I Martedì Critici – Gino Sabatini Odoardi

25 ottobre 2022 ore 16
Accademia di Belle Arti di Frosinone

a cura di Alberto Dambruoso e Massimo Carboni

Introduzione Loredana Rea, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone

Martedì 25 ottobre si terrà il sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i
protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al
dodicesimo anno di attività.
L’iniziativa, accompagnata da grande favore di pubblico fin dalla prima edizione realizzata nella casa
dell’ideatore sul Colle Oppio, è stata poi ospite di sedi esclusive: Museo Pecci di Milano, Palazzo delle Arti di
Napoli, Macro e il Maxxi di Roma, il Chiostro del Bramante e tanti altri luoghi, mantenendo sempre il format
iniziale. Molti i personaggi intervistati in tanti anni di attività: Luigi Ontani, Joseph Kosuth, Nunzio, Jannis
Kounellis, Mimmo Jodice, Marco Tirelli, Hidetoshi Nagasawa, Paolo Canevari, Adrian Paci, Arcangelo
Sassolino e altri.
Ospite del sesto appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» sarà Gino Sabatini Odoardi. L’incontro,
verrà introdotto dalla direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone Loredana Rea, ha seguito l’ormai
consueta formula dell’intervista pubblica, sarà condotta da Alberto Dambruoso e il filosofo Massimo Carboni.
La ricerca di Gino Sabatini Odoardi si caratterizza per un marcato interesse verso il pensiero tradizionale
quale occasione per riflettere sul modo di porsi dell’uomo di fronte all’inconoscibilità del mondo. Un concetto
indagato con modalità sempre nuove dove segno, disegno, pittura, scultura e installazione si intersecano
senza soluzione di continuità, generando cortocircuiti dialettici tra forma e contenuto atti a forzare i limiti della
rappresentazione. L’intenzione, come dichiara l’artista, è quella di «insinuare il dubbio, rimettere in
discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura scardinando le nostre sicurezze, in
un gioco di specchi infiniti, un continuo rimando senza risposta».
Per raggiungere questo obiettivo, Gino Sabatini Odoardi si serve della termoformatura in polistirene: un
processo di derivazione industriale utilizzato nel campo dello stampaggio di materie plastiche, da lui
declinata in ambito artistico. L’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama
italiano e internazionale.
Questa tecnica consente all’artista di isolare oggetti del quotidiano per poi trasformarli in sculture e
installazioni complesse dall’equilibrio spesso precario, o di imprimere il segno della grafite nel disegno
sostituendo al comune foglio di carta un foglio di polistirene. Con un artificio plastico tecnologicamente
avanzato, Sabatini Odoardi porta ai limiti estremi la condizione di esistenza degli oggetti che risultano così
completamente estraniati dal mondo esterno di cui facevano parte. Uno straniamento che li rende muti
fantasmi di sé stessi, annullando la loro funzione pratica. Durante la serata de “I Martedì Critici” verranno
proiettate delle slide show del lavoro dell’artista.
Gino Sabatini Odoardi è nato a Pescara nel 1968. Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio
Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente
assistente) e Jannis Kounellis (artista in residenza nel 1998 all’Aquila). Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto
da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) “Le prix des Jeunes Createurs” all’Ecole Nationale
Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2011 è stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La
Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Arsenale). Nel 2010 la Logos edizioni pubblica un volume a lui
dedicato, “Postumo al nulla”, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni. Il suo lavoro è presente in
numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le numerose mostre personali si ricordano:
“Nel cilindro del dubbio”, Forte Leopoldo I, Forte dei Marmi (2022); “Incipit senza titolo”, Museo Chini, Borgo
San Lorenzo, Firenze (2018); “Decentrato”, Whitelight Art Gallery, Milano (2016); “Pieghe e Polvere”, Museo
PAN, Napoli (2016), “Tra le pieghe” (Entre le plis), Gowen Contemporary, Genèva Switzerland (2013). Dal
2013 è rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra. Dal 2017 è docente di Plastica
Ornamentale e Tecniche Plastiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Vive e
lavora a Pescara.

