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I Martedì Critici – Italo Tomassoni

ITALO TOMASSONI
9 maggio 2017, ore 19.30

Real Academia de España en Roma
Tempietto del Bramante
a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Martedì 9 maggio avrà luogo il terzo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti all’ottavo anno di attività.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno in diverse sedi, alternandosi tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – La Farnesina, il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna, e l’Accademia di Belle Arti di Roma, oltre che all’Istituto Italiano di Cultura Il Cairo.

Ospite del terzo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà Italo Tomassoni (Ancona, 1938).

omassoni ha intrapreso, parallelamente a quella di avvocato, una brillante carriera di critico d’arte che in poco tempo lo ha portato a confrontarsi con numerosi artisti di spicco nel panorama italiano e internazionale, da Alberto Burri a Gino De Dominicis a Joseph Beuys, per citarne alcuni.
Nel 1963 pubblica il suo primo saggio di soggetto artistico, intitolato Per una ipotesi Barocca, incentrato sull’analisi del rapporto tra l’arte barocca e l’arte contemporanea. L’indagine sulla storia, sulla classicità nel contemporaneo, sarà ripresa anni dopo e sfocerà nella definizione di Ipermanierismo, termine da lui coniato nel 1983 e oggetto di un omonimo saggio pubblicato nel 1985. L’ipermanierismo indica la tendenza di ritorno alla pittura, a un’elegante figurazione che, negando le correnti dell’avanguardia degli anni Settanta, si rivolge alla storia dell’arte per “riproporsi come il luogo del valore”, trovando nel tardo-manierismo e tardo-barocco un modello di rarefazione intellettuale e di “inganno”, teso alla ricerca di una dimensione originaria, di una “rivelazione”. Arte come storia dell’arte è il titolo della sezione da lui curata alla XI Quadriennale d’Arte di Roma del 1986, dove sono stati presentati i lavori di Alberto Abate, Stefano Di Stasio e Paola Gandolfi.
Membro dell’AICA fin dal 1964, Tomassoni ha collaborato a diverse testate giornalistiche, tra cui “La Fiera Letteraria”, “Avanti!”, “Vogue”, “Momento Sera”, “Flash Art”, e “Segno”. Negli anni Settanta ha lavorato con Alberto Burri alla creazione della Fondazione Burri a Città di Castello, di cui dal 1992 è consigliere oltre che membro del Comitato scientifico. A Burri Tomassoni ha dedicato molti studi e ha presentato i suoi lavori in diverse occasioni, a partire dall’incontro-mostra con Joseph Beuys a Perugia nel 1980, per arrivare alla monografica presentata al Pecci di Prato nel 1996, fino alla più recente esposizione Burri. Gli artisti e la materia, curata insieme a Maurizio Calvesi presso le Scuderie del Quirinale a Roma nel 2005.

Nel 1999 Tomassoni è curatore dell’esposizione retrospettiva dedicata a Gino De Dominicis alla 48a Biennale di Venezia, insieme a Harald Szeemann, e nello stesso anno fonda l’Archivio Gino De Dominicis, di cui ha inoltre curato la presentazione dell’opera Calamita Cosmica in diverse sedi (Ancona, Mole Vanvitelliana, 2005; Milano, Palazzo Reale-Piazza del Duomo, 2007; Parigi, Château de Versailles, 2007, Bruxelles, MAC’s Grand Hornu, 2008 e Foligno, Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, 2011) e il catalogo ragionato (Skira, Milano, 2011).
Alla carriera di critico e avvocato, si aggiunge quella di accademico: nel 1966 Tomassoni ha fondato con Giulio Carlo Argan il “corso Superiore di Disegno Industriale”, dove ha insegnato fino al 1969. Ha inoltre insegnato Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Perugia (1999-2002), e “Il Diritto d’Autore nelle opere d’arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma (2002-2008). Tomassoni è inoltre fondatore, nel 2001 insieme a Marcello Fagiolo, del Centro Studi sul Barocco sotto il patrocinio dell’Accademia dei Lincei, del Museo “Beuys” a Palazzo della Penna a Perugia, nel 2002, e del CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, di cui è direttore artistico dal 2009.

