Archivio mensile:aprile 2014

I Martedì Critici – Donato Piccolo

DONATO PICCOLO

29 aprile 2014, ore 19.00

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi, Alessandra Gattuso e Federica Peligra

Ospite del quinto incontro de I Martedì Critici è Donato Piccolo (Roma, 1976). La ricerca artistica di Piccolo trae nutrimento dal linguaggio della scienza e con essa condivide un simile atteggiamento di meraviglia nei confronti dei fenomeni fisici. È lo stesso tipo di curiosità a condurre l’artista, come lo scienziato, in una indagine profonda sulla materia, fino a scomporla nelle sue particelle più minute per scandagliare i meccanismi che risiedono nelle pieghe invisibili della realtà. Con l’uso di raffinate tecnologie l’artista crea sculture immateriali, evanescenti, ma realissime, poiché rendono visibili fenomeni, come quelli atmosferici, in cui siamo costantemente immersi. Sculture fatte d’aria, forme composte da gas e in continua trasformazione, rendono visibile il nesso tra causa e effetto, così come il legame sottile e profondo che unisce le esperienze di ogni giorno al contesto più ampio delle leggi fisiche che governano l’universo. Le opere riproducono la complessità della natura, riconducendola a una scultura, una forma portatile, a dimensione d’uomo, sottolineando così l’affinità tra uno stato esterno della atmosfera e uno interno della mente. I lavori di Piccolo sono un luogo di sperimentazione e di esercizio della conoscenza, di esplorazione delle sue possibilità e i suoi limiti.

Donato Piccolo vive e lavora tra Roma e New York. Tra le sue principali mostre personali ricordiamo: Housekeeping, Soligoart Project, Roma, 2006; WORTER, Galleria Stefania Miscetti, Roma, 2007; Avant et Devenir, Gallery Riff Art Projects, Parigi-Istanbul, 2009; Meccanismi d’Instabilità, Festival dei due Mondi, Casa Romana, Spoleto, 2009; Instabile reversibile, Galerie Mario Mazzoli, Berlino, 2010; Reversible Mechanisms, Space Gallery, Bratislava, 2010; Butterfly effect, Paolo Maria Deanesi Gallery, Rovereto, 2012; Holistic, Galerie Mario Mazzoli, Berlino, 2014. Tra le principali esposizioni collettive ricordiamo: 52a Biennale di Venezia, Padiglione Emirati Arabi Uniti, Venezia, 2007; Simboli di Ferro, Falce e Martello, Museo d’Arte Contemporanea, L’Aquila, 2008; Physical Conditions gallery crawl, Wood Street Gallery, Pittsburgh 2009; 11 Mostra Internacional Gas Natural Fenosa, MACUF, Museo de Arte Contemporáneo Gas Natural Fenosa, Coruña, 2010; Entre Glace et Neige. Processi ed energie della natura, Centre Saint Benin, Aosta, 2010; 54ma Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Venezia, 2011; After the crash, Orto Botanico, Roma, 2011; Turbulences, Boghossian Foundation, Bruxelles, 2012; Italienische Kunst Heute, Stadtgalerie Kiel e Museum Biedermann, Donauschingen, 2012; A sign on the road said: take us to MADRE!, Helper, New York, 2012; Bios, Georg-Kolbe Museum, Berlino, 2013; Turbulence II, Villa Empain, Boghossian Foundation, Bruxelles, 2013; Digital Life-Liquid Landscapes, MACRO Testaccio, Roma, 2013; The Genesys, Beyond Museum, Seoul, 2013; The naturalists, Castelluccio di Pienza-La Foce, Chianciano Terme, 2013; Vestige, Fondation Francès, Senlis, 2014.

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I Martedì Critici – Claudia Peill

CLAUDIA PEILL

22 aprile 2014, ore 19.00

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi, Alessandra Gattuso e Federica Peligra

Ospite del quarto appuntamento dei Martedì Critici, è  Claudia Peill (Genova, 1963).

Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma e in seguito all’esperienza di studio tra il 1999 e il 2000 presso l’Höherweg Studio di Düsseldorf, Peill sviluppa un linguaggio in cui immagini fotografiche sono giustapposte a campiture astratte. Gli effetti cromatici dei lavori sono realizzati con stesure di resine o vera e propria pittura, applicate anche sulla superficie fotografica. Gli scatti di Peill spesso isolano un particolare, ritagliano e ingrandiscono il dettaglio di un panorama, un’architettura, un oggetto, una scultura, un corpo, sottraendo l’immagine al flusso del reale e del tempo. Seppure riconoscibili, i soggetti delle fotografie, rielaborati pittoricamente e avulsi dal contesto, appaiono come sospesi e ci trasmettono una sensazione di straniamento. Frutto di un costante contrasto, sia a livello visivo nell’accostamento di figurazione a superfici colorate astratte, sia nella realizzazione che prevede l’elaborazione meccanica e la creazione manuale, le opere di Peill sanciscono la perdita di un legame univoco con la realtà e aprono dei varchi in cui si insinua il vuoto, il silenzio, luoghi per la riflessione. È l’esperienza stessa dell’artista a fare da filtro e a restituirci una immagine multisfaccettata del mondo, che nella frammentazione rivela la qualità discreta dello spazio, la sua natura al contempo materiale e immateriale.

Tra le principali esposizioni personali di Claudia Peill ricordiamo: Quattro tempi, Galleria Stefania Miscetti, Roma, 1993; Convergenze, Verna-Peill, Istituto Europeo Design, Roma 1996; Il senso del tempo, Photographic Center Peri, Turku, Finlandia, 1998; Skin Forms Map, MuseoLab, Università La Sapienza, Roma-Galleria Civica Uusikuva, Kotka, Finlandia, 2001; Claudia Peill, messa in onda, Istituto Italiano di Cultura di Colonia, 2002; Claudia Peill, Waves, Italian Cultural Institute of London, 2003; Claudia Peill, Galerie Andreas Brüning, Düsseldorf, 2003; Claudia Peill, chi vola vuole, Galleria Martano,Torino, 2004; Claudia Peill, Caduta libera, Galleria Pack, Milano, 2004; La città delle ombre bianche, Schifano-Peill, Galleria Anna d’Ascanio, Roma 2006; Fiato, Galerie Rossella Junck, Berlino, 2008-2009; Giorno/Notte, Hyunnart Studio, Roma, 2009; Sguardi condivisi, Mara Coccia, Roma, 2012; Intersezioni (con Kaisu Koivisto), Museo H.C. Andersen, Roma, 2013. Tra le mostre collettive, ricordiamo: Parole e sguardo, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1995; Montaliana, Genovantasei, Museo di Sant’Agostino, Genova 1996; Koivisto, Peill, Orfalian, Loggia del Temanza, Venezia, 1997; Arti visive2, Palazzo Ducale, Genova 1998; Il corpo assente, Künstverein Steyr, Austria, 1999; Fotoalchimie, Museo Pecci, Prato, 2000; Transgression, Künstlerhaus, Vienna, Austria, 2001; Periscopio, Cascina Grande, Milano, 2000; Roma Punto Uno, Galleria Pici, Seoul/Tokyo Design Center, Tokyo 2004; Höherweg 271, Künsthalle Düsseldorf, 2005; XII Biennale d’Arte Sacra, Museo San Gabriele, Teramo 2006; 59° Premio Michetti, I labirinti della memoria, Vasto 2007.

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I Martedì Critici – Pio Monti

PIO MONTI

15 aprile 2014, ore 19.00

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi e Federica Peligra

Ospite del terzo appuntamento della nuova stagione primaverile de I Martedì Critici è Pio Monti (Macerata, 1941).

L’incontro, che seguirà l’ormai consueta formula dell’intervista pubblica condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti ogni martedì a ospiti diversi, si svolgerà presso la sala cinema del Museo MACRO. Dopo l’esperienza della prima galleria Arte Studio Macerata, aperta nelle Marche nel 1969, Monti si trasferisce nel 1974 a Roma, che in quel momento sta attraversando un periodo di grande fervore creativo e intellettuale. Stringe amicizia con molti artisti, tra cui Emilio Prini, Vettor Pisani, Jannis Kounellis, ma soprattutto con Gino De Dominicis, marchigiano come lui e protagonista di otto mostre presso la galleria. De Dominicis e Monti hanno vissuto un rapporto molto intenso di condivisione e di dialogo, sia dal punto di vista umano sia professionale, che spesso è sfociato in una vera e propria collaborazione nella realizzazione delle opere. L’arte comportamentale di quegli anni, e il lavoro di De Dominicis in modo particolare, trasformava il gallerista in un vero e proprio complice. Come Monti ricorda, lui stesso ha provveduto personalmente a reperire materiale per la produzione delle opere, dalla mozzarella e la carrozza agli scheletri. Fin dagli anni Settanta, Monti è uno tra i principali animatori della vita artistica romana con una risonanza internazionale; da allora supporta gli artisti e sostiene un programma espositivo lontano dalle leggi del mercato, portato avanti con passione, estro e con instancabile ironia.

