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I Martedì Critici – Italo Tomassoni

ITALO TOMASSONI
9 maggio 2017, ore 19.30

Real Academia de España en Roma
Tempietto del Bramante
a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Martedì 9 maggio avrà luogo il terzo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti all’ottavo anno di attività.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno in diverse sedi, alternandosi tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – La Farnesina, il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna, e l’Accademia di Belle Arti di Roma, oltre che all’Istituto Italiano di Cultura Il Cairo.

Ospite del terzo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà Italo Tomassoni (Ancona, 1938).

omassoni ha intrapreso, parallelamente a quella di avvocato, una brillante carriera di critico d’arte che in poco tempo lo ha portato a confrontarsi con numerosi artisti di spicco nel panorama italiano e internazionale, da Alberto Burri a Gino De Dominicis a Joseph Beuys, per citarne alcuni.
Nel 1963 pubblica il suo primo saggio di soggetto artistico, intitolato Per una ipotesi Barocca, incentrato sull’analisi del rapporto tra l’arte barocca e l’arte contemporanea. L’indagine sulla storia, sulla classicità nel contemporaneo, sarà ripresa anni dopo e sfocerà nella definizione di Ipermanierismo, termine da lui coniato nel 1983 e oggetto di un omonimo saggio pubblicato nel 1985. L’ipermanierismo indica la tendenza di ritorno alla pittura, a un’elegante figurazione che, negando le correnti dell’avanguardia degli anni Settanta, si rivolge alla storia dell’arte per “riproporsi come il luogo del valore”, trovando nel tardo-manierismo e tardo-barocco un modello di rarefazione intellettuale e di “inganno”, teso alla ricerca di una dimensione originaria, di una “rivelazione”. Arte come storia dell’arte è il titolo della sezione da lui curata alla XI Quadriennale d’Arte di Roma del 1986, dove sono stati presentati i lavori di Alberto Abate, Stefano Di Stasio e Paola Gandolfi.
Membro dell’AICA fin dal 1964, Tomassoni ha collaborato a diverse testate giornalistiche, tra cui “La Fiera Letteraria”, “Avanti!”, “Vogue”, “Momento Sera”, “Flash Art”, e “Segno”. Negli anni Settanta ha lavorato con Alberto Burri alla creazione della Fondazione Burri a Città di Castello, di cui dal 1992 è consigliere oltre che membro del Comitato scientifico. A Burri Tomassoni ha dedicato molti studi e ha presentato i suoi lavori in diverse occasioni, a partire dall’incontro-mostra con Joseph Beuys a Perugia nel 1980, per arrivare alla monografica presentata al Pecci di Prato nel 1996, fino alla più recente esposizione Burri. Gli artisti e la materia, curata insieme a Maurizio Calvesi presso le Scuderie del Quirinale a Roma nel 2005.

Nel 1999 Tomassoni è curatore dell’esposizione retrospettiva dedicata a Gino De Dominicis alla 48a Biennale di Venezia, insieme a Harald Szeemann, e nello stesso anno fonda l’Archivio Gino De Dominicis, di cui ha inoltre curato la presentazione dell’opera Calamita Cosmica in diverse sedi (Ancona, Mole Vanvitelliana, 2005; Milano, Palazzo Reale-Piazza del Duomo, 2007; Parigi, Château de Versailles, 2007, Bruxelles, MAC’s Grand Hornu, 2008 e Foligno, Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, 2011) e il catalogo ragionato (Skira, Milano, 2011).
Alla carriera di critico e avvocato, si aggiunge quella di accademico: nel 1966 Tomassoni ha fondato con Giulio Carlo Argan il “corso Superiore di Disegno Industriale”, dove ha insegnato fino al 1969. Ha inoltre insegnato Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Perugia (1999-2002), e “Il Diritto d’Autore nelle opere d’arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma (2002-2008). Tomassoni è inoltre fondatore, nel 2001 insieme a Marcello Fagiolo, del Centro Studi sul Barocco sotto il patrocinio dell’Accademia dei Lincei, del Museo “Beuys” a Palazzo della Penna a Perugia, nel 2002, e del CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, di cui è direttore artistico dal 2009.

