ALESSANDRO PIANGIAMORE
31 maggio 2016, ore 19.30
TEMPIETTO DEL BRAMANTE, al Gianicolo
a cura di Alberto Dambruoso e Helga Marsala
Martedì 31 maggio avrà luogo il nono appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al settimo anno di attività.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Roma, in diverse sedi, alternandosi tra il Museo MACRO di via Nizza, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – La Farnesina e il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna.
Ad affiancare Alberto Dambruoso nella conduzione delle interviste, si avvicenderanno interlocutori di volta in volta diversi: Lorenzo Canova, Claudio Crescentini, Sara De Chiara, Marco Di Capua, Guglielmo Gigliotti, Helga Marsala.
Ospite del nono appuntamento, martedì 31 maggio, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, è Alessandro Piangiamore (Enna, 1976).
La pratica artistica di Alessandro Piangiamore, sebbene si sviluppi attraverso una molteplicità di approcci che prevedono l’impiego di media e materiali differenti, è contraddistinta da una ricerca volta a conferire un’espressione plastica a ciò che per natura è effimero o informe, come l’acqua raccolta nella cavità di una valva di conchiglia incastonata in una superficie di cemento in Una conchiglia vuota gocciola su un pavimento di cemento (2011). L’incontro di elementi naturali e organici, come conchiglie e petali di fiori, con materiali industriali come il cemento, crea una tensione data dal loro contrasto, un contrasto che alimenta gran parte della produzione di Piangiamore in cui leggerezza e gravità, esterno e interno, pieno e vuoto, mutevolezza e persistenza convivono. Nella serie Primavera Piangiamore (2014) alcuni contenitori di cristallo racchiudono le fragranze create dall’artista mescolando profumi raccolti nel tempo e ordinati secondo un personale principio di classificazione, basato sulle loro diverse gradazioni di colore. I contenitori, caratterizzati da forme sinuose e irregolari, sono stati realizzati da maestri vetrai, invitati ad ispirarsi nel plasmare la materia allo stesso profumo che le insolite ampolle sono destinate a contenere. Tutto il vento che c’è è un progetto cominciato nel 2008 e sviluppato a partire da un’indagine sui principali venti che soffiano nelle diverse aree geografiche del pianeta e le loro possibili rappresentazioni. Alcune sculture in terra sono state esposte all’azione del vento che ne ha levigato i contorni ed eroso le forme, ottenendo un risultato imprevedibile e concreto ma dotato di un risvolto immateriale, poiché parte della loro materia costitutiva è stata dispersa dal vento stesso. Oltre alle sculture, i venti sono ritratti in un gruppo di incisioni che raffigurano paesaggi naturali e urbani in cui è visibile l’azione dei venti, che a loro volta incidono sul territorio che colpiscono.
La recente serie di lavori intitolata La cera di Roma consiste in lastre di cera di grandi dimensioni, ottenute dalla fusione di residui di candele recuperati nelle chiese di Roma o nelle abitazioni degli amici dell’artista. Materiale di scarto proveniente da contesti diversi ritrova così una nuova unità che dà vita a una rappresentazione astratta, simbolica e casuale della città.
Tra le principali mostre personali di Alessandro Piangiamore, ricordiamo: L’osso è sacro, Angelo Mai, Roma, 2005; Sfidando la verità con la gravità, Paolo Bonzano Gallery, Roma, 2006; Luogo comune, (con Stanislao di Giugno), Galleria Tiziana Di Caro, Salerno, 2008; Quando il fuori di adesso era dentro e il dentro era fuori, Fondazione Brodbeck, Catania, in collaborazione con Palazzo Riso, Palermo, 2010; Tutto il vento che c’è, GAMeC, Bergamo, 2011; Testimone di fatti ordinari, MAGAZZINO, Roma, 2011; Tutto il vento che c’è, Galleria Civica Giovanni Segantini, Arco (Rovereto), in collaborazione con Museo dell’Alto Garda, MART (Rovereto), 2013; Primavera Piangiamore, Palais de Tokyo, Parigi, 2014; Attorno ad una conchiglia vuota, Istituto Italiano di Cultura, Parigi, 2015.
Tra le recenti collettive, ricordiamo: Triennale di Torino T2- 50 lune di Saturno, Castello di Rivoli, Rivoli, 2008; The sky into a room, Galleria Comunale d’Arte Monfalcone, 2009; Mutinity seemed a probability, Fondazione Giuliani, Roma, 2010; La scultura italiana del XXI secolo, Fondazione Pomodoro, Milano, 2010; ECC, Galleria Nazionale di Cosenza, 2011; When In Rome, a cura di L. Lo Pinto e V. Mannucci, Istituto Italiano di Cultura, Los Angeles, 2011; Smeared with the Gold of the Opulent Sun, Fondazione NOMAS, Roma, 2012; Re-Generation, MACRO, Roma, 2012; Il fascino discreto dell’oggetto, GNAM, Roma, 2013; Meteorite in giardino, Fondazione Merz, Torino, 2014; M I L K R E V O L U T I O N, American Academy in Rome, 2015; èdra- Tutta l’Italia è silenziosa, Real Academia Española e Istituto Polacco, Roma, 2015. Nel 2015, Piangiamore si è aggiudicato il XVI Premio Cairo con La XXI cera di Roma.