Dal 1974 a oggi, la galleria Pio Monti ha avuto diverse sedi a Roma: in via Principessa Clotilde, in Prati e poi in via dei Chiavari, in uno spazio disegnato da Carlo Berarducci, prima di approdare alla sede attuale in piazza Mattei. Monti porta avanti un programma di esposizioni, eventi, progetti editoriali che ha visto coinvolti artisti tra cui: Boetti, Buren, LeWitt, Vautier, Kosuth, Mochetti, Ontani, Alviani, Chiari, Merz, Mattiacci, Pistoletto, Albers, Agnetti, De Maria, Cucchi, Lim, Spalletti, Vitone, Nunzio, Levini, Iaria, Di Fabio.

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I Martedì Critici – Gianfranco Notargiacomo

GIANFRANCO NOTARGIACOMO

8 aprile 2014, ore 19.00

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotta

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi e Alessandra Gattuso

Ospite del secondo appuntamento stagionale è Gianfranco Notargiacomo (Roma, 1945). Dopo la laurea in Filosofia e il diploma all’Istituto d’Arte, Notargiacomo esordisce con la performance Gianfranco Notargiacomo for Mara Coccia Rome alla Galleria Arco D’Alibert a Roma nel 1969. Nel 1971 espone la celebre installazione Le nostre divergenze alla Galleria La Tartaruga. A metà strada tra linguaggio scultoreo, pittura e operazione concettuale, l’installazione era composta da più di duecento omini di plastilina colorata che, dai vari spazi della galleria in cui erano disposti e orientati verso il suo ingresso, si rivolgevano agli spettatori. Dal 1973 Notargiacomo comincia a elaborare un personale linguaggio pittorico che, passando per gli Autoritratti presentati alla Galleria La Salita e la serie dei ritratti di filosofi esposta alla Galleria La Tartaruga, giunge all’astrazione. Nascono alla fine degli anni Settanta i Takète: grandi sculture dinamiche, dipinte ad acrilico su lamiera o legno, dalla forma aguzza, percorse da una linea spezzata che punta verso l’alto. Lo stesso segno vibrante si ritrova nei dipinti: bande azzurre, rosse o gialle attraversano e animano la superficie delle tele, trattenendo l’energia che le ha prodotte. Da allora, fino alla produzione più recente, la materia pittorica è veicolo dell’impeto del gesto, che si trasmette alle linee e alle forme.Tra le numerose mostre personali di Gianfranco Notargiacomo ricordiamo quelle tenute a Castel Sant’Elmo a Napoli, 1981; Museo Diego Aragona Pignatelli, Napoli, 1983; Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza, Roma, 1995; la mostra antologica a Palazzo Reale, Milano, 1998; Museo di Roma in Palazzo Braschi, 2004; Centro Cultural Borges, Buenos Aires, 2007; Le nostre divergenze 1971-2009, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2009; A Grandi Linee, Forte Malatesta, Ascoli Piceno, 2013. Tra le mostre collettive ricordiamo: la VIII e la XI Biennale de Paris (1973 e 1980); Arte Critica, Galleria d’Arte Moderna, Roma, 1981 e poi Chicago;Arte Italiana 1960-1982, Hayward Gallery, Londra, 1982; La forma e l’informe, Galleria Civica, Bologna, 1983; Anniottanta, Galleria Civica, Bologna, 1985; Arte Italiana 1960-1985, Frankfurter Kunstverein, Francoforte, 1985; Arte Italiana, Museo di San Paolo del Brasile; Postastrazione, Rotonda della Besana, Milano, 1986; Biennale di Sydney, 1988; XIII Quadriennale d’Arte, Roma, 1999;Tirannicidi-Il disegno, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2000; Lavori in corso 10, MACRO, Roma, 2000; Arte Italiana 1968-2007. Pittura, Palazzo Reale, Milano, 2007. Ha esposto nel Padiglione Italia delle edizioni della Biennale di Venezia del 1982 e del 2011 e ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1986. Dal 1971 Notargiacomo ha insegnato all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila; dal 1979 è titolare della cattedra di Pittura a Firenze e poi a Roma dal 1999.

Dopo essere stati accolti per due anni consecutivi al Chiostro del Bramante di Roma, I Martedì Critici cambiano sede, a causa di lavori di ristrutturazione all’interno del Chiostro che ne comportano l’impraticabilità e saranno ospitati dal prossimo appuntamento e fino al termine della programmazione primaverile al Museo MACRO grazie all’interessamento e alla sensibilità  della direttrice ad interim Alberta Campitelli che ha trovato così una soluzione efficace e di grande prestigio alla mancata assegnazione della già annunciata sede dell’Auditorium di Mecenate, per via dei tempi della burocrazia e dei suoi zelanti funzionari che non sono riusciti in quasi due settimane ad apporre una firma per l’autorizzazione richiesta.