Tra le principali mostre ed eventi curati da Italo Tomassoni, ricordiamo: Beuys/Burri, Rocca Paolina, Perugia (1980); Anno Uno (con Michelangelo Pistoletto), Teatro Quirino, Roma (1980); Incontri Arte ’80 (con Lucio Amelio e Alberto Zanmatti), Spoleto (1980); Cy Twombly, elogio della mano sinistra, Festival dei Due Mondi, Spoleto (1980); Un anno da Strindberg (con Francesco Carlo Crispolti), Roma (1981); Il tempo dell’Immagine (con Maurizio Calvesi), Spello, Foligno (1983); Paradis e Ritorno (con Philippe Sollers), Teatro Sala Umberto, Roma (1983); Anacronismo, Ipermanierismo (con Maurizio Calvesi), Anagni (1984); Igor Mitoraj. Un Teatro Anatomico del classico, Macerata (1990); Alberto Burri, Museo Pecci, Prato (1996); Alberto Burri – Omaggio nell’ambito del premio Marche, Ancona (1996); La profondità dello sguardo, Flash Art Museum, Trevi (1996); Giuseppe Piermarini. I disegni di Foligno (con Paolo Portoghesi e altri), Palazzo Trinci, Foligno (1998); Burri. Gli artisti e la materia, Scuderie del Quirinale, Roma (2005); Burri. La sezione aurea dei Cellotex, Fondazione Matalon, Milano (2006); Chiara Dynys. In Alto (con Maurizio Calvesi), Museo Bilotti, Roma (2008); Ivan Theimer. Forme nella città, Macerata (2009); Anselm Kiefer, con Maurizio Calvesi e Bruno Corà, Ex Seccatoi Tabacco Collezione Burri, Città di Castello (2013). Tra le mostre presentate al CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, di cui Tomassoni è direttore artistico dal 2009, ricordiamo: Spazio, Tempo, Immagine (2009); Calamitati da Gino, con Giacinto Di Pietrantonio (2012); Vincenzo Agnetti, con Bruno Corà, (2012); Julian Schnabel e Carlo Maria Mariani (2013).

Tra le principali pubblicazioni: Per una ipotesi Barocca (Ed. dell’Ateneo, Roma, 1963); Tàpies, con G.C. Argan, (Ed. Cappelli, Bologna, 1967); Pollock (Sansoni De Agostini, Firenze, 1968; Mondrian (Sadea Sansoni, Firenze, 1969; Arte in Italia dopo il 1945 (Cappelli, Bologna, 1970); Lo spontaneo e il programmato, con prefazione di G.C. Argan, (Laboratorio delle Arti, Milano, 1970); O Grande (Bulzoni Editore, Roma, 1977); Incontro con Beuys (Il Quadrante, Torino, 1984); Ipermanierismo, con prefazione di G.C. Argan, (Politi Editore, Milano, 1985); Difesa della Natura. Joseph Beuys (Charta, Milano, 1996); Beuys a Perugia (Silvana Ed. d’Arte, Milano, 2003); Burri: gli artisti e la materia, con Maurizio Calvesi, (Scuderie del Quirinale, Roma, 2005); Anni ’70. Arte Italiana tra cronaca e mito (Laterza, Bari, 2007); Lo Spazio dell’Immagine e il suo Tempo / Il Tempo dell’immagine e il nostro tempo (Skira, Milano, 2009); Chiara Dynys. Save me (Skira, Milano, 2010); Giuseppe Uncini: i primi e gli ultimi (Silvana ed. Cinisello Balsamo, 2011); Gino De Dominicis. Catalogo ragionato (Skira, Milano, 2011).