Tra le principali mostre ed eventi curati da Italo Tomassoni, ricordiamo: Beuys/Burri, Rocca Paolina, Perugia (1980); Anno Uno (con Michelangelo Pistoletto), Teatro Quirino, Roma (1980); Incontri Arte ’80 (con Lucio Amelio e Alberto Zanmatti), Spoleto (1980); Cy Twombly, elogio della mano sinistra, Festival dei Due Mondi, Spoleto (1980); Un anno da Strindberg (con Francesco Carlo Crispolti), Roma (1981); Il tempo dell’Immagine (con Maurizio Calvesi), Spello, Foligno (1983); Paradis e Ritorno (con Philippe Sollers), Teatro Sala Umberto, Roma (1983); Anacronismo, Ipermanierismo (con Maurizio Calvesi), Anagni (1984); Igor Mitoraj. Un Teatro Anatomico del classico, Macerata (1990); Alberto Burri, Museo Pecci, Prato (1996); Alberto Burri – Omaggio nell’ambito del premio Marche, Ancona (1996); La profondità dello sguardo, Flash Art Museum, Trevi (1996); Giuseppe Piermarini. I disegni di Foligno (con Paolo Portoghesi e altri), Palazzo Trinci, Foligno (1998); Burri. Gli artisti e la materia, Scuderie del Quirinale, Roma (2005); Burri. La sezione aurea dei Cellotex, Fondazione Matalon, Milano (2006); Chiara Dynys. In Alto (con Maurizio Calvesi), Museo Bilotti, Roma (2008); Ivan Theimer. Forme nella città, Macerata (2009); Anselm Kiefer, con Maurizio Calvesi e Bruno Corà, Ex Seccatoi Tabacco Collezione Burri, Città di Castello (2013). Tra le mostre presentate al CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, di cui Tomassoni è direttore artistico dal 2009, ricordiamo: Spazio, Tempo, Immagine (2009); Calamitati da Gino, con Giacinto Di Pietrantonio (2012); Vincenzo Agnetti, con Bruno Corà, (2012); Julian Schnabel e Carlo Maria Mariani (2013).

Tra le principali pubblicazioni: Per una ipotesi Barocca (Ed. dell’Ateneo, Roma, 1963); Tàpies, con G.C. Argan, (Ed. Cappelli, Bologna, 1967); Pollock (Sansoni De Agostini, Firenze, 1968; Mondrian (Sadea Sansoni, Firenze, 1969; Arte in Italia dopo il 1945 (Cappelli, Bologna, 1970); Lo spontaneo e il programmato, con prefazione di G.C. Argan, (Laboratorio delle Arti, Milano, 1970); O Grande (Bulzoni Editore, Roma, 1977); Incontro con Beuys (Il Quadrante, Torino, 1984); Ipermanierismo, con prefazione di G.C. Argan, (Politi Editore, Milano, 1985); Difesa della Natura. Joseph Beuys (Charta, Milano, 1996); Beuys a Perugia (Silvana Ed. d’Arte, Milano, 2003); Burri: gli artisti e la materia, con Maurizio Calvesi, (Scuderie del Quirinale, Roma, 2005); Anni ’70. Arte Italiana tra cronaca e mito (Laterza, Bari, 2007); Lo Spazio dell’Immagine e il suo Tempo / Il Tempo dell’immagine e il nostro tempo (Skira, Milano, 2009); Chiara Dynys. Save me (Skira, Milano, 2010); Giuseppe Uncini: i primi e gli ultimi (Silvana ed. Cinisello Balsamo, 2011); Gino De Dominicis. Catalogo ragionato (Skira, Milano, 2011).

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I Martedì Critici – Carlo Maria Mariani

CARLO MARIA MARIANI
6 dicembre 2016, ore 18,30
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma
a cura di Alberto Dambruoso e Italo Tomassoni

Martedì 6 dicembre alle 18.30 si è svolto il settimo appuntamento della stagione autunnale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al settimo anno di attività.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Roma, tra l’Accademia di Belle Arti e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – La Farnesina.
Ad affiancare l’ideatore degli incontri Alberto Dambruoso nella conduzione delle interviste, si avvicenderanno interlocutori di volta in volta diversi: Gianluca Brogna, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Guglielmo Gigliotti, Roberto Gramiccia, Italo Tomassoni.