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I Martedì Critici – Emilio Mazzoli

EMILIO MAZZOLI

1° aprile 2014, ore 20.00

Chiostro del Bramante, Roma

A cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi e Alessandra Gattuso

Ospite del primo appuntamento stagionale al Chiostro del Bramante è Emilio Mazzoli (Modena, 1942).

Dopo la breve esperienza della galleria Futura, inaugurata nel 1970 con una mostra personale di Giulio Turcato, Mazzoli fonda nel 1977 a Modena la galleria che porta il suo nome e avvia una intensa attività espositiva, organizzando mostre di Vincenzo Agnetti, Gilberto Zorio, Enrico Castellani e Giovanni Anselmo. Verso la fine dell’anno successivo, Mazzoli presenta l’esposizione Tre o quattro artisti secchi in cui sono mostrati i lavori di Sandro Chia e di Enzo Cucchi. Accompagnata da una omonima pubblicazione, la mostra segna l’inizio della stagione della Transavanguardia. Tutte le mostre saranno accompagnate dalla pubblicazione di un catalogo, testimonianza della sua grande passione di bibliofilo. Mazzoli sostiene il processo del ritorno alla pittura di quegli anni e, oltre agli artisti della Transavanguardia, promuove il lavoro di Gino De Dominicis, Tano Festa, Mario Schifano e Alighiero Boetti. Espone artisti americani, tra cui Malcolm Morley, Ross Bleckner, Robert Longo, Alex Katz, David Salle, Mark Innerst e William Anastasi. Nel 1981 organizza la prima mostra personale al mondo di Jean Michael Basquiat, con la collaborazione di Diego Cortez, eccentrico critico d’arte e musica di New York. “La mostra che ho amato di più è quella che farò dopo” afferma Mazzoli; ed è questo entusiasmo, insieme a una apertura alle novità e a una grande libertà lontana dalle mere leggi del mercato, a guidare da oltre quarant’anni l’attività della sua galleria.

Emilio Mazzoli nasce a Modena il 5 febbraio 1942. Già dal 1966 si avvicina all’arte contemporanea e nel 1970 apre a Modena Futura-Galleria d’arte contemporanea. Nel 1977 inaugura la galleria Emilio Mazzoli, dove alla fine del 1978 inizia l’avventura dellaTransavanguardia con la mostra Tre o quattro artisti secchi che ne costituisce il manifesto. Da allora inizia una collaborazione costante con il critico e amico Achille Bonito Oliva, con cui organizza le mostre personali di Enzo Cucchi, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Nicola De Maria e Francesco Clemente, che suscitano un crescente interesse di respiro internazionale. Tra gli artisti con cui ha collaborato regolarmente ricordiamo Gino De Dominicis, Mario Schifano, e Alighiero Boetti. Ha collaborato in più occasioni con il critico e storico dell’arte Giovanni Testori, in particolare per la mostra di Enzo Cucchi dal titolo Fontana Vista e per la presentazione di una triade di giovani artisti austriaci: Herbert Brandl, Gunter Damish, Hubert Scheibl. Mazzoli ha inoltre promosso l’arte americana, esponendo opere di artisti come Malcolm Morley, Ross Bleckner, Robert Longo, Alex Katz, David Salle, Mark Innerst e William Anastasi anche grazie alla collaborazione con Richard Milazzo, critico e curatore di fama internazionale. Nel 1981 he realizzato la prima mostra personale al mondo di Jean Michael Basquiat. Tra gli altri artisti che Emilio Mazzoli ha presentato nella sua galleria ricordiamo infine, oltre ai fotografi Harry Kipper e Gregory Crewdson, il cantautore americano Devendra Banhart, alla sua prima mostra personale. Tra i giovani artisti italiani con cui Mazzoli collabora costantemente da alcuni anni vi sono: Marco Cingolani, Mario Dellavedova, Carlo Benvenuto, Amedeo Martegani, Stefano Graziani, Nicola Samorì. Emilio Mazzoli non promuove ideologie o particolari movimenti ma cura ed espone liberamente l’avanguardia.

Il progetto de “I Martedì Critici”, che in anni di dibattiti con artisti ha offerto una riflessione sullo stato dell’arte contemporanea in Italia, riprende la propria attività a Roma, affiancando agli appuntamenti con gli artisti, anche incontri con galleristi, figure di rilievo che hanno contribuito alla definizione del panorama attuale dell’arte.

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