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I Martedì Critici – Ennio Calabria

Ennio Calabria
a cura di Alberto DambruosoRoberto Gramiccia Gabriele Simongini

Martedì 7 Giugno, ore 19.30

Tempio di Venere e Cupido
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 7/8, Roma
 Martedì 7 Giugno avrà luogo il quinto appuntamento della nuova stagione de I Martedì Critici, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’Associazione Culturale I Martedì Critici, giunti al dodicesimo anno di attività.La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diversi luoghi della cultura, a partire dalla nuova sede, il Tempio di Venere e Cupido a Roma. 
Ospite del quinto appuntamento stagionale de I Martedì Critici sarà Ennio Calabria
Ennio Calabria, nato a Tripoli il 7 marzo 1937, vive e lavora a Roma. 
Consegue la maturità artistica e frequenta la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma. La prima personale alla Galleria “La Feluca” di Roma nel 1958 segna il suo successo. La critica d’arte lo individua immediatamente tra i pittori più significativi della generazione emersa tra il 1950 e il 1960.
La figura umana si connota sin dall’inizio come elemento significativo della sua ricerca e continua ad esserlo ancora oggi nelle sue diverse accezioni. Testimone del suo tempo, la sua pittura è rivolta al territorio sociale ed esistenziale.
Nel 1961 insieme ai pittori Attardi, Farulli, Gianquinto, Guccione e Vespignani, e ai critici Del Guercio, Micacchi e Morosini fonda il gruppo “Il pro e il contro” (1961-1964) che diventa un forte punto di riferimento per le nuove ricerche figurative in Italia nel periodo dell’egemonia del mercato informale.
Sono anni di intensa attività artistica con la partecipazione alle più significative rassegne internazionali: dalla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1959, 1972, 1986, 1999) alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (1964, 2011, 2015), dove dal 1974 al 1978 è membro del Consiglio Direttivo dell’Ente.
Numerose personali si tengono nelle principali città italiane e in sedi internazionali (Città del Messico, Centro A. Olivetti, 1981; Finlandia, Museo Alvar Aalto, Iyvaskyla, 1982; New York, Gucci’s Gallery, 1985; Francia, Musée Municipal, Saint Paul De Vence, 1988; Brasile, Paco das Artes, San Paolo, 1989.
La prima mostra antologica è del 1985 alla Rotonda della Besana a Milano, ripresentata nel 1987 a Roma, a Castel Sant’Angelo. È pubblicata un’ampia monografia con saggi di Mario De Micheli e Giovanni Carandente, 1985 (II ed. saggi di G. Carandente e Dario Micacchi, 1987) edita da Vangelista, Milano.
Negli anni Novanta realizza il ciclo di opere Ambiguità dell’intravisto, presentato da Enzo Bilardello ed esposto in varie sedi pubbliche e private in Italia e all’estero. Il tema centrale è il metamorfismo determinato dall’aumento della velocità degli scambi sociali e dal relativismo che caratterizzano la realtà odierna, di cui Calabria percepisce i tratti distintivi e le profonde trasformazioni. La figura umana, espressione dei dinamismi della storia e dei mutamenti del profondo, diviene immagine polisensa nel continuo farsi della forma. Nella ricerca di una nuova sintassi, che si preciserà meglio nelle opere della mostra Sintassi dell’acqua  (Galleria Appiani Arte Trentadue di Milano, 1998), si avvertono in nuce i futuri orientamenti che caratterizzeranno gli anni Duemila: dalla perdita delle certezze alla unicità del soggetto come nucleo fondante del fare pittorico che trovano le loro ragioni nella forte corrispondenza tra pensiero e arte, nella riflessione e interpretazione dei fenomeni sociali contemporanei che accompagnano costantemente la sua ricerca tanto da essere considerato oggi un “pittore filosofo”.
Nel 1998 è invitato a Lavori in corso, serie di mostre a cura di Giovanna Bonasegale, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e nel 1999 viene pubblicato il catalogo generale, Opera incisoria 1955-1996 a cura di F. De Santi, ricerche e testi scientifici di Luigi Martini (ed. Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo).
Nel 2003 esce Quasi la forma – pastelli 1991-2003, monografia a cura di Rita Pedonesi (Archivio Calabria), testi di Marco Di Capua e Andrea Romoli Barberini, che pone l’attenzione sui pastelli e sulla loro importanza nella ricerca artistica di Calabria.
Il tema del ritratto, che caratterizza da sempre la ricerca dell’artista, ritrova in questi anni un rinnovato interesse nella forza espressiva del volto di Giovanni Paolo II. Dal 2002 al 2005 realizza la serie di ritratti, intensi e drammatici ispirati al Pontefice, in parte pubblicati nel 2002 nel volume La forma cerca forma (Rendina Editore, Roma). Successivamente l’intero ciclo è esposto, insieme a un nuovo nucleo di opere, in varie sedi pubbliche: Museo “Vittoria Colonna” a Pescara e Reggia di Caserta, 2004; Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico, Siena (testo di Claudio Strinati), 2005; Palazzo dei Normanni, Palermo (a cura di Gabriele Simongini), 2005; Museo Arcidiocesano “Cardinal Karol Wojtyla”, Cracovia 2008.
La tensione di Calabria verso il ritratto dà luogo a Un volto e il tempo, ciclo esposto nel 2008 nella mostra Ennio Calabria. Un volto e il tempo – Ritratti e autoritratti 1960-2008, a cura di Carlo F. Carli presso il Museo dello Splendore, Giulianova. Spinto dalla necessità di affermare l’unicità dell’immagine pittorica in quanto portatrice di una verità che solo la pittura sa restituire grazie al suo valore testimoniale, l’artista cerca nei volti dei personaggi i tratti del loro profondo, realizzando dei ritratti fortemente espressivi del “carattere genetico del soggetto”, come lo stesso Calabria sottolinea.

