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I Martedì Critici – Stefano Arienti

STEFANO ARIENTI

11 febbraio 2014, ore 19.30

Museo Pecci di Milano

a cura di Alberto Dambruoso e Stefano Pezzato

Ospite del terzo appuntamento stagionale dei Martedì Critici al Museo Pecci di Milano è Stefano Arienti (Asola, Mantova, 1961). Dopo essersi laureato alla facoltà di Agraria, Arienti esordisce come artista nel 1985, partecipando alla mostra collettiva organizzata presso la Brown Boveri, fabbrica al tempo abbandonata nel quartiere Isola di Milano, divenuta luogo di scambio tra molti giovani artisti. Fin dall’inizio della sua carriera, il lavoro Arienti si contraddistingue per la particolare attitudine alla sperimentazione di materiali diversi, ripresi dal mondo reale e quotidiano. Punto di partenza della sua pratica è la raccolta di oggetti di uso comune e di immagini che poi, attraverso interventi e manipolazioni, sono trasfigurati dall’artista, sollecitati a rivelare il potenziale che essi contengono, al di là della loro funzione originaria. Sacchetti di plastica sono ritagliati e allestiti a formare una vegetazione; pagine di libri e carte sono piegate fino a raggiungere una forma complessa, risultato di un gesto semplice e ripetitivo; tappeti interamente tinti di rosso o nero celano il disegno originale della trama, riprodotto invece su piani di marmo. Immagini di vario tipo, siano esse estrapolate dalla cultura popolare, celebri opere d’arte del passato o paesaggi naturali, rivivono grazie all’impiego di tecniche e supporti inusitati e, migrando da un contesto all’altro, suggeriscono nuove possibilità di significazione.

Stefano Arienti vive e lavora a Milano. Ha insegnato all’Accademia Carrara di Bergamo e allo IUAV di Venezia. Tra le sue recenti mostre personali, ricordiamo: Mostra per i bambini, Castello di Rivoli, Torino, 2001; Stefano Arienti, (a cura di A. Mattirolo), MAXXI, Roma, 2004; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2005; The Asian Shore, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, 2007; Disegni dimessi, (a cura di C. Bertola), Fondazione Querini Stampalia, Venezia, 2008; Galleria Massimo Minini, Brescia, 2010; natura, natura, natura, greengrassi, Londra, 2010; I Telepati, opera per la Fondazione Zegna, Milano, 2011; Ailanthus, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, 2012;  Custodie vuote, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (a cura di Francesca Pasini), 2012; Algae, Foscarini Spazio Soho, New York, NY, 2013 ora ospitata allo spazio Brera Foscarini, Milano; Manifesti, Studio Guenzani, Milano, 2013; Ragamala, Galleria SALES, Roma, 2013. Vincitore del primo premio della XII Quadriennale di Roma, nel 1996, Arienti ha partecipato anche alle edizioni del 2005 e del 2008. Tra le numerose partecipazioni in mostre collettive, ricordiamo: Città/Natura, (a cura di C. Christov-Bakargiev), Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1997; ll libro come opera d’arte, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2006; Camera con vista, (a cura di C. Gian Ferrari), Palazzo Reale, Milano, 2007; Vertigo, (a cura di G. Celant, G. Maraniello), MAMbo, Bologna, 2007; Una Stanza tutta per sé, (a cura di M. Beccaria), Castello di Rivoli, Torino, 2008; 7th Gwangju Biennale, (a cura di O. Enwezor), Corea del Sud, 2008; La parola nell’arte, MART, Rovereto, 2008; Italics, (a cura di F. Bonami), Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago, 2008; Esposizione universale, (a cura di G. Di Pietrantonio), GAMeC, Bergamo, 2009; Languages and Experimentations, Mart, Rovereto, 2010; Terre vulnerabili, Hangar Bicocca, Milano, 2010; -2 + 3, con Massimo Bartolini, Museion, Bolzano, 2010; Posso errare, ma non di core, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, 2011; Class Will Out, (a cura di G. Di Pietrantonio) GAMeC, Bergamo, 2011.

