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I Martedì Critici – Gianfranco Notargiacomo

GIANFRANCO NOTARGIACOMO

8 aprile 2014, ore 19.00

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotta

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi e Alessandra Gattuso

Ospite del secondo appuntamento stagionale è Gianfranco Notargiacomo (Roma, 1945). Dopo la laurea in Filosofia e il diploma all’Istituto d’Arte, Notargiacomo esordisce con la performance Gianfranco Notargiacomo for Mara Coccia Rome alla Galleria Arco D’Alibert a Roma nel 1969. Nel 1971 espone la celebre installazione Le nostre divergenze alla Galleria La Tartaruga. A metà strada tra linguaggio scultoreo, pittura e operazione concettuale, l’installazione era composta da più di duecento omini di plastilina colorata che, dai vari spazi della galleria in cui erano disposti e orientati verso il suo ingresso, si rivolgevano agli spettatori. Dal 1973 Notargiacomo comincia a elaborare un personale linguaggio pittorico che, passando per gli Autoritratti presentati alla Galleria La Salita e la serie dei ritratti di filosofi esposta alla Galleria La Tartaruga, giunge all’astrazione. Nascono alla fine degli anni Settanta i Takète: grandi sculture dinamiche, dipinte ad acrilico su lamiera o legno, dalla forma aguzza, percorse da una linea spezzata che punta verso l’alto. Lo stesso segno vibrante si ritrova nei dipinti: bande azzurre, rosse o gialle attraversano e animano la superficie delle tele, trattenendo l’energia che le ha prodotte. Da allora, fino alla produzione più recente, la materia pittorica è veicolo dell’impeto del gesto, che si trasmette alle linee e alle forme.Tra le numerose mostre personali di Gianfranco Notargiacomo ricordiamo quelle tenute a Castel Sant’Elmo a Napoli, 1981; Museo Diego Aragona Pignatelli, Napoli, 1983; Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza, Roma, 1995; la mostra antologica a Palazzo Reale, Milano, 1998; Museo di Roma in Palazzo Braschi, 2004; Centro Cultural Borges, Buenos Aires, 2007; Le nostre divergenze 1971-2009, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2009; A Grandi Linee, Forte Malatesta, Ascoli Piceno, 2013. Tra le mostre collettive ricordiamo: la VIII e la XI Biennale de Paris (1973 e 1980); Arte Critica, Galleria d’Arte Moderna, Roma, 1981 e poi Chicago;Arte Italiana 1960-1982, Hayward Gallery, Londra, 1982; La forma e l’informe, Galleria Civica, Bologna, 1983; Anniottanta, Galleria Civica, Bologna, 1985; Arte Italiana 1960-1985, Frankfurter Kunstverein, Francoforte, 1985; Arte Italiana, Museo di San Paolo del Brasile; Postastrazione, Rotonda della Besana, Milano, 1986; Biennale di Sydney, 1988; XIII Quadriennale d’Arte, Roma, 1999;Tirannicidi-Il disegno, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2000; Lavori in corso 10, MACRO, Roma, 2000; Arte Italiana 1968-2007. Pittura, Palazzo Reale, Milano, 2007. Ha esposto nel Padiglione Italia delle edizioni della Biennale di Venezia del 1982 e del 2011 e ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1986. Dal 1971 Notargiacomo ha insegnato all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila; dal 1979 è titolare della cattedra di Pittura a Firenze e poi a Roma dal 1999.

Dopo essere stati accolti per due anni consecutivi al Chiostro del Bramante di Roma, I Martedì Critici cambiano sede, a causa di lavori di ristrutturazione all’interno del Chiostro che ne comportano l’impraticabilità e saranno ospitati dal prossimo appuntamento e fino al termine della programmazione primaverile al Museo MACRO grazie all’interessamento e alla sensibilità  della direttrice ad interim Alberta Campitelli che ha trovato così una soluzione efficace e di grande prestigio alla mancata assegnazione della già annunciata sede dell’Auditorium di Mecenate, per via dei tempi della burocrazia e dei suoi zelanti funzionari che non sono riusciti in quasi due settimane ad apporre una firma per l’autorizzazione richiesta.