Dal 2009 è Presidente Onorario dell’Associazione “in tempo”, di cui è il principale fondatore. Promuove il Manifesto fondativo e il Manifesto sull’arte. Pittura e Scultura, una presa di posizione contro l’attuale sistema dell’arte nella ferma convinzione del valore della funzione sociale dell’arte e della potenza del gesto pittorico e scultoreo in quanto espressione psicofisica dell’artista e salvaguardia dell’identità umana.
Nel 2017 è pubblicato il libro di Ida Mitrano Ennio Calabria. Nella pittura la vita (Bordeaux edizioni) che ricostruisce la trama di un percorso dove vita, pensiero e arte appaiono da sempre inscindibili, un corpus unico. In occasione dei suoi ottant’anni, per la prima volta Calabria, artista storicamente riconosciuto, uno dei grandi esponenti della figurazione europea, è restituito attraverso queste pagine che rivelano il carattere inedito del suo processo creativo e la forza espressiva e iconografica della sua pittura.
Nel 2018, a sessant’anni dalla prima personale, si tiene la grande antologica Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-2018 al Museo di Palazzo Cipolla, Roma, curata da G. Simongini e promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale.Tra le altre principali personali degli anni duemila: retrospettiva al Museo Archeologico Nazionale, Chieti 2001; Musei Civici di Villa Paolina Bonaparte, Viareggio, 2009 (a cura di F. De Santi); retrospettiva alla RomArt, Fiera di Roma 2015 (a cura di F. Gallo Mazzeo); Sum Ergo Cogito (a cura di Roberto Gramiccia), Studio Arte Fuori Centro, Roma 2018; Guido Nannini tra imprenditoria e arte. Opere di Ennio Calabria (a cura di R. Pedonesi), testo di I. Mitrano, filmato di G. Latini, Plus Arte Puls, Roma 2022.
Si ricordano inoltre altre importanti rassegne sull’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi: Arte Italiana d’oggi in Polonia dal 1950 al 1970 a cura della Quadriennale di Roma (Wroclaw, 1975); Gravura italiana contemporanea, Museu Nacional de Belas Artes, Rio De Janeiro 1980; Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, a cura di Nello Ponente, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1981; Immagine d’impegno. Impegno d’immagine, anni Sessanta e Settanta: figurazione in Italia, a cura di Domenico Guzzi, ex mattatoio, Roma 2000; EgosupEgo. Volto e Corpo Contemporaneo, a cura di Claudio Crescentini e M. Fabiani, MACRO, Roma 2015.Calabria ha illustrato diversi volumi di poesia e racconti, disegnato copertine per libri di noti autori e prodotto oltre novanta manifesti, tra cui quello per l’Orlando Furioso di L. Ronconi e quelli per l’ARCI, la Lega Cooperative, l’UISP, la CGIL, la CISL, il PCI e per la Fondazione Basso. Risale al 1993 la pubblicazione Ennio Calabria. I manifesti 1967-1993, a cura di L. Martini (ed. Promoart, Roma 1993). I manifesti sono oggi conservati presso la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma.
Numerosi i prestigiosi riconoscimenti, tra i più recenti: Premio Vittorio De Sica, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Roma 2006; Premio Goffedo Petrassi, Auditorium, Roma 2011; Conferimento della cittadinanza onoraria di Genazzano (RM), 2022. Nel percorso della sua lunga attività artistica è stato inoltre protagonista di diversi filmati.

Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private: Metropolitan Theatre di New York; Eilat City Museum (Israele); Museo di San Paolo, Brasile; Museo d’Arte Contemporanea di Sofia; Quadreria Comunale di Castello Colonna, Genazzano; GCAC di Arezzo; CAMEC di La Spezia; Collezione Gucci; Colombe d’Or, St. Paule de Vence (Francia); MACRO; Collezioni Vaticane; Civica Raccolta A. Bertarelli di Milano; Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo; Collezione Ministero Affari Esteri, Roma; Fondazione Roma, Palazzo Cipolla; Museo d’Arte C. Bardella, Chieti; Museo universitario Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara; Raccolta d’arte CGIL, Sede Nazionale, Roma; Sede Lega delle Cooperative, Roma.

I Martedì Critici – Uemon Ikeda

UEMON IKEDA

a cura di Alberto Dambruoso e Simonetta Lux

con la collaborazione di
Alice Falsaperla



Martedì 31 Maggio, ore 19.30

Tempio di Venere e Cupido
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 7/8, Roma
 Martedì 31 maggio avrà luogo il quarto appuntamento della nuova stagione de I Martedì Critici, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’Associazione Culturale I Martedì Critici, giunti al dodicesimo anno di attività.La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diversi luoghi della cultura, a partire dalla nuova sede, il Tempio di Venere e Cupido a Roma. 