Ospite dell’appuntamento, martedì 6 dicembre, è Carlo Maria Mariani (Roma, 1931). L’incontro è realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Carlo Maria Mariani si è diplomato nel 1955 all’Accademia di Belle Arti di Roma e fin da giovanissimo dipinge, come ha raccontato nell’intervista con Pier Vittorio Tonelli (in “Flash Art”, febbraio 2013), misurandosi, nelle prime esperienze, con la tecnica dell’affresco sulle superfici estese di absidi e catini di chiese. Negli antichi maestri allora prediletti, come Correggio e Caravaggio, o i Veneziani, primo fra tutti Tintoretto, riconosce la stessa tensione che muove dal profondo la sua pittura: lo slancio, venato di nostalgia, verso l’irraggiungibile ideale classico della forma. Più che frequentando pinacoteche, lo studio dell’antico si alimenta nelle biblioteche e negli archivi, come quello dell’accademia di San Luca a Roma, dove Mariani si concentra sugli artisti e teorici del Neoclassico, tra cui Johann Joachim Winckelmann, Karl Philipp Moritz e Anton Raphael Mengs.

L’approfondita conoscenza della tradizione e del passato lo porta a coniare la definizione di “Pittore come storico dell’arte” e a stabilire con gli antichi artisti e le loro opere un rapporto di natura empatica.

Negli anni Settanta, quando il sistema dell’arte era ancora dominato dal movimento concettuale, dalle esperienze performative e dell’happening, Mariani si dedica a una colta pittura figurativa: temi iconografici di ispirazione neoclassica prendono corpo sulla tela attraverso stratificazioni di colore e gradazioni di luce, spesso immersi in universi immaginari dove irrompono elementi di matrice surrealista o atmosfere d’ascendenza metafisica. La scelta all’epoca controcorrente della pittura, per di più figurativa, non rappresenta un’evasione, ma lancia una sfida, acuita dall’impronta classicheggiante dei soggetti e della resa, e offre una riflessione sullo stesso fare arte nel mondo contemporaneo. Mariani è l’artista di spicco dell’Anacronismo, movimento lanciato da Maurizio Calvesi nei primi anni Ottanta che, come rivela l’etimologia del termine, si riferisce a valori “fuori tempo” rispetto all’attualità e che attraverso un linguaggio colto, ricco di citazioni e vertiginosamente affacciato su un tempo remoto, destabilizza il presente.

Il dipinto nell’opera di Mariani diventa un terreno di indagine sulle attuali potenzialità del mezzo pittorico, senza rinunciare all’imprescindibile rapporto con l’antico che deriva dalla sua secolare tradizione e che, oltre a nutrire la nostra esigenza di bellezza, armonia e di contemplazione, attraverso una sfasatura ci interroga sul valore del tempo della memoria.

Dal 1993 Carlo Maria Mariani vive e lavora a New York. Nel 1997 ha ottenuto il Premio Marche per l’arte contemporanea ad Ancona e nel 1998 il Premio Antonio Feltrinelli per la pittura conferito dall’Accademia nazionale dei Lincei.

Le sue opere sono conservate in numerose collezioni in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo: Guggenheim Museum, New York; Lincoln Center, New York; Tate Gallery, Londra; Frye Museum, Seattle, Washington; Groninger Museum, Groninger, Olanda; Kunstsammlugen-Schlossmuseum, Weimar; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Fondazione Maramotti, Reggio Emilia; Collezione Borghese, Roma; ilMuseo di Palazzo Forti, Verona.

Tra le principali rassegne internazionali cui ha partecipato, ricordiamo: XVI Biennale di San Paolo, 1981; Documenta 7 a Kassel, 1982, Biennale di Sydney 1986, le edizioni della Biennale di Venezia del 1982, 1984,1990, La Quadriennale di Roma, 1992.