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I Martedì Critici – Concetto Pozzati

CONCETTO POZZATI

19 aprile 2016, ore 17.30

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sala Cinema, via Nizza 138

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

 

Il l terzo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al settimo anno di attività.

La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Roma, in diverse sedi, alternandosi tra il Museo MACRO di via Nizza, il Ministero degli Affari Esteri – La Farnesina e il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna.

Ad affiancare Alberto Dambruoso nella conduzione delle interviste, si avvicenderanno interlocutori di volta in volta diversi: Lorenzo Canova, Claudio Crescentini, Costantino D’Orazio, Sara De Chiara, Marco Di Capua, Guglielmo Gigliotti.

Ospite del terzo appuntamento, martedì 19 aprile, sarà Concetto Pozzati (Vò Vecchio, Padova, 1935). L’incontro è realizzato in collaborazione con Guglielmo Gigliotti.

Dopo i primi studi in architettura intrapresi a Bologna, Pozzati si trasferisce a Parigi dove si misura nel campo della grafica pubblicitaria presso l’atelier dello zio, il celebre Sepo, e dove comprende la sua la più profonda vocazione: la pittura. Rientrato in Italia, si stabilisce a Venezia e frequenta quello che sarà il suo autentico maestro, Virgilio Guidi. Nel 1958 espone a Roma alla galleria La Salita insieme con Fioroni, Schettini e Valentini, mentre l’anno successivo tiene la sua prima mostra personale al Salone Annunciata di Milano. L’esordio pittorico di Pozzati è caratterizzato da un approccio di tipo informale, gestuale e materico, ma fin dall’inizio degli anni Sessanta la sua ricerca si rivolge verso una nuova figurazione che arriva a esiti originali vicini alla Pop-Art. L’artista è tra i protagonisti della Biennale di Venezia del 1964, edizione che ha consacrato la Pop Art americana, e dove espone insieme agli artisti di Piazza del Popolo nella sezione curata da Maurizio Calvesi. Nello stesso modo in cui tiene uniti sulle tele registri diversi, colloquiali e popolari da una parte, colti e densi di rimandi alla storia dell’arte classica dall’altra, Pozzati crea una perfetta contiguità tra la realtà oggettiva e la sua rappresentazione, tanto da confonderne i confini. Memore dell’esperienza nel campo della comunicazione e allo stesso tempo ironico e dissacrante nei confronti della stessa immagine pubblicitaria, l’artista liberamente ricompone sulla tela una realtà che è allo stesso tempo familiare e metafisica, accattivante e straniante, fatta di oggetti aggregati tra loro, stilizzati o materici, decontestualizzati, ingranditi, assottigliati, inseriti in griglie geometriche, accesi da colori alterati e rivestiti di pattern fantasia.

Alla carriera artistica Concetto Pozzati ha affiancato l’attività di insegnamento: è stato ordinario della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Bologna e direttore di quella di Urbino fino al 1973. Dal 1993 al 1996 ha inoltre ricoperto la carica di assessore alla cultura del comune di Bologna e nel 1998 è stato direttore artistico della Casa del Mantegna di Mantova. Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Pozzati ha partecipato alle principali manifestazioni internazionali, tra le quali ricordiamo: Biennali di Venezia del 1964, 1972, 1982, 2007; Biennale di S.Paolo del Brasile nel 1963 e 1994, di Tokyo nel 1963; Dokumenta di Kassel nel 1964; Biennale di Parigi nel 1969; ha inoltre preso parte alle edizioni della Quadriennale di Roma del 1959, 1965, 1973, 1974, 1986.