Ospite del quarto appuntamento stagionale de I Martedì Critici sarà UEMON IKEDA

All’interno di una vasta e coerente creazione, Uemon Ikeda ((Kōbe, 1952), artista giapponese di fama internazionale, ha indirizzato la sua sperimentazione artistica a metà tra l’installazione e la performance, la tradizione e l’avanguardia. «Tale capacità di lettura del passato e dell’attuale, delle architetture e della psiche, intesa come costruzione continua in un gioco di specchi, in Uemon coincideva e coincide tuttora un senso intuitivo ed ossessivo del vissuto spaziale imposto dal mondo contemporaneo», afferma Simonetta Lux, che ha dedicato all’artista ben due personali al Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea della Sapienza.
Il suo percorso è iniziato con Venanzo Crocetti all’Accademia di Belle Arti di Roma, sua città di adozione dal ’77, proseguendo con numerose esposizioni e partecipazioni a rassegne internazionali d’arte contemporanea. L’Ambasciatore Umberto Vattani, Presidente della Fondazione Italia-Giappone, definisce Ikeda «profondamente italiano, pur restando convintamente giapponese. Questa doppia natura gli fornisce punti di vista complementari e momenti di felicità insospettabili». «Fortunatamente a Roma ho vissuto in un periodo che permetteva agli artisti un tipo di ricerca non stilistica. Per me l’arte è una cosa molto seria, un argomento ontologico», spiega Ikeda.
Il processo creativo dell’artista si manifesta attraverso aspetti concettuali che evocano un esotismo e una riflessione sul mondo sensibile, declinandoli in codici linguistici differenziati. Si tratta di una trasposizione estetica per via naturale, con l’utilizzo della pigmentazione e della colla vegetale, come “la polvere del vulcano Fuji che, quando piove, si scioglie lentamente”. L’immagine rappresentata diviene allusiva e si lascia creare dal valore di una macchia o da un improvviso cedere della mano sulla carta di riso o da un segno della china come nuovo supporto dell’opera.
La creazione prende anche la forma di testi scritti quando accadde che, giunto a tremilacinquecento disegni, l’artista iniziò a disegnare senza modelli, poiché già esisteva nel suo cervello. In seguito a una confusione nel concepire uno spazio in cui la lunghezza della profondità corrispondesse al tempo passato, decise di scrivere.
Con un filo misto di lana e seta, invece, l’artista trama un personale concetto di stanza e ci conduce in un “cunicolo spazio-temporale”, fatto di linee, forme e geometrie aeree che si disgregano e aggregano per illogici ritorni. Si è di fronte a strutture meticolose e complesse, in cui gli indizi di profondità si rovesciano continuamente, a favore di una mediazione sempre rinnovata tra autore e spettatore. Questo spiega, inoltre, l’ottica inclusiva dell’autore che spesso ha portato al coinvolgimento diretto alla realizzazione dell’installazione degli studenti dell’Accademia o dell’Università. Secondo Ikeda lo spazio espositivo è un vuoto, colmato da un reticolo coinvolgente e sintetico; un “impero dei sensi” che supera il saper vedere e conduce il pubblico verso altre forme di percezione dell’opera. «La seguente modalità di rottura, inaugurata dalle avanguardie storiche e ripresa dalle neoavanguardie del secondo dopoguerra con studi sulle forme estetiche, i posizionamenti sociali e le strategie politico-culturali, per l’artista coincide con le tre sfere di valore, quali il Bello, l’Etica e la Verità, che l’arte contemporanea deve affrontare», afferma Alice Falsaperla che ha curato l’ultima mostra dell’autore negli spazi della Galleria La Nuvola di Via Margutta. Ed è in questa occasione che è stata presentata, insieme all’Ambasciatore Vattani, una raccolta di scritti inediti dell’artista, a cura di Marta Bianchi, dal titolo Racconti Paralleli. In essi, come nella sua arte, si alternano continuamente testimonianza e astrazione. 

I Martedì Critici – Adrian Tranquilli

Adrian Tranquillia cura di Alberto Dambruoso e Antonello Tolve

Martedì 24 Maggio, ore 19.30

Tempio di Venere e Cupido
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 7/8, Roma
 Martedì 24 maggio avrà luogo il terzo appuntamento della nuova stagione de I Martedì Critici, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’Associazione Culturale I Martedì Critici, giunti al dodicesimo anno di attività.La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diversi luoghi della cultura, a partire dalla nuova sede, il Tempio di Venere e Cupido a Roma. 