Ha inoltre esposto presso: Galleria d’Arte Moderna, Roma, 1980; Centre George Pompidou, Parigi, 1984; Museum of Modern Art, New York, 1984; Hirshorn Museum, Washington D.C., 1985; San Francisco Museum of Modern Art, 1986; Palais des Beaux Art, Charleroi, Belgio, 1987; Mathildenhohe Darmstadt, Germania, 1992; Los Angeles County Museum of Art, 1992; Frankfurt Kunstverein, Germania, 1997; California Center for the Arts, 1996; Frye Museum, Seattle, 1999; Museo d’arte moderna di Ostenda, Belgio 2001; Philadelphia Museum of Art, 2004; Palazzo Te, Mantova, 2005; Smithsonian National Portrait Gallery, Washington D.C., 2009; CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, 2013.

Per maggiori informazioni:
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Piazzale della Farnesina, 1
+39 06 36914145
dgsp8@esteri.it
www.collezionefarnesina.esteri.it

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I Martedì Critici – Concetto Pozzati

CONCETTO POZZATI

19 aprile 2016, ore 17.30

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sala Cinema, via Nizza 138

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

 

Il l terzo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al settimo anno di attività.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Roma, in diverse sedi, alternandosi tra il Museo MACRO di via Nizza, il Ministero degli Affari Esteri – La Farnesina e il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna.

Ad affiancare Alberto Dambruoso nella conduzione delle interviste, si avvicenderanno interlocutori di volta in volta diversi: Lorenzo Canova, Claudio Crescentini, Costantino D’Orazio, Sara De Chiara, Marco Di Capua, Guglielmo Gigliotti.

Ospite del terzo appuntamento, martedì 19 aprile, sarà Concetto Pozzati (Vò Vecchio, Padova, 1935). L’incontro è realizzato in collaborazione con Guglielmo Gigliotti.

Dopo i primi studi in architettura intrapresi a Bologna, Pozzati si trasferisce a Parigi dove si misura nel campo della grafica pubblicitaria presso l’atelier dello zio, il celebre Sepo, e dove comprende la sua la più profonda vocazione: la pittura. Rientrato in Italia, si stabilisce a Venezia e frequenta quello che sarà il suo autentico maestro, Virgilio Guidi. Nel 1958 espone a Roma alla galleria La Salita insieme con Fioroni, Schettini e Valentini, mentre l’anno successivo tiene la sua prima mostra personale al Salone Annunciata di Milano. L’esordio pittorico di Pozzati è caratterizzato da un approccio di tipo informale, gestuale e materico, ma fin dall’inizio degli anni Sessanta la sua ricerca si rivolge verso una nuova figurazione che arriva a esiti originali vicini alla Pop-Art. L’artista è tra i protagonisti della Biennale di Venezia del 1964, edizione che ha consacrato la Pop Art americana, e dove espone insieme agli artisti di Piazza del Popolo nella sezione curata da Maurizio Calvesi. Nello stesso modo in cui tiene uniti sulle tele registri diversi, colloquiali e popolari da una parte, colti e densi di rimandi alla storia dell’arte classica dall’altra, Pozzati crea una perfetta contiguità tra la realtà oggettiva e la sua rappresentazione, tanto da confonderne i confini. Memore dell’esperienza nel campo della comunicazione e allo stesso tempo ironico e dissacrante nei confronti della stessa immagine pubblicitaria, l’artista liberamente ricompone sulla tela una realtà che è allo stesso tempo familiare e metafisica, accattivante e straniante, fatta di oggetti aggregati tra loro, stilizzati o materici, decontestualizzati, ingranditi, assottigliati, inseriti in griglie geometriche, accesi da colori alterati e rivestiti di pattern fantasia.

Alla carriera artistica Concetto Pozzati ha affiancato l’attività di insegnamento: è stato ordinario della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Bologna e direttore di quella di Urbino fino al 1973. Dal 1993 al 1996 ha inoltre ricoperto la carica di assessore alla cultura del comune di Bologna e nel 1998 è stato direttore artistico della Casa del Mantegna di Mantova. Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Pozzati ha partecipato alle principali manifestazioni internazionali, tra le quali ricordiamo: Biennali di Venezia del 1964, 1972, 1982, 2007; Biennale di S.Paolo del Brasile nel 1963 e 1994, di Tokyo nel 1963; Dokumenta di Kassel nel 1964; Biennale di Parigi nel 1969; ha inoltre preso parte alle edizioni della Quadriennale di Roma del 1959, 1965, 1973, 1974, 1986.