Si sono tenute sue mostre antologiche a Palazzo della Pilotta, Parma nel 1968, a Palazzo Grassi, Venezia, nel 1974, a Palazzo delle Esposizioni, Roma, nel 1976, al Museo Forti, Verona, nel 1986, ai Musei di Bologna e Modena nel 1991; nel 1996 alla Rocca Malatestiana di Fano e a Palazzo Lazzarini a Pesaro; nel 1997 a Palazzo Massari a Ferrara e alla Pinacoteca dei Concordi a Rovigo. Nel 1999 ha esposto alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Termoli e al centro S. Apollonia di Venezia. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: nel 2002 all’Artcurial Centre D’Art Contemporain di Montecarlo e al CSAC Università di Parma, Palazzo della Pilotta. Museo Frisacco, Udine 2005, Concetto Pozzati, Torture, Castello di Arceto, Scandiano (RE), in collaborazione con Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 2005; Biblioteca di segni: Travestimenti, Galleria D’arte Moderna, Faenza, 2006;  De-posizioni, Museo Magazzino del Sale, Cervia, 2006; Bozzetti per De-posizioni, Museo Morandi, Bologna, 2007.

Info Pubblico: Ingresso libero fino ad esaurimento posti
via Reggio Emilia 54, Roma
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I Martedì Critici – L’Arte pubblica e il caso Marulla a Cosenza

L’ARTE PUBBLICA E IL CASO MARULLA A COSENZA

3 novembre 2015, ore 17.30

MACRO via Reggio Emilia, 54 – Sala Cinema

a cura di Alberto Dambruoso, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Helga Marsala

 

Martedì 3 novembre avrà luogo l’ultimo appuntamento della stagione autunnale de “I Martedì Critici”, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea, ormai giunti al sesto anno di attività.

L’appuntamento, promosso in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prevede un dialogo aperto, esteso a numerosi ospiti che si confronteranno sul tema dell’Arte pubblica, a partire dall’ampio dibattito scatenato dal murale realizzato da

Flavio Favelli a Cosenza, lo scorso luglio, nell’ambito delle residenze d’arte BoCs.

Il progetto del wall painting dedicato Gigi Marulla, storico calciatore del Cosenza scomparso improvvisamente lo scorso 19 luglio, è stato inizialmente accolto con entusiasmo dai tifosi e dalla pubblica amministrazione delle città. Tuttavia il murale, che raffigura la tipica cornice delle figurine degli album dei calciatori, tracciata per inquadrare soltanto lo sfondo azzurro vuoto, ha sollevato molte polemiche per via dell’assenza di Marulla. Si è deciso di correre ai ripari affiancando all’opera di Favelli un ritratto del calciatore, affidato a Lucamaleonte.

L’episodio, con il lungo seguito di chiarificazioni, scontri, critiche e interventi – accolto, tra l’altro, sulle colonne di “Artribune” e “Flash Art”, oltre che nel dibattito del Forum di Prato – punta l’attenzione su un tema delicato, che verte sulle modalità d’intervento di un artista nello spazio pubblico, in relazione a territorio, pubblico, committenza, cittadini.

Saranno presenti al dibattito, oltre a Lucamaleonte e Flavio Favelli, diversi artisti, curatori e protagonisti di storie ed eventi legati all’arte urbana. Fra questi: Mirko Pierri (a.Dna Collective), Simone Pallotta (Walls), David Vecchiato (M.U.Ro), Claudio Musso, Solo, Luis Gomez, Giuliano Maroccini (Lavorare Stanca), Diamond, Poeta del Nulla, Napal Naps, Francesco Scaringella (Assessore alla Cultura del Comune di Corato)…

Negli ultimi anni la street art – definizione vaga e non priva di ambiguità –  si è trasformata in uno strumento di riqualificazione del territorio urbano, un laboratorio sociale che, nei casi migliori, è espressione di una collettività. Ad attestarlo molti progetti sbocciati nella Capitale e in varie città d’Italia, tra piccoli centri e metropoli. Qualche volta con risultati assai interessanti, altre con approcci meno incisivi dal punto di vista critico e sociale.

