttora di primissimo piano. E occorre ancora fare ancora un lavoro importante su tutti gli anni Ottanta e Novanta. Il Macro a Roma e qualche altra istituzione hanno provato a fare un lavoro in questo senso, ma i risultati non sono sempre stati eccellenti.

Alberto Di Fabio al Chiostro del Bramante, Roma, 16 aprile 2013 – foto Sebastiano Luciano

Alberto Di Fabio al Chiostro del Bramante, Roma, 16 aprile 2013 – foto Sebastiano Luciano

Noi, con i Martedì Critici, abbiamo voluto tentare una mappatura, la più obiettiva possibile, sull’arte di qualità e di spessore prodotta in Italia dagli anni Sessanta ad oggi, facendola raccontare direttamente agli artisti in vita. Ciò che rimarrà di questo lavoro sarà un grande archivio per la memoria storica di questi anni sicuramente fragili, ma anche estremamente ricchi e vitali.

Dove stanno andando i Martedì Critici? Piani, sogni, sviluppi?

Nonostante la situazione del Paese, in qualche modo si va avanti. Tra i sogni vi è quello d’iniziare a invitare artisti internazionali, magari poco visti nelle istituzioni italiane. E poi, un giorno, portare l’evento anche all’estero. Mi sono arrivate delle proposte da New York e non è detto che prima o poi non accada. Un progetto già nel cassetto è quello di riuscire a pubblicare un catalogo/dvd che raccolga le immagini e le testimonianze critiche di chi ha vissuto in prima persona il clima degli incontri. Un ultimo sogno, infine, che potrebbe avverarsi presto, è quello di rendere i Martedì Critici fruibili ad un maggior numero di persone interessate, attraverso la tv. Ci sto lavorando da qualche tempo e forse siamo vicini. Ma si sa, siamo in Italia: il condizionale è d’obbligo!

Helga Marsala

http://www.artribune.com/2013/09/metti-un-martedi-sera-a-casa-di-alberto-dambruoso/

I Martedì Critici al Museo Pecci di Milano gennaio 2013

I Martedì Critici al Museo Pecci. Si riparte da Milano, con Emilio Isgrò. La storia ardita delle cancellature, raccontata da un grande maestro del secondo Novecento

Scritto da  | lunedì, 21 gennaio 2013

 

Emilio Isgrò, Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, Milano, Centro Tool, 1971

Tornano, con l’inizio del 2013, i celeberrimi Martedì Critici, oramai un cult che scandisce le settimane dell’Italia dell’arte. Il nuovo ciclo coinvolge per il secondo anno il Museo Pecci, rinnovando la trasferta milanese. Dieci incontri in tutto, che vedranno impegnato lo staff – in primis i due curatori, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli – fino al prossimo 2 aprile. Quasi tutti confermati i nomi, che vi anticipiamo fin da ora: Emilio Isgrò, Paolo Grassino, Gianni Dessì, Giovanni Albanese, Paolo Icaro, Chiara Dynys, Piero Gilardi, Sergio Ragalzi. Ultimi due in attesa di conferma.
Si parte dunque con Isgrò, maestro assoluto del concettuale, tra le figure più apprezzate a livello internazionale nel panorama italiano del secondo Novecento. Isgrò è e resterà, nell’immaginario collettivo, l’artista delle “cancellature”. Colui che fece della sottrazione un’affermazione, che tramutò il vuoto di segno in pieno di senso: una scrittura di assenza, la sua, che ha ricamato porzioni di meditazione, di dubbio, di sospensione e di resistenza, lungo le pagine di testi classici, romanzi, scritti autografi, spartiti, carte geografiche, documenti storici.

Dichiaro di essere Emilio Isgrò, 2008, 400×287 cm, acrilico su tela montata su legno, Collezione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

Un lavoro da fine decostruzionista, che rimette in gioco la pratica interpretativa, quella semiologica, quella conoscitiva. La ricerca di nuovi significati passa, nel lavoro di Isgrò, attraverso la manipolazione, l’occultamento e la ridiscussione del già dato e del già detto. Il racconto, così, si trasforma in visione, nel momento in cui è la parola a farsi segno: la rete di pieni e di vuoti, che articola le pagine nuove, dispiega un universo utopico. Il luogo dell’infinitamente possibile.
E in questa contrapposizione continua tra bianchi e neri, sparizioni ed emersioni, l’artista siciliano ha affrontato anche lo spazio instabile del proprio Io, sfidando il concetto di identità: qui negata, lì ritrovata, a volte smentita, altre dichiarata. Identità in bilico, nelle testimonianze degli altri e nella consapevolezza di sé.
Il lavoro di Isgrò verrà ripercorso, nell’arco della serata, attraverso uno slide show con alcune immagini salienti della sua produzione: una storia che sarà lui stesso a raccontare, in dialogo con la lettura critica dei due curatori. Il video, come sempre, arriva la prossima settimana. Su Artribune Television.

– Helga Marsala

I Martedì Critici- Emilio Isgrò
22 gennaio 2013
Museo Pecci – Ripa di Porta Ticinese, 113 – Milano
Ingresso: libero
Orari: 19.30-21.30
Contatti: mob. 339 7535051
imartedicritici@gmail.com
http://www.imartedicritici.com; http://www.centropecci.it