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I Martedí Critici – Pizzi Cannella

PIZZI CANNELLA

6 novembre 2012, ore 19.30

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli

con la collaborazione die Eleonora Aliano e Laura Lionetti

 

Ospite dell’ottavo e ultimo appuntamento stagionale dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Pizzi Cannella (Rocca di Papa, Roma, 1955).

Tra i più affermati pittori italiani degli ultimi trent’anni, comincia la sua carriera di artista in quel clima di fermento culturale degli anni Settanta che coinvolge Roma, città dove tuttora vive e lavora. Legato fin dagli esordi alle attività de La Stanza, galleria romana gestita da un gruppo di artisti tra cui Bruno Ceccobelli, Giuseppe Gallo e Stefano Di Stasio, Pizzi Cannella presenterà qui la sua prima istallazione concettuale nel 1978. Nei primi anni Ottanta, proprio con questi artisti, e insieme ad altri come Marco Tirelli, Gianni Dessì e Nunzio, dà vita alla “Nuova Scuola Romana”, anche detta Scuola di San Lorenzo, dal nome del quartiere dove è situato l’ex pastificio Cerere, roccaforte di questo nuovo gruppo di giovani artisti. Nel rinnovato interesse nei confronti della pittura che caratterizza quegli anni, il gruppo romano apporta il suo originale contributo con opere di ascendenza astratto-informale, che manifestano un chiaro recupero di sensibilità per la materia. Il passaggio alla pittura da parte di Pizzi Cannella è così compiuto e appare con forza in occasione della sua prima personale presso la galleria L’Attico di Fabio Sargentini nel 1984, con una serie di dipinti figurativi. Negli stessi anni, varca con successo i confini nazionali, esponendo nella galleria di Annina Nosei a New York, che si era già messa in luce con le sue celebri mostre dedicate ai nuovi enfants terribles del neoespressionismo. Da qui in avanti si delineano con sempre maggior chiarezza i tratti distintivi delle suoi lavori, che vedono combinarsi soggetti simbolici ricorrenti a sfondi sospesi, marcatamente bidimensionali. Un linguaggio raffinato di segni criptici dal significato quasi esoterico mostra gioielli, ventagli, sedie, tavoli, lampadari, mappe geografiche e cattedrali dai forti rimandi spirituali, in cui l’artista sembra voler sopprimere tutti gli elementi che non risultano essere indispensabili. La pittura è carica di materia e suggerisce allo spettatore un’esperienza percettiva tattile.

Artista noto a livello internazionale, ha esposto nel corso della sua carriera in numerosi musei e spazi pubblici tra i quali ricordiamo: Porte d’oriente, mostra itinerante in sedi museali nell’ex Jugoslavia (1989), Carte 1980 – 2001 presso il museo archeologico di Aosta (2001), Cattedrale al Macro Testaccio di Roma (2006-2007). Tra le principali esposizioni collettive si annoverano: Biennale di Parigi e San Paolo del Brasile (1985), Biennale di Venezia (1988, 1993, 2011), Biennale di Istanbul (1989), Biennale di Pechino, XI e XII Esposizione Nazionale Quadriennale di Roma (1986 e 1996), Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo al MART di Rovereto. Molte sue opere sono infine fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali il Palazzo Reale di Milano, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il Museo Mumok di Vienna, il Macro di Roma e il Museo d’Arte Contemporanea di Pechino.

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I Martedì Critici – Giuseppe Gallo

GIUSEPPE GALLO

30 ottobre 2012, ore 19.30

Chiostro del Bramante, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli

con la collaborazione di Eleonora Aliano e Laura Lionetti

 

Ospite del settimo appuntamento dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Giuseppe Gallo (Rogliano, Cosenza 1954).