Si sono tenute sue mostre antologiche a Palazzo della Pilotta, Parma nel 1968, a Palazzo Grassi, Venezia, nel 1974, a Palazzo delle Esposizioni, Roma, nel 1976, al Museo Forti, Verona, nel 1986, ai Musei di Bologna e Modena nel 1991; nel 1996 alla Rocca Malatestiana di Fano e a Palazzo Lazzarini a Pesaro; nel 1997 a Palazzo Massari a Ferrara e alla Pinacoteca dei Concordi a Rovigo. Nel 1999 ha esposto alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Termoli e al centro S. Apollonia di Venezia. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: nel 2002 all’Artcurial Centre D’Art Contemporain di Montecarlo e al CSAC Università di Parma, Palazzo della Pilotta. Museo Frisacco, Udine 2005, Concetto Pozzati, Torture, Castello di Arceto, Scandiano (RE), in collaborazione con Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 2005; Biblioteca di segni: Travestimenti, Galleria D’arte Moderna, Faenza, 2006;  De-posizioni, Museo Magazzino del Sale, Cervia, 2006; Bozzetti per De-posizioni, Museo Morandi, Bologna, 2007.

Info Pubblico: Ingresso libero fino ad esaurimento posti
via Reggio Emilia 54, Roma
via Nizza 138, Roma
060608
http://www.museomacro.org
Organizzazione:
ASSOCIAZIONE CULTURALE I MARTEDI CRITICI
Tel. +39 339 7535051
info@imartedicritici.it
http://www.imartedicritici.com
Info Stampa:
Ufficio Stampa MACRO
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548
p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it
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Media Sponsor:
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Riprese:
Studio Ray 
Fotografo:
Sebastiano Luciano
Servizi Museali:INFO STAMPA
Zetema
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i martedì critici – simona marchini

SIMONA MARCHINI

martedì 19 maggio 2015, ore 17.30

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

 

Il secondo appuntamento de “I Martedì Critici” al MACRO, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (www.sovraintendenzaroma.it) prevede la partecipazione di Simona Marchini (Roma, 1941).

L’incontro, che seguirà l’ormai consueta formula dell’intervista pubblica condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, si svolgerà presso la Sala Cinema del Macro.

Celebre attrice di teatro e di cinema, ma anche conduttrice radiofonica e televisiva, Simona Marchini è dalla metà degli anni Ottanta un’appassionata animatrice della vita intellettuale a Roma, promuovendo importanti iniziative culturali presso la galleria La Nuova Pesa, fondata dal padre Alvaro Marchini nel 1959 in via Frattina. Dopo la chiusura nel 1976, Simona Marchini decide di riprendere l’attività nel nuovo spazio di via del Corso dove, oltre a ricostituire un programma espositivo attento alle più interessanti proposte italiane e internazionali, fa rivivere anche il fervore intellettuale che aveva caratterizzato la fase della conduzione paterna. Negli anni Sessanta e Settanta la galleria era orientata verso la tendenza pittorica del realismo ed era teatro del dibattito culturale, animato da Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Roberto Rossellini e Italo Calvino.

Il Centro Culturale La Nuova Pesa non ha tradito lo spirito della sua origine, caratterizzato dallo scambio e dal dialogo reciproco tra diverse discipline artistiche, come la letteratura, il teatro e la musica, un approccio aperto e sperimentale che rende La Nuova Pesa ancora oggi uno dei principali punti di riferimento della vita culturale romana. Tra le prime iniziative, la galleria accoglie un dibattito sul postmoderno, tra arte, filosofia e letteratura e promuove le tendenze de “I nuovi-nuovi” di Renato Barilli, l’“Anacronismo” di Maurizio Calvesi e l’”Astrazione povera” di Filiberto Menna.

Nel 1986 il progetto Minuscole ha coinvolto, tra gli altri, Carla Accardi, Alighiero Boetti, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Salvo e Mario Schifano. Negli anni Novanta Marchini coinvolge nella direzione del programma espositivo un gruppo di artisti, tra cui Felice Levini, H. H. Lim e Giuseppe Salvatori, che contribuiscono a rendere il programma vivace.