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I Martedì Critici – Emilio Mazzoli

EMILIO MAZZOLI

1° aprile 2014, ore 20.00

Chiostro del Bramante, Roma

A cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara, Maria Elisa Giorgi e Alessandra Gattuso

Ospite del primo appuntamento stagionale al Chiostro del Bramante è Emilio Mazzoli (Modena, 1942).

Dopo la breve esperienza della galleria Futura, inaugurata nel 1970 con una mostra personale di Giulio Turcato, Mazzoli fonda nel 1977 a Modena la galleria che porta il suo nome e avvia una intensa attività espositiva, organizzando mostre di Vincenzo Agnetti, Gilberto Zorio, Enrico Castellani e Giovanni Anselmo. Verso la fine dell’anno successivo, Mazzoli presenta l’esposizione Tre o quattro artisti secchi in cui sono mostrati i lavori di Sandro Chia e di Enzo Cucchi. Accompagnata da una omonima pubblicazione, la mostra segna l’inizio della stagione della Transavanguardia. Tutte le mostre saranno accompagnate dalla pubblicazione di un catalogo, testimonianza della sua grande passione di bibliofilo. Mazzoli sostiene il processo del ritorno alla pittura di quegli anni e, oltre agli artisti della Transavanguardia, promuove il lavoro di Gino De Dominicis, Tano Festa, Mario Schifano e Alighiero Boetti. Espone artisti americani, tra cui Malcolm Morley, Ross Bleckner, Robert Longo, Alex Katz, David Salle, Mark Innerst e William Anastasi. Nel 1981 organizza la prima mostra personale al mondo di Jean Michael Basquiat, con la collaborazione di Diego Cortez, eccentrico critico d’arte e musica di New York. “La mostra che ho amato di più è quella che farò dopo” afferma Mazzoli; ed è questo entusiasmo, insieme a una apertura alle novità e a una grande libertà lontana dalle mere leggi del mercato, a guidare da oltre quarant’anni l’attività della sua galleria.

Emilio Mazzoli nasce a Modena il 5 febbraio 1942. Già dal 1966 si avvicina all’arte contemporanea e nel 1970 apre a Modena Futura-Galleria d’arte contemporanea. Nel 1977 inaugura la galleria Emilio Mazzoli, dove alla fine del 1978 inizia l’avventura dellaTransavanguardia con la mostra Tre o quattro artisti secchi che ne costituisce il manifesto. Da allora inizia una collaborazione costante con il critico e amico Achille Bonito Oliva, con cui organizza le mostre personali di Enzo Cucchi, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Nicola De Maria e Francesco Clemente, che suscitano un crescente interesse di respiro internazionale. Tra gli artisti con cui ha collaborato regolarmente ricordiamo Gino De Dominicis, Mario Schifano, e Alighiero Boetti. Ha collaborato in più occasioni con il critico e storico dell’arte Giovanni Testori, in particolare per la mostra di Enzo Cucchi dal titolo Fontana Vista e per la presentazione di una triade di giovani artisti austriaci: Herbert Brandl, Gunter Damish, Hubert Scheibl. Mazzoli ha inoltre promosso l’arte americana, esponendo opere di artisti come Malcolm Morley, Ross Bleckner, Robert Longo, Alex Katz, David Salle, Mark Innerst e William Anastasi anche grazie alla collaborazione con Richard Milazzo, critico e curatore di fama internazionale. Nel 1981 he realizzato la prima mostra personale al mondo di Jean Michael Basquiat. Tra gli altri artisti che Emilio Mazzoli ha presentato nella sua galleria ricordiamo infine, oltre ai fotografi Harry Kipper e Gregory Crewdson, il cantautore americano Devendra Banhart, alla sua prima mostra personale. Tra i giovani artisti italiani con cui Mazzoli collabora costantemente da alcuni anni vi sono: Marco Cingolani, Mario Dellavedova, Carlo Benvenuto, Amedeo Martegani, Stefano Graziani, Nicola Samorì. Emilio Mazzoli non promuove ideologie o particolari movimenti ma cura ed espone liberamente l’avanguardia.

Il progetto de “I Martedì Critici”, che in anni di dibattiti con artisti ha offerto una riflessione sullo stato dell’arte contemporanea in Italia, riprende la propria attività a Roma, affiancando agli appuntamenti con gli artisti, anche incontri con galleristi, figure di rilievo che hanno contribuito alla definizione del panorama attuale dell’arte.