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I Martedì Critici – Vedovamazzei

VEDOVAMAZZEI

4 febbraio 2014,  ore 19.30

a cura di Alberto Dambruoso e Stefano Pezzato

Museo Pecci di Milano

Ospite del secondo appuntamento del nuovo anno de I Martedì Critici al Museo Pecci di Milano è il duo Vedovamazzei (Stella Scala, 1964, Napoli e Simeone Crispino, 1962, Frattaminore, Napoli), fondato nel 1991 e di base a Milano. Il nome d’invenzione della coppia, derivante da una scritta su una targa trovata casualmente, è particolarmente significativo, poiché lega in una unione inscindibile le identità femminile e maschile, oltre a nascondere le rispettive individualità. I progetti di Vedovamazzei nascono dunque dal confronto, dalla tensione e dal dialogo e sono declinati  attraverso l’impiego di materiali e tecniche di volta in volta diversi, senza la predilezione per un esclusivo mezzo espressivo. Acquerelli, olii, disegni, ma anche installazioni ambientali e sonore, sculture, video e fotografie traducono un universo immaginifico che affonda le radici nel mondo dell’attualità, del cinema, della letteratura, della tradizione popolare e nel contesto quotidiano. Dalle grandi installazioni architettoniche alle piccole manipolazioni e interventi deformanti sugli oggetti di uso comune, spesso prelevati dall’ambito domestico, l’opera di Vedovamazzei esprime una visione sottile, uno sguardo capace di cogliere con lucidità e ironia l’assurdo che a volte si cela nel quotidiano, nelle sue convenzioni, e nello stesso fare arte.

Vedovamazzei hanno recentemente tenuto mostre personali al Dublin Contemporary nel 2011, “One too many 15 years later” alla galleria A Palazzo. Brescia, “vedovamazzei” alla galleria Le Temple Parigi,  al Magazzino d’Arte Moderna Rome nel 2010,  al Public Art Projects Art 38 Basel nel 2007; al Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina (MADRE) di Napoli nel 2006, alla Percymiller gallery  di Londra e al Praz-Delavallade di Parigi nel 2005 e alla mostra “3 Räume 3 Flüsse” presso la galleria Hann Münden nel 2000.

Il loro lavoro è stato inoltre esibito alla mostra “Sideshow” presso il  Dormitorio pubblico Ugo Mulas 1954, alla Campoli Presti Gallery di Parigi, alla mostra “Neon – la materia luminosa dell’arte” tenutasi nel 2012 al MACRO di Roma, alla mostra “REBUS”  presso la Simon Lee Gallery di Londra, al FRAC Languedoc-Roussilon di Montpellier  nel 2008, alla mostra “Fit to Print: Printed Media In Recent Collage” presso la Gagosian Gallery di New York nel 2007,  all’esposizione “Isobar” presso la Fieldgate Gallery di Londra nel 2007,  alla mostra  “Ironia Domestica” al MUSEION di Bolzano sempre nel 2007 e alla mostra “At the Outskirts of Humour”  in occasione del ventiduesimo Hamburg International Short Film Festival, Hamburg nel 2006), alla Kwanjiu Biennal e alla Biennale di Venezia “Campo”, nel 1995, alla Biennale 3 Montrèal nel 2002; al MaXXI di Roma e allo S.M.A.K Gent nel 2000.

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I Martedì Critici – Gabriele Di Matteo

GABRIELE DI MATTEO

28 gennaio 2014, ore 19.30

Museo Pecci, Milano

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Bazzini

con la collaborazione di Sara De Chiara e Maria Elisa Giorgi

 

Gabriele Di Matteo (Torre del Greco, Napoli, 1957), protagonista dell’esposizione Toute une vie, tous les éléments, tous les documents, in corso presso il Museo Pecci di Milano, fino al 16 febbraio 2014. In occasione della mostra Di Matteo presenta, per la prima volta nella sua interezza, un progetto realizzato nel 2008 e concentrato sulla riproduzione pittorica delle settanta fotografie che illustrano la biografia di Jackson Pollock, insieme alle lettere e ai documenti contenuti nel catalogo della sua celebre restrospettiva al Centre Pompidou nel 1982. Questa serie mostra il tipico processo di “riproduzione differente” che caratterizza da più di vent’anni la produzione dell’artista, che si avvale del lavoro di copisti e che propone immagini tratte dalla storia dell’arte o da repertori fotografici, riprodotte con tecniche varie, modificando di volta in volta il colore, la scala o alcuni elementi. Questa esercizio esprime la riflessione dell’artista sul significato del fare arte nella contemporaneità e sullo statuto dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità. Mettendo in questione il ruolo stesso della pittura, divisa tra esercizio manuale e “cosa mentale”, Di Matteo conduce un’operazione concettuale che indaga la differenza tra originale e copia, fino ad arrivare a mettere in discussione il concetto stesso di autorialità nel contemporaneo.