Tra le numerose rassegne Monitor, presentata tra il 1999 e il 2000, propone una riflessione sul rapporto tra opera visiva e poesia, mettendo a confronto Alighiero Boetti e Giovan Battista Salerno; Fabio Mauri e i poeti Nanni Cagnone, Gianni Scalia, Emanuele Trevi.

Dopo la mostra di Rebecca Horn e Jannis Kounellis, dal 2004 interviene nella direzione artistica il giovane critico Giacomo Zaza, che organizza le mostre di Wolf Vostell, Nagasawa e Araki, avviando anche un rapporto di collaborazione con diverse istituzioni.

INFO STAMPA:
Ufficio Stampa MACRO
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548 / p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it 
INFO PUBBLICO:
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario di apertura: da martedì a domenica, ore 10.30-19.30  (la biglietteria chiude un’ora prima)
tel. 060608
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IL LIBRO

I Martedì Critici 2010-2015. La parola all’arte
 Maretti Editore

Schermata 2015-05-15 alle 16.39.40 Autore: Alberto Dambruoso
 Editore: Maretti Editore
 Anno: 2015
 Lingua: Italiano
 Pagine: 320
 Formato: 24×29 cm
 Legatura cofanetto con catalogo e cd
 Prezzo: € 70.00
Acquisto on line

 

 

 

 

Video della presentazione del libro

Questo volume racconta la storia dei primi cinque anni di attività de I Martedì Critici, un progetto di divulgazione e approfondimento sui temi della contemporaneità artistica, attuato attraverso la formula dell’intervista pubblica condotta ogni martedì da due critici d’arte a una figura di primo piano del panorama artistico nazionale e internazionale.

Il progetto, unico nel suo genere in Italia, è nato cinque anni fa nello studio/abitazione a Roma del critico d’arte Alberto Dambruoso, che ha condotto gli incontri negli anni insieme ad altri colleghi (Di Veroli, Tonelli, De Chiara, Pezzato, Bazzini e Gigliotti) ed è approdato, nel giro di qualche anno, in alcuni dei maggiori musei del nostro Paese, quali il MAXXI e il MACRO a Roma, il Museo Pecci a Milano e il MADRE a Napoli.

Il libro si divide in due sezioni.

Nella prima sono raccolte le testimonianze dei critici che insieme a Dambruoso hanno condotto gli incontri dal 2010 al 2015, seguite dalle testimonianze di coloro che hanno partecipato alle serate, la maggioranza rappresentata da storici e da critici d’arte, ma dove figurano anche direttori di Museo, direttori di riviste di settore e di importanti galleristi, come Fabio Sargentini. Questa prima parte si conclude con una poesia che Maurizio Calvesi ha voluto dedicare all’ideatore degli incontri.

La seconda sezione è dedicata ai centotrentatré ospiti delle serate, presentati nei cinque anni di attività. Si tratta prevalentemente di artisti, ma anche galleristi, storici dell’arte e critici. Disposti in ordine cronologico di partecipazione agli incontri, a ognuno di loro sono state riservate due pagine, contenenti o il comunicato stampa dell’evento o gli articoli scritti da Helga Marsala e pubblicati su “Artribune”, media partner del progetto dal 2011, insieme a fotografie scattate in occasione della serata e a ritratti e immagini di opere con cui gli artisti hanno scelto di presentarsi ai lettori.

Il volume è accompagnato da due DVD, prodotti grazie al contributo di “Cortoartecircuito” di Beatrice Bulgari.

Il primo raccoglie i video inediti del primo anno di attività (2010) svoltosi nella casa/studio di Dambruoso a Roma a Colle Oppio. Nonostante la qualità dei filmati, per il carattere di sperimentazione del progetto nel suo primo anno di attività, non sia eccellente, si è scelto d’inserirli ugualmente nel DVD, così da trasmettere la testimonianza di alcuni incontri memorabili, come quelli con Renato Mambor e Cesare Tacchi, due dei principali protagonisti della “Scuola romana” degli anni Sessanta che ci hanno lasciato di recente.

Il secondo raccoglie un montaggio di centoventi minuti di brevi sequenze tratte da tutti i video degli incontri tenutisi tra il 2011 e il 2015. La selezione è avvenuta estrapolando un momento saliente della conversazione in cui il protagonista esprime un concetto essenziale inerente alla propria opera, oppure dà una personale definizione dell’arte o ancora tratta di temi e problematiche nodali dell’arte contemporanea.