Pittore, disegnatore e scultore italiano, Gallo è un artista di levatura internazionale, come dimostrano le sue numerose mostre allestite nei più prestigiosi Musei e spazi istituzionali del mondo, la presenza delle sue opere in importanti collezioni museali, tra cui quelle del MoMA di New York e del Modern Kunst Museum di Vienna e infine la partecipazione con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1990. Gallo è stato anche uno dei primi artisti ad aver dato vita, prendendo studio all’interno dell’ex Pastificio Cerere nel quartiere di San Lorenzo a Roma, a quella ricca stagione sperimentale della fine degli anni Settanta, consegnata alle pagine dei manuali di storia dell’arte con il nome di Scuola di San Lorenzo.

Artista di rara sensibilità, Gallo è autore di un’opera dalle forti connotazioni simbolico-poetiche in cui la combinazione tra i differenti elementi iconici e materici sembra mirare alla realizzazione di un’armonia cosmica. La sua ricerca si potrebbe definire in altre parole come un felice mix in cui pensiero, tempo, alchimia, matematica, cosmogonia, filosofia, saggezza antica, contatto empatico con la natura e amore per i materiali direttamente attinti da essa, si sono dati appuntamento.

Quello di Gallo è un modo di procedere artistico all’insegna della leggerezza poetica che fa sì che la materia si trasmuti e da pesante diventi lieve, aerea come le piccole foglie numerate che talvolta compaiono nei suoi dipinti, appoggiate sulla superficie del supporto della tavola come fossero appena cadute dagli alberi e immediatamente archiviate dall’artista in base alla loro forma attraverso numeri, o essenziale, come il suo ultimo ciclo scultoreo legato all’archetipo del bastone e istallato su una parete del suo nuovo studio: rami e radici contorti, esili fusti trasformati in bastoni di bronzo scandiscono il passare del tempo, scandagliando al contempo la natura umana comportamentale attraverso impercettibili ma efficacissime manipolazioni in chiave simbolica.

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I Martedì Critici – Daniele Puppi

DANIELE PUPPI

Chiostro del Bramante, Roma

23 ottobre 2012, ore 19.30

a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli

con la collaborazione di Eleonora Aliano e Laura Lionetti

 

Ospite del sesto appuntamento stagionale dei Martedì Critici al Chiostro del Bramante è Daniele Puppi, giovane artista nato a Pordenone nel 1970 e già affermatosi ampiamente in campo internazionale, come dimostrano le sue mostre personali presso la Lisson Gallery nel 2004 e la Sprovieri Gallery di Londra nel 2003 e le sue partecipazioni a mostre collettive presso lo SMAK di Gent nel 2003 o la Kunsthalle di Berna nel 1999. In Italia le sue perturbanti e spiazzanti video installazioni sono state montate in prestigiosi spazi pubblici come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Triennale di Milano o l’Hangar Bicocca. Puppi è autore di nevrotiche e originali  videoproiezioni che vengono realizzate ogni volta appositamente per uno specifico spazio. Spesso si tratta di montaggi assai complessi di più proiettori che ritraggono già all’interno dei filmati stessi l’ambiente e l’architettura in cui saranno proiettati. Opera quindi site specific per eccellenza quella di Puppi, ma anche in grado aprire una riflessione sul mezzo del video, sul linguaggio cinematografico, ma soprattutto sulle immagini in movimento. Soggetto di molti suoi video sono infatti gli sforzi compiuti dallo stesso artista e intitolati Fatica, con una numerazione in ordine progressivo.

Lo spettatore è coinvolto nelle opere di Puppi grazie ai rumori delle performance puntualmente registrati, alla ripetizione ipnotica della sequenza mozzafiato di un’azione mandata in loop che sembra sempre tirata al limite del possibile, quasi a verificare un eccesso emotivo, un confine psichico e fisico del soggetto e delle resistenze che gli oppone la realtà esterna.

Se inclassificabile è l’opera di Puppi (video, performance, installazione, proiezione, scultura virtuale, body art), fin troppo chiaro è lo stimolo che giunge a chi vi assiste.

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