Gabriele Di Matteo vive e lavora a Milano. Tra le recenti esposizioni personali ricordiamo: le mostre presso il MAMCO, Musée d’Art Modern and Contemporain di Ginevra nel 2004 e 2005; FRAC Languedoc-Rousillon, Montpellier, 2005; Gallery 101, Ottawa, Canada, 2005; Annarumma 404, Milano, 2007; Frac Bretagne et Centre Hospitalier de Cornoualle, Quimper, 2009; Keitelman Gallery, Bruxelles, 2009; Pepe Cobo & Cia, Madrid, 2009; Federico Luger Gallery, Milano, 2011. Tra le recenti mostre collettive, ricordiamo la sua partecipazione alla Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2005; Chauffe Marcel (L’imitation de Marcel Duchamp), Montpellier, 2006; Le Couloir des Miroirs (Art &Cinéma), FRAC Limousin, Limoges, 2008; Là où je suis n’existe pas, Musée d’Art Moderne et Contemporain, Tolosa, 2009; That’s All Folks!, Cultuurcentrum Brugge, 2010; Seconde Main, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Parigi, 2010; Il Bel Paese dell’Arte, GAMEC Bergamo, 2010; The Global Contemporary Art Worlds After 1989, ZKM, Karlsruhe, 2011; Nouvelles Impressions de Raymond Roussel, Palais de Tokyo, Parigi, 2013. Vincitore del premio Premio Saatchi & Saatchi per giovani artisti, Palazzo delle Stelline, Milano, 1989.

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I Martedì Critici – Massimo Bartolini

MASSIMO BARTOLINI

17 dicembre 2013, ore 19.30

Museo Pecci di Milano

a cura di Alberto Dambruoso e Stefano Pezzato

Ospite del quarto incontro dei Martedì Critici al Museo Pecci di Milano è Massimo Bartolini (Cecina, 1962). Le opere di Bartolini, principalmente installazioni, ma anche fotografie, video, performance e disegni, nascono dall’analisi che l’artista conduce nei confronti dello spazio e si sviluppano secondo un pensiero che indaga i rapporti che si creano tra esso e i suoi fruitori. Autore di progetti inscindibili dal luogo che occupano, Bartolini mette in crisi la comune percezione dell’ambiente, attraverso interventi minimi o di natura architettonica che alterano la forma e l’atmosfera del luogo originario, spaesando lo spettatore. Oggetti di uso comune e di arredo domestico sono privati della propria funzionalità, modificati nei loro materiali costitutivi o associati a elementi naturali e impalpabili come luci, profumi, suoni, che ne intensificano la nostra esperienza. Esperienza del corpo, nel suo legame profondo con la natura e con il sentimento dell’abitare. Muovendosi sul limitare tra il movimento e la stasi, l’esterno e l’interno, l’immaginazione e la praticabilità, Bartolini ridisegna il paesaggio, trasponendo lo spazio in una dimensione poetica, intima, mentale.

Il lavoro di Massimo Bartolini è stato presentato in varie mostre personali in istituzioni italiane ed internazionali, tra cui ricordiamo: Desert Dance, a cura di S. Pezzato, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2003; Massimo Bartolini, GAM, a cura di L. Cherubuni, Torino, 2005; Massimo Bartolini, a cura di J. Fernandes, Museu Serralves, Porto, 2007; Dialoghi con la città, a cura di L. Cherubini, MAXXI, Roma, 2008; Organi, Galleria Massimo De Carlo, Milano, 2008; Three quarter tone-pieces, Magazzino d’arte moderna, Roma, 2009; Il cuore in mano, Centre of Contemporary Art “Znaki Czasu”, Turon, Polonia, 2011; Basements, Massimo De Carlo, Milano, 2011; Hum-Massimo Bartolini, a cura di A. Cestelli Guidi, AuditoriumArte, Roma, 2012; Studio Matters+1, The Fruitmarket Gallery, Edimburgo, 2013. Tra le mostre collettive, ricordiamo: dAPERTutto, 48a Biennale di Venezia, a cura di H. Szeemann, 1999; Ecstasy: In and About Altered States, The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, 2005; Fuori tema/Italian Felling, XIV Quadriennale di Roma, 2005; Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, cura di L. Ragaglia, Museion, Bolzano, 2007; Camera con vista, a cura di C. Gianferrari, Palazzo Reale, Milano, 2007; Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carré d’Art, Nimes, 2007; Italics: Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008, a cura di F. Bonami, Palazzo Grassi, Venezia, 2008; 15a Quadriennale d’arte di Roma, 2008; Fare Mondi a cura di D. Birnbaum, 53a Biennale di Venezia, 2009; Alla maniera d’oggi. Base a Firenze, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2010; International Triennale of Contemporary Art, Yokohama, 2011; TRACK, S.M.A.K., Ghent, 2012; Documenta 13, a cura di C. Christov-Bakargiev, Museum Fridericianum, Kassel, 2012; Viceversa, a cura di B. Petromarchi, Padiglione Italia, 53a Biennale di Venezia, 2013.