Acquisto on line


 

Presentazione del libro

(cofanetto con volume di 320 pp. e 2 DVD):

«I Martedì Critici – 2010/2015 – La parola all’arte» curato da Alberto Dambruoso Maretti Editore

martedì 9 giugno 2015, ore 17.30 Museo MACRO, Roma Il volume racconta la storia dei primi cinque anni di attività de I Martedì Critici, un progetto di divulgazione e approfondimento sui temi della contemporaneità artistica, attuato attraverso la formula dell’intervista pubblica condotta ogni martedì da due critici d’arte a una figura di primo piano del panorama artistico nazionale e internazionale. Il progetto, unico nel suo genere in Italia e anche all’estero, è nato cinque anni fa nello studio/loft a Roma del critico d’arte Alberto Dambruoso, che ha condotto  gli incontri insieme ad altri colleghi (Di Veroli, Tonelli, De Chiara, Pezzato, Bazzini, Gigliotti) approdando, nel giro di qualche anno, in alcuni dei maggiori musei del nostro Paese, quali il MAXXI e il MACRO a Roma,il Museo Pecci a Milano e il Museo MADRE a Napoli.  Il libro è introdotto dal testo dell’ideatore del progetto Alberto Dambruoso, al quale seguono i testi degli altri sei conduttori degli incontri Guglielmo Gigliotti, Marco Tonelli, Sara De Chiara, Micol Di Veroli, Marco Bazzini, Stefano Pezzato. Infine, ad arricchire la parte dedicata ai contenuti del libro figurano alcune preziose testimonianze di critici, storici dell’arte, direttori di riviste di settore, direttori di museo e galleristi che hanno partecipato alle serate; Maurizio Calvesi, Bruno Corà, Laura Cherubini,  Andrea Viliani, Massimiliano Tonelli, Fabio Sargentini, Federica Pirani, Augusta Monferini, Pericle Guaglianone, Paola Ugolini, Ludovico Pratesi, Marco Bazzini, Stefano Pezzato, Lorenzo Canova, Alessandro Demma, Paolo Aita, Martina Cavallarin, Roberto Gramiccia, Massimo Mattioli, Helga Marsala. 

Nel corso della presentazione sono intervenuti: Costantino D’Orazio,  Alberto Dambruoso, Guglielmo Gigliotti, Marco Tonelli, Marco Bazzini, Maurizio Calvesi, Augusta Monferini, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Paola Ugolini, Massimo Mattioli, Pericle Guaglianone, Paolo Aita e Roberto Gramiccia. Il cofanetto: I Martedì Critici – 2010/2015 – La parola all’arte», curato da Alberto Dambruoso, Maretti Editore, è disponibile per l’acquisto online   In occasione della presentazione del libro è seguito un dibattito su “La critica d’arte d’oggi”, tema che era stato al centro del convegno  “Gli Stati Generali della Critica d’Arte” sempre organizzato dall’Associazione culturale i Martedì Critici un mese prima  all’isola di San Servolo nei giorni dell’inaugurazione della 56 Biennale di Venezia (8 maggio 2015). “Cambia il mondo e con esso cambia il mondo dell’arte: può non cambiare la critica d’arte? E poi: quale critica d’arte?” La  tavola rotonda tenutasi al Macro ha cercato di mettere a fuoco alcune problematiche inerenti la natura, la necessità e l’attualità della critica d’arte oggi nonché gli aspetti formativi e i rapporti intrattenuti con il mondo dell’arte, dai musei alle gallerie, dalla carta stampata al web.

Riprese e montaggio: Studio Ray

Durante il convegno GLI STATI GENERALI DELLA CRITICA D’ARTE, dalle h. 18.00 alle h. 19.30, la presentazione del libro:

I Martedì Critici 2010/2015 – La parola all’arte, edito da Maretti Editore

con la presenza degli autori.

Sarà anche possibile vedere la proiezione integrale dei video-report di alcuni tra i più importanti artisti intervistati a I Martedì Critici. In programma i video di Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Mimmo Jodice,  Nunzio, Luigi Ontani, Gianfranco Barruchello, Renato Mambor e altri.

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