Il dibattito, traendo spunto dal caso di Cosenza, metterà insieme vicende diverse, in cui il dato territoriale e la relazione fra artisti, organizzatori, amministratori e residenti ha generato riflessioni cruciali: dal murale dipinto da Luis Gomez a Corato, in provincia di Bari, che rischia di venire cancellato da un intervento di riqualificazione architettonica e che i cittadini stanno difendendo a oltranza, fino a progetti di valore che hanno indicato una linea, a Roma, come SANBA, nel quartiere difficile di San Basilio, o come M.U.Ro, al Quadraro; senza dimenticare la realtà del Trullo, altra periferia romana, in cui un percorso di rinascita è in corso da qualche tempo, grazie a un lavoro di rigenerazione sociale condotto dal basso attraverso l’arte urbana e la poesia di strada.

Proprio al Trullo e al Festival Internazionale di Poesia di Strada, tenutosi lì tra il 17 e il 19 ottobre scorso, è dedicato un video, girato nel quartiere e proiettato in anteprima al Macro per questa occasione.

 

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i martedì critici – giuseppe pietroniro

GIUSEPPE PIETRONIRO

26 maggio 2015, ore 17.30

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

 

Il terzo appuntamento de “I Martedì Critici” al MACRO, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prevede la partecipazione di Giuseppe Pietroniro (Toronto, 1968).

L’artista ha in corso una mostra personale presso il MACRO. L’incontro, che seguirà l’ormai consueta formula dell’intervista pubblica condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, si svolgerà presso la Sala Cinema del Macro.

La ricerca artistica di Giuseppe Pietroniro sviluppa una profonda riflessione sullo spazio e sulla sua percezione, declinata in diversi linguaggi, che vanno dalla fotografia al disegno, dalla scultura all’installazione. Gli interventi dell’artista sono spesso minimi e agiscono sull’ambiente arrivando a mettere in discussione la nostra comprensione di uno spazio, anche se familiare. La fotografia di una sala vuota riproduce in scala ridotta la stessa sala in cui è allestita, creando un effetto spiazzante di mise en abyme. Nelle installazioni il ricorso a materiali riflettenti, come specchi, vetri e metalli, enfatizza questa impressione che ha come scopo non soltanto una perdita di orientamento a livello percettivo, ma mette in dubbio ciò che si tende a dare per scontato. I segni, come le linee, diventano tridimensionali, le fotografie fuoriescono dalla loro cornice o qualche ostacolo impedisce la loro visione per intero, tutte alterazioni che tendono a puntare l’attenzione sulla natura ambivalente delle immagini, che spesso non riescono a essere contenute e definite dai loro margini, (Smarginazione è il titolo di una sua mostra). Uno dei temi portanti della produzione di Pietroniro è proprio la riflessione sulla natura ambigua della circolazione delle informazioni nel mondo contemporaneo e insieme un appello alla capacità critica di ciascuno.

Tra le principali mostre personali di Pietroniro ricordiamo: la partecipazione alla rassegna Private, ciclo complessivo di otto mostre da lui stesso ideato, presso lo Studio Geddes a Roma, 2014; Risonanza 2011, Fondazione Merz, Torino, 2011; Smarginazione, Galleria Cardi Black Box, Milano, 2009, a cura di Ilaria Bonacossa; Lo scandalo del vuoto, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2009, a cura di Adriana Polveroni; Perluciditas, Galleria Maze, Torino, 2007, a cura di Francesco di Stocchi; Il soggetto di fronte a un’assenza, Fondazione Adriano Olivetti, Roma, 2006.

Tra le principali mostre collettive: There is no place like home, grande mostra svolta in un cantiere edile sulla Via Aurelia, ideata dallo stesso Pietroniro assieme ad altri artisti; Xtraciel, Museo Marino Marini, Firenze, 2011; Meteorite in giardino, Fondazione Merz, Torino, 2011; Home sweet Home?, John Cabot University, Roma 2011; When in Rome, IIC, Hammer Museum, Los Angeles, 2011; La collezione e i nuovi arrivi, MACRO Roma, 2011; Progetto ITALIA, Phillips de Pury & Company, Londra, 2010; The belly of an architect, in occasione della 12a Biennale di Architettura di Venezia, Spazio JARACH, Venezia, 2010; Usine de Rêve, 26cc Spazio per l’Arte Contemporanea, Roma, 2009; Cui Prodest?,a cura di Francesco Stocchi, New Gallery De France, Parigi, 2009; The Buffer Zone, The American Academy in Rome, Roma, 2009; Speculazioni d’artista-Quattro generazioni a confronto, Museo Carlo Bilotti, Roma, 2009; Triennale di Torino T2, 50 Lune di Saturno, a cura di Daniel Birnbaum,Torino, 2008.

 

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i martedì critici – simona marchini

SIMONA MARCHINI

martedì 19 maggio 2015, ore 17.30

Museo MACRO, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

 

Il secondo appuntamento de “I Martedì Critici” al MACRO, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (www.sovraintendenzaroma.it) prevede la partecipazione di Simona Marchini (Roma, 1941).

L’incontro, che seguirà l’ormai consueta formula dell’intervista pubblica condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, si svolgerà presso la Sala Cinema del Macro.

Celebre attrice di teatro e di cinema, ma anche conduttrice radiofonica e televisiva, Simona Marchini è dalla metà degli anni Ottanta un’appassionata animatrice della vita intellettuale a Roma, promuovendo importanti iniziative culturali presso la galleria La Nuova Pesa, fondata dal padre Alvaro Marchini nel 1959 in via Frattina. Dopo la chiusura nel 1976, Simona Marchini decide di riprendere l’attività nel nuovo spazio di via del Corso dove, oltre a ricostituire un programma espositivo attento alle più interessanti proposte italiane e internazionali, fa rivivere anche il fervore intellettuale che aveva caratterizzato la fase della conduzione paterna. Negli anni Sessanta e Settanta la galleria era orientata verso la tendenza pittorica del realismo ed era teatro del dibattito culturale, animato da Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Roberto Rossellini e Italo Calvino.

Il Centro Culturale La Nuova Pesa non ha tradito lo spirito della sua origine, caratterizzato dallo scambio e dal dialogo reciproco tra diverse discipline artistiche, come la letteratura, il teatro e la musica, un approccio aperto e sperimentale che rende La Nuova Pesa ancora oggi uno dei principali punti di riferimento della vita culturale romana. Tra le prime iniziative, la galleria accoglie un dibattito sul postmoderno, tra arte, filosofia e letteratura e promuove le tendenze de “I nuovi-nuovi” di Renato Barilli, l’“Anacronismo” di Maurizio Calvesi e l’”Astrazione povera” di Filiberto Menna.

Nel 1986 il progetto Minuscole ha coinvolto, tra gli altri, Carla Accardi, Alighiero Boetti, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Salvo e Mario Schifano. Negli anni Novanta Marchini coinvolge nella direzione del programma espositivo un gruppo di artisti, tra cui Felice Levini, H. H. Lim e Giuseppe Salvatori, che contribuiscono a rendere il programma vivace.

Tra le numerose rassegne Monitor, presentata tra il 1999 e il 2000, propone una riflessione sul rapporto tra opera visiva e poesia, mettendo a confronto Alighiero Boetti e Giovan Battista Salerno; Fabio Mauri e i poeti Nanni Cagnone, Gianni Scalia, Emanuele Trevi.

Dopo la mostra di Rebecca Horn e Jannis Kounellis, dal 2004 interviene nella direzione artistica il giovane critico Giacomo Zaza, che organizza le mostre di Wolf Vostell, Nagasawa e Araki, avviando anche un rapporto di collaborazione con diverse istituzioni.

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