I Martedì Critici – Massimo Ruiu


Martedì 6 dicembre avrà luogo l’undicesimo appuntamento della nuova stagione de I Martedì
Critici, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’Associazione
Culturale I Martedì Critici, giunti al dodicesimo anno di attività.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo
dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno
presso diversi luoghi della cultura, tra cui la Sapienza Università di Roma, Facoltà di Architettura –
Sede di Valle Giulia, l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e l’Accademia di Belle Arti di Roma.
 
Ospite dell’undicesimo appuntamento stagionale de I Martedì Critici sarà Massimo Ruiu
                                                          
 
Massimo Ruiu nasce a SAN SEVERO (FG) nel 1961;si laurea in Lettere presso la Cattedra di
Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”; vive e lavora a Roma.
La ricerca artistica ha come costante una tensione poetica che guarda nell’uomo, a volte con ironia
per colmare l’abisso che c’è in lui.
Nelle opere di Massimo Ruiu c’è sempre qualcosa che non c’è. Nel ciclo delle “Ombre assolute”,
avviato nel ’97,”Galleria Pino Casagrande”, le immagini fotografiche sono forate da nere cavità
d’assetto geometrico, capaci di inghiottire lo sguardo.
In quei “buchi neri” l’immagine implode, tracolla e naufraga in se stessa, in una frana delle percezioni
che è tutta interna all’immagine. Eppure l’immagine è sempre lì. Cosa succede? Nel dittico fotografico
“7 minuti prima/7 minuti dopo” il non-evento è dentro l’evento. Nel video “Secondo tempo”, fisso per
ben 200 minuti su tale scritta, il primo tempo è un non-tempo che sostiene come un piedistallo invisibile
la nozione di tempo.(”Secondo Tempo”Palazzo Pascali, Polignano,2003) Nel ciclo delle opere dedicate
ai pesci è messa in scena la negazione della Storia attraverso parole sottratte e custodite dal mutismo
degli abitatori del mare (“Doppiomare” st. Fedele, Monopoli 2006, “Le parole illuminate dei pesci” Vedetta
della Marina, Giovinazzo 2008, MAR NERO, Casa vuota Roma 2018, Le parole e i pesci. Castello angioino
di Mola di Bari 2019, Pesci sognanti, dipinti, perduti. Gallera Cervo Volante, Bassano in Teverina VT 2022).
Nei quadri/reliquari contenenti la cenere di libri (1996), la pagina non muore, si polverizza in idea. E’ tutto
un procedere per negazioni affermative, per vuoti che riempiono e finitezze forate d’infinito. L’assenza,
la reticenza, il non-dire: sono i grimaldelli per rendere “assoluta” l’opera relativa, per completarla col suo
lato “non”, E se la parte più viva dell’immagine fosse il suo cuore cavo? Se la sua parte più vera fosse l
a sua parte più nera?
 
Massimo Ruiu rivolge la sua innata vena poetica alla definizione esatta di icone del non-essere fino
all’ultima deriva dove i pesci, accompagnati da lavagne parlanti, evocano in ambientazioni scolastiche
il desiderio di un approdo o la nostalgia di un naufragio (Ossimori, Museo delle genti d’Abruzzo PE 2019,
KM. 0 Galleria Gigi Rigliaco Galatina, Le, 2020). Nell’era dell’iper-immagine Ruiu inventa
l’anti-immagine delle “Ombre assolute”, nella stagione del “troppo” medita sul “meno”, sui lati in ombra,
invisibili solo ai ciechi (G.Gigliotti).
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole, 
da qui sviluppa un ciclo di opere realizzate con chiocciole in letargo che aprono ad una 
riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale.

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