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I Martedì Critici – Andrea Salvino

ANDREA SALVINO

5 novembre 2013, ore 20.00

Chiostro del Bramante, Roma

 a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara e Eleonora Aliano

 

Ospite dell’ottavo e ultimo appuntamento stagionale dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Andrea Salvino (Roma, 1969).

Artista attivo tra Berlino e Roma, Salvino rivolge uno sguardo indagatore alla storia e al passato, per trarre i soggetti e le iconografie dei suoi dipinti e disegni. Eventi di cronaca, episodi drammatici della storia italiana e mondiale, ma anche celebri fotografie e scene di film, sono il punto di partenza per le sue opere, realizzate con tecniche diverse, in cui la Storia si sfrangia nelle molteplici sfaccettature delle storie delle singole persone, abolendo le gerarchie tra primo piano e sfondo, e costruendo una narrazione che intreccia vicende private e collettive, reali e immaginarie, quotidianità e sensazionalismo. I disegni e i dipinti che l’artista crea, memori dell’esperienza tedesca della Neue Sachlichkeit, possiedono una forte carica eversiva e affrontano con realismo, talvolta scabrosità, argomenti tabù, come l’erotismo e la pornografia, o fanno riemergere vicende scomode, come le scene di guerriglia urbana che raccontano gli anni di Piombo. Sia che possiedano la freschezza di uno schizzo realizzato dal vero, sia che provengano dal mondo mediatico, le immagini mostrano il loro potere e, costantemente interrogate e sollecitate da Salvino, ci rivelano la complessità del loro rapporto con la memoria, la politica, la società, la vita.

Tra le mostre personali di Andrea Salvino ricordiamo Il disprezzo, presso la Fondazione A. Olivetti, Roma, 2001; Donne facili, Corvi-Mora, Londra, 2003; Antagonista, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, 2005; Nicht Versöhnt oder Es hilft nur Gewalt, wo Gewalt herrscht (Non riconciliati o Solo violenza aiuta dove violenza regna), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2012 e il suo recente intervento per il ciclo di mostre Private, presso lo studio Geddes a Roma. Tra le numerose mostre collettive a cui l’artista ha partecipato, ricordiamo Exit, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2002; Absolut Generation, sezione Extra 50 della 50ma Biennale di Venezia, 2003; I nuovi mostri, Fondazione Nicola Trussardi, Milano, 2004; Post Notes, ICA Londra, Midway Contemporary Art, Minneapolis, Minnesota, 2005; Apocalittici e integrati. Utopia nell’arte italiana di oggi, Maxxi, Roma, 2007; Imágenes latentes, Galería Fúcares, Madrid, 2008; Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia, MCA Chicago, 2008; When in Rome, Istituto italiano di Cultura, Los Angeles, 2011.

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I Martedì Critici – Bruna Esposito

BRUNA ESPOSITO

29 ottobre 2013, ore 19.30

Chiostro del Bramante, Roma

 

Ospite del settimo e penultimo appuntamento dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Bruna Esposito, nata a Roma (1960), dove attualmente vive e lavora, dopo aver trascorso lunghi periodi a New York e a Berlino.

Attraverso linguaggi diversi, dall’installazione alla performance, dalla scultura al disegno e alla fotografia, i lavori di Esposito sono il risultato dell’azione un filtro costituito dallo sguardo particolare che l’artista getta sul mondo reale. Situazioni e materiali quotidiani vengono setacciati, finché non ne rimangono che frammenti, densi di un inatteso lirismo e l’esperienza vissuta non è trasfigurata, poiché colta in quell’impercettibile mutamento in cui il dettaglio contingente si rivela scheggia di un retaggio ancestrale e universale. Come haiku giapponesi, Esposito crea dei componimenti caratterizzati da una forma essenziale, dal fragile equilibrio di uno stato d’animo, spesso ricorrendo spesso al linguaggio della natura. Tra i suoi lavori più celebri, l’installazione Aquarell è costituita da una panchina, le cui assi sono state sostituite da specchi. Mostrata per la prima volta a Berlino nel 1988 e presentata in una versione “sull’acqua” alla Biennale di Venezia nel 1999, Aquarell è una scultura mutevole, che assorbe e riflette l’ambiente naturale in cui è inserita, leggera, precaria, attraente e al contempo tagliente e destabilizzante, desta nello spettatore una nuova consapevolezza dello spazio.