 

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I martedì critici – Massimo Uberti

MASSIMO UBERTI

10 dicembre 2013, h. 20.00

Museo Pecci, Milano

a cura di Alberto Dambruoso e Stefano Pezzato

con la collaborazione di Sara De Chiara

Ospite del terzo appuntamento de I Martedì Critici al Museo Pecci di Milano è Massimo Uberti (Brescia, 1966). Alla fine degli anni Ottanta Uberti è a Milano, dove partecipa alle attività dello spazio di via Lazzaro Palazzi ed è redattore della rivista “Tiracorrendo”.  Dopo una formazione come pittore, Uberti è passato alla fotografia, fino a trovare la sua peculiare cifra stilistica nell’uso del neon, strumento essenziale per presentare la ricerca dell’artista sullo spazio.  Elementi costitutivi del suo lavoro sono forme semplici, simmetriche, estrapolate dalle architetture reali e sottoposte a un processo di riduzione.  Fonti di ispirazione per molte opere dell’autore sono i disegni di città ideali, realizzati nel corso della storia; città utopiche, raramente portate a compimento, le cui linee, che ne tracciano i contorni e le strade, corrispondono a misteriose geometrie, spesso provenienti dalle carte del cielo. Queste mappe sono state tradotte da Uberti in motivi di tappeti e in installazioni luminose, in cui tubi di neon scandiscono il ritmo della città, conservando il senso enigmatico che ne ha generato il pensiero, come l’installazione site-specific Dreams of a Possible City – Tendente infinito, che illumina il Chiostro della Magnolia della Fondazione Stelline a Milano.

Risultato di una sottrazione di materia, fino a raggiungere l’espressione di essenzialità, di leggerezza, le architetture di neon articolano lo spazio in maniera inedita, mettendo in crisi concetti usuali di esterno e interno, di pieno e di vuoto. Come suggerisce una scritta realizzata per il cortile esterno del Museo Pecci di Milano, i neon di Uberti creano uno “Spazio Altro” .

Tra le principali esposizioni personali di Massimo Uberti, ricordiamo Il trillo del diavolo e Signori si chiude!, Spazio di via Lazzaro Palazzi, Milano, 1990 e 1991; La ricchezza, a cura di S. Risaliti, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, 1994; Maestà dell’invisibile, a cura B. di Della Casa, Veragouth Arte Contemporanea, Lugano, 1996; Città invisibile, a cura  di B. Della Casa, Istituto d’Arte Depero, Rovereto, 1997; Dessin du Dessin.Vetrines du hall, École des Beaux Art, Valenciennes, 1998; Abitare,Care/Of, Cusano Milanino, Milano, 1999; Lucedòro, a cura di P. Magni,Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, Roma, 2001; Gate nowopen, N.O. Gallery, Milano, 2008; NEVER OFF, Galleria Spazioborgogno,Milano, 2011; Annottazioni e mancate risposte, con Emanuele Becheri, a cura di M. Panzera, Galleria aplusbcontemporary Brescia e Linee di costruzione, Gall. Nilufar, Palazzo Durini, Milano, 2012.

Tra le recenti mostre collettive ricordiamo: Arte e Altro, a cura di R. Siligato, L. Pratesi, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1993; Campo, a cura di F. Bonami, Biennale di Venezia, 1995; Generazione Media, Palazzo della Triennale, Milano, 1998; Uberti ha rappresentato l’Italia alla mostra Ev+A 2003, a cura di V. Perez-Ratton, City Gallery of Art, Limerick Irlanda; Filoluce, a cura di R. Ferrario, Museo della Permanente, Milano, 2005; Intangibile Routes in Estrecho Dudoso, a cura di V. Perz-Ratton, T. Diaz, Museò de Diseno y Arte Contèmporaneo, San Josè, Costa Rica, 2006; Altra natura, a cura di S.Pezzato, Spazio Pecci, Milano, 2011; Neon, la materia luminosa dell’arte, a cura di B. Pietromarchi, D. Rosenberg, Macro, Roma, 2012 e la mostra attualmente in corso al Museo Pecci di Milano, Parole, parole, parole..

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