Ospite del terzo appuntamento stagionale de I Martedì Critici sarà Adrian Tranquilli

Adrian Tranquilli nasce a Melbourne, in Australia nel 1966, da madre inglese e padre italiano. Trascorre i primissimi anni tra Australia e Inghilterra e si stabilisce in Italia insieme alla famiglia, dove inizia il percorso scolastico. Dopo aver conseguito la maturità classica, il suo background multiculturale lo indirizza verso gli studi di antropologia culturale, che inizia a frequentare dal 1985. Durante il corso di studio entra in contatto con l’antropologa Ida Magli, allora titolare di cattedra, con cui instaura un intenso rapporto di collaborazione durato trent’anni, fino alla sua scomparsa. La sua formazione artistica deve molto all’insegnamento di Toti Scialoja, di cui è assistente per un decennio dal 1988 al 1998. Nello stesso periodo frequenta assiduamente gli studi degli artisti presso il Pastificio Cerere e collabora con Nunzio in qualità di assistente per diversi anni. 
Comincia ad esporre nel 1990 con la prima mostra in Ascona (Dedalus, Casa Serodine). Già dagli esordi sviluppa un linguaggio formale molto originale, improntato sui temi approfonditi nel corso degli studi di antropologia culturale. In particolare si interessa alla rappresentazione della figura femminile e il suo ruolo all’interno di un modello culturale, come quello occidentale, basato in prevalenza sul dominio maschile. La sua prima personale di rilievo è “Sei Senza Nome” nel 1995, presentata nell’ Oratorio dei Filippini di Roma del Borromini, e in contemporanea nello Studio Miscetti a Roma con il quale continuerà a collaborare fino ad oggi, realizzando diverse personali: “Futuro Imperfetto” 1998, “Evidence” 2001, “Don’t Forget the Joker” 2006, “After the West” 2016. Dalla mostra “Futuro Imperfetto”, e soprattutto con “Evidence” in poi, il lavoro di Tranquilli comincerà a concentrarsi sempre di più sull’analisi critica delle rappresentazioni maschili veicolate attraverso il linguaggio visivo derivante dal mondo fantasy, dal fumetto supereroico e dalle graphic novels.
Il suo lavoro è stato presentato attraverso mostre personali, nei musei Italiani di maggior rilevo, come il Palazzo delle Esposizioni, Roma (2001), il MACRO – Museo di arte contemporanea di Roma (2003 e 2011), il Palazzo Reale a Milano (2010), il MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2014), il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2016), l’Auditorium Parco della Musica, Roma (2021) o la GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (2005), e il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (2018) a Roma. Ha esposto internazionalmente in importanti musei, gallerie e centri d’arte contemporanea, come il MAK – Museo delle Arti Applicate e la Kunsthalle di Vienna (2001 e 2006), il Dalì Museum, St. Petersburg in Florida (2001) negli Stati Uniti, lo IASPIS e la Botkyrka Konsthall a Stoccolma (2002 e 2007), la Sala de Exposiciones a Madrid (2008), la Maison Rouge a Parigi (2009), La Maison d’Ailleur a Yverdon-les-Bains in Svizzera (2014), lo SPSI (2015) a Shanghai. Ha collaborato con curatori come Achille Bonito Oliva, Mario Codognato, Gabriella Drudi, Alberto Fiz, Gianluca Marziani, Cristiana Perrella, Ludovico Pratesi, Antonello Tolve, Eugenio Viola, Angela Vettese e molti altri.
Il lavoro di Adrian Tranquilli pur essendo prevalentemente scultoreo, articolandosi attraverso imponenti interventi ambientali che mirano a coinvolgere lo spettatore distinguendosi per un forte impatto visivo, ha comunque realizzato opere in diversi materiali e media, che vanno dalla fotografia, ai progetti interattivi fino alle produzioni di video e cortometraggi. Ha spesso collaborato sia con registi come Daniele Luchetti, Chiara Clemente e Giancarlo Soldi, sia con disegnatori come Giuseppe Camuncoli e Gabriele dell’Otto ma anche musicisti come Bruno Moretti o Lucia Ronchetti o scrittori e studiosi come Ida Magli, Alberto Abbruzzese, Marco Arnaudo, Sergio Brancato, Enrico Fornaroli, Omar Calabrese.
Il suo lavoro è presente in numerose collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero.