Bruna Esposito ha partecipato a numerose rassegne internazionali, tra cui ricordiamo Documenta a Kassel nel 1997, La ville, le jardin la mémoire, Villa Medici, Roma nel 1998, La Biennale di Venezia nel 1999, in cui è premiata, insieme ad altre artiste italiane, con il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale. Nello stesso anno ha vinto l’Italian Studio Program P.S.1 a New York. Ha preso parte all’edizione della Biennale di Venezia del 2005, alla Biennale di Istanbul nel 2003 e a quella di Gwanjiu in Corea nel 2004; a La Quadriennale di Roma nel 1996 e nel 2008; Une histoire privée, Maison Européene de la Photographie, Parigi nel 2006; Italics, Palazzo Grassi, Venezia nel 2007, Terre Vulnerabili, Hangar Bicocca, Milano e Spazio, MAXXI, Roma nel 2010. Tra le recenti mostre personali ricordiamo Compro Oro, nel 2007 all’Edicola Notte a Roma, la mostra al Castello di Rivoli e Madre Patria a Castel Sant’Elmo a Napoli, entrambe nel 2002.

 

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I Martedì Critici – Roberto Pietrosanti

ROBERTO PIETROSANTI

22 ottobre 2011,  ore 20.00

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

con la collaborazione di Sara De Chiara e Eleonora Aliano

Ospite del sesto appuntamento dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Roberto Pietrosanti, (L’Aquila, 1967).

Trasferitosi a Roma dalla fine degli anni Ottanta, inizia il suo percorso artistico sotto la guida di tre grandi artisti, quali Bruno Ceccobelli, Fabio Mauri e Mauro Staccioli. Parallelamente Pietrosanti matura una sua personale ricerca, che sembra trovare nel tessuto urbano e nella storia di Roma un polo costante con cui la sua riflessione artistica si confronta: l’elemento classico, che si ritrova nel rigore compositivo dei suoi lavori e nell’eleganza delle forme. Prima dell’esordio artistico, l’artista ha avuto una formazione in campo musicale, che è possibile rintracciare nella sua produzione visiva, per esempio nella ripetizione degli stessi segni o forme. A metà strada tra scultura e architettura, le opere di Pietrosanti si distinguono per l’indagine dello spazio circostante che l’artista persegue e in cui il monocromo, che delinea l’orizzonte all’interno del quale si muove tutta la sua ricerca, da attributo relativo al cromatismo diventa qualità dello spazio. Elementi geometrici semplici, tra superfici e volumi, vengono caricati di tensioni, che pulsano grazie all’uso di metalli. Lamine di rame, ottone e spilli rendono dinamiche le superfici, cercando di raggiungere un equilibrio, che tuttavia non cela la natura duplice dell’arte, la combinazione di due forze, che potremmo definire apollinea e dionisiaca.

Tra le recenti mostre di Pietrosanti, ricordiamo “Arte Contemporanea Lavori in corso 10”, presso il Macro di Roma nel 2000; “Migranti”, opera site specific insieme con Elvio Chiricozzi presso lo Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande a Roma; l’installazione con le sfere di rame serrate tra le pareti e un muro in cemento per la fondazione Volume!, a Roma nel 2003. Nel 2004 ha partecipato alla rassegna “Monocromos. Da Malevic al presente”, presso il Reina Sofia di Madrid e alla X edizione della Biennale di Architettura di Venezia. Presso la galleria A.A.M di Roma si è tenuta nel 2006 la personale “Nel bianco”; nel 2009 partecipa alla mostra “Confines”, a cura di Vincenzo Trione e Consuelo Císcar Casabán, negli spazi del Museo IVAM di Valencia. Nel settembre 2012 è inaugurata l’installazione sulla scalinata esterna al Museo dell’Ara Pacis, oggi collocata nella riserva naturale della Tenuta dei Massimi a Roma. Nel 2013 ha partecipato alla mostra “Post  Classici” tenutasi ai Fori Imperiali e sul Palatino di  Roma. Pietrosanti ha realizzato inoltre progetti per il teatro e la danza contemporanea con le compagnie Altroteatro e Sistemi Dinamici Altamente Instabili.

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