I Martedì Critici – Vincenzo Scolamiero

Vincenzo Scolamiero
a cura di Alberto DambruosoRoberto Gramiccia Gabriele Simongini
Martedì 10 Maggio, ore 19.30

Tempio di Venere e Cupido
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 7/8, Roma
 Martedì 10 maggio avrà luogo il secondo appuntamento della nuova stagione de I Martedì Critici, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’Associazione Culturale I Martedì Critici, giunti al dodicesimo anno di attività.La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno presso diversi luoghi della cultura, a partire dalla nuova sede, il Tempio di Venere e Cupido a Roma. 

Ospite del secondo appuntamento stagionale de I Martedì Critici sarà Vincenzo Scolamiero

Vincenzo Scolamiero, artista romano, è docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Inizia la sua attività artistica nel 1987 con la mostra personale presentata da Antonio Mercadante presso la Galleria Ferro di Cavallo a Roma. Maurizio Calvesi lo presenta nel 1991 con una mostra personale alla Galleria de’ serpenti di Roma.
Nel 1995 inizia la sua collaborazione con la galleria Edieuropa Qui arte contemporanea presentato da Lorenza Trucchi che successivamente lo invita alla Quadriennale d’Arte Romana.
Da allora il suo curriculum conta numerose partecipazioni a rassegne di carattere nazionale e internazionale: dalla Quadriennale Romana, alla Biennale di Venezia, dalla Biennale d’Arte Sacra curata da Maurizio Calvesi, al Drawing Center di New York, alla mostra Italia-Giappone, venti artisti a confronto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, curata da Augusta Monferini. Viene più volte invitato al Premio Michetti dove vince il primo premio nell’estate del 2014. Le sue opere sono state esposte a New York, Seul e Busan in Korea, a Pechino e presso l’Art Museum di Phoenix – China nella rassegna Italian Contemporary Art of Cross-Cultural Vision nel 2018
Sue mostre personali sono state ospitate in rilevanti spazi pubblici e privati: la mostra La Piuma e la Pietra nella Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea della Repubblica di San Marino del 2006, nel 2011 presso la Sede Centrale di Roma della Banca Nazionale del Lavoro che colleziona le sue opere, presso la Galleria d’Arte Comunale d’AC di Ciampino a cura di Tiziana D’Acchille e nella Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta.
Nel 2019 è presentata la sua importante mostra personale Della declinante ombra presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, che segna la presenza di quasi 12.000 visitatori, a cura di Gabriele Simongini, con catalogo De Luca Editore d’Arte.
Nel luglio dello stesso anno la mostra Turbulence con la Galleria Mizuma Kips & Wada Art Gallery di New York e sempre nel 2019 la doppia mostra personale Distico – Piero Sadun Vincenzo Scolamiero a cura di Marco di Capua e Raffaella Bozzini per la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma.
Nel marzo 2021 al Museo Napoleonico di Roma la mostra Le altre opere – Artisti che collezionano artisti, a cura del Comune di Roma Capitale, Sovrintentenza Capitolina, Roma.
Si è appena conclusa, nello scorso gennaio 2022, la grande mostra personale Del silenzio e della trasparenza nei due piani dei Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico a Siena con oltre sessanta opere, a cura di Inner Room – Siena e Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione Accademia Musicale Chigiana, la Galleria Edieuropa – Qui arte contemporanea di Roma, Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e l’Accademia di Belle Arti di Roma. Catalogo De Luca Editore D’Arte, Roma.
È rappresentato a Roma dalla Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea.