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I Martedì Critici – Angela Vettese

ANGELA VETTESE

24 febbraio 2015, ore 18:30

Museo MADRE, Napoli

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Critico d’arte e curatore, Angela Vettese dirige dal 2001 il Corso Magistrale di Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia (Facoltà Design e Arti), dove è docente di Teoria e Critica dell’Arte Contemporanea. Laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, e specializzata in Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica di Milano, tra il 2000 e il 2007 Vettese ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Milano, Venezia e Bergamo e, dal 2010 al 2013, all’Università Bocconi di Milano. Integrata alla ricerca accademica è quella critica e curatoriale, condotta sia come curatore indipendente sia presso alcune delle più prestigiose istituzioni italiane, in qualità di Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2002-2013), Direttrice della Galleria Civica di Modena (2005-2008), Direttrice della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano (2008-2010), co-curatrice del Premio Furla-Querini Stampalia (1993-1996) e della Fondazione Antonio Ratti di Como (1995-2004). Con Carlos Basualdo e Pierluigi Sacco co-fondatrice del Festival dell’Arte Contemproanea a Faenza (2007-2011), e nel 2009 Presidente della Giuria Internazionale della Biennale di Arti visive di Venezia, Vettese è membro del Comitato scientifico di Palazzo Grassi-Punta della Dogana a Venezia e Presidente onorario del Centro di documentazione DOCVA a Milano. Autrice di numerosi volumi, tra cui Capire l’arte contemporanea (Allemandi, Torino, 1996/2006/2013), Artisti si diventa (Carocci, Roma, 1998), Si fa con tutto (Laterza, Roma-Bari, 2010/2012), Arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi (Il Mulino, Bologna 2012), Art as a Thinking Process (con Mara Ambrozic, Sternberg Press, Frankfurt 2013), ha inoltre pubblicato saggi in cataloghi pubblicati, fra gli altri, da Phaidon Press, Philadelphia Museum of Arts, Buchhandlung Walther Koenig. Una delle voci più importanti del giornalismo italiano nell’ambito delle arti contemporanee, dal 1986 è firma di punta del supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”. La sua collaborazione con alcuni dei più affermati artisti italiani e internazionali e la costante attenzione alla ricerca degli artisti emergenti non si è mai disgiunta dalla consapevolezza critica del ruolo sostanziale rivestito dalla ricerca, dalla formazione e dalla mediazione, contribuendo a definire una figura di intellettuale a suo modo unica, nella vastità e articolazione della sua azione, all’interno del panorama artistico italiano contemporaneo.

In collaborazione con l’associazione culturale “I Martedì Critici”, il MADRE di Napoli ho ospitato martedì 24 febbraio, alle ore 18:30 (Sala delle Colonne, primo piano), l’ultimo dei quattro incontri pubblici previsti con alcuni protagonisti del mondo dell’arte contemporanea. Per l’occasione il MADRE aprirà in via straordinaria anche la sera di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 18:00 alle 20:00 (accesso alla sala, primo piano). I quattro appuntamenti seguiranno la consueta formula dei Martedì Critici, che tornano a Napoli dopo le tappe in istituzioni quali il Museo Pecci di Milano, il MACRO e il MAXXI di Roma e il PAN: un’intervista pubblica, corredata da immagini, condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, curatori del progetto, che permettono di ricostruire mostre, pubblicazioni, progetti, in una pluralità di collaborazioni con artisti, curatori, critici, collezionisti e appassionati.

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I Martedì Critici – Antonio Biasiucci

ANTONIO BIASIUCCI

17 febbraio 2015, ore 18:00

Museo MADRE, Napoli

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Nato a Dragoni (Caserta) nel 1961, Antonio Biasiucci si è trasferito a Napoli nel 1980, dove ha cominciato il suo lavoro di fotografo conducendo un’esplorazione delle periferie urbane e portando avanti, contemporaneamente, una riflessione sulla memoria personale del suo paese di origine. Dal 1987 al 1993 Biasiucci collabora con Antonio Neiwiller, attore e regista teatrale, e l’esperienza del teatro di avanguardia si traduce, nella produzione fotografica di Biasiucci, in un forte contrasto tra luci e ombre, nella nuova centralità che assume il gesto, il dettaglio di un corpo che emerge dal buio colpito da una luce che fende un’oscurità densa. Dal teatro deriva anche la concentrazione su uno stesso soggetto fotografico, reiterato quasi ossessivamente, finché il dato di partenza perde il significato originale e si trasforma in altro da sé. L’esperienza con Neiwiller si tradurrà, anni dopo, nell’organizzazione di LAB, un laboratorio/workshop di fotografia tenutosi nel 2014 presso il suo studio e, dopo una prima presentazione al MADRE, conclusosi con la mostra collettiva di tutti i partecipanti Epifanie, presso Castel dell’Ovo. I soggetti delle fotografie di Biasiucci sono essenziali e senza tempo – corpi, volti, magma, pani, madri, ex voto – individuati seguendo un’intuizione che scopre segrete consonanze tra il paesaggio esterno e la sfera interiore. Dagli anni Ottanta comincia la collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, partecipando alle missioni dei vulcanologi, che conducono l’artista a una ricerca fotografica incentrata sugli effetti materici dei vulcani attivi. Queste fotografie formano la serie Magma (1998) che sarà esposta a Parigi, a New York, a Napoli e a Roma. Nella serie Volti (2009), presentata presso il museo MADRE a Napoli, i soggetti sono tratti dai calchi delle teste di uomini e donne africani, conservati presso il Museo di Antropologia dell’Università Federico II. La serie è esposta nel 2011 anche al Museo di Capodimonte, insieme alla serie dei Pani (2009-2011). Biasiucci ha ricevuto molti premi internazionali, tra cui lo European Kodak Panorama, conferitogli nel 1992 ad Arles. Il volume Res: Lo stato delle cose, dedicato al conflitto del Kosovo, è stato premiato con il Kraszna-Krausz Photography Book Awards a Londra nel 2005, anno in cui gli è stato conferito anche il Premio Bastianelli a Roma. Le opere di Biasiucci fanno parte delle collezioni di numerosi musei, in Italia e all’estero, tra cui il MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, la Metropolitana di Napoli e la Fondazione Banco di Napoli; l’Istituto nazionale per la grafica e il MAXXI di Roma; la Galleria Civica di Modena; la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea di Torino; la Peggy Guggenheim Collection di Venezia; il Mart di Rovereto, il Centre de la Photographie di Ginevra e la Maison Européenne de la Photographie, Parigi, che nel 2013 gli dedica un’ampia doppia personale, con Mimmo Paladino.

In collaborazione con l’associazione culturale “I Martedì Critici”, il MADRE di Napoli ha ospitato martedì 17 febbraio, alle ore 18:00 (Sala delle Colonne, primo piano), il terzo dei quattro incontri pubblici previsti con alcuni protagonisti del mondo dell’arte contemporanea. Per l’occasione il MADRE aprirà in via straordinaria anche la sera di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 17:30 alle 19:30 (primo piano). I quattro appuntamenti seguiranno la consueta formula dei Martedì Critici, che tornano a Napoli dopo le tappe in istituzioni quali il Museo Pecci di Milano, il MACRO e il MAXXI di Roma e il PAN: un’intervista pubblica, corredata da immagini, condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, curatori del progetto, che permettono di ricostruire mostre, pubblicazioni, progetti, in una pluralità di collaborazioni con artisti, curatori, critici, collezionisti e appassionati.

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I Martedì Critici – Massimo Minini

MASSIMO MININI

10 febbraio 2015, ore 18:00

Museo MADRE, Napoli

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Accompagnando la grande mostra che si è svolta presso la Triennale di Milano, in cui sono state esposte le opere di ottanta artisti italiani e internazionali, nel 2013 è stato pubblicato Massimo Minini – Quarant’anni. 1973-2013, un volume che ripercorre attraverso immagini, ritratti, lettere, cartoline, inviti, annotazioni e documenti i quarant’anni di attività della galleria Massimo Minini. La galleria aprì nel 1973 a Brescia, in collaborazione fra Minini e Enrico Pedrotti, col nome Banco. Dopo gli studi in Legge a Milano, Minini cominciò a frequentare il mondo dell’arte appassionandosi al contemporaneo e, dal 1970 al 1973, collaborò con la rivista “Flash Art”, per poi fondare la sua galleria, oggi tra le principali gallerie italiane, il cuoi programma offre un vero e proprio spaccato della storia dell’arte degli ultimi decenni, a partire dalle ricerche dell’arte concettuale, dell’arte povera e minimal art (Carla Accardi, Robert Barry, Alighiero Boetti, Daniel Buren, Giuseppe Chiari, Luciano Fabro, Hans-Peter Feldmann, Alberto Garutti, Dan Graham, Anish Kapoor, Bertand Lavier, Sol LeWitt, Giulio Paolini, Ian Wilson, fra gli altri), per arrivare oggi agli artisti delle nuove generazioni, fra cui Vanessa Beecroft, Paolo Chiasera, Maurizio Donzelli, Haris Epaminonda, David Maljkovic, Ryan Mendoza, Tino Sehgal e Paul Thorel. La programmazione di Massimo Minini è inoltre particolarmente attenta alla ricerca fotografica di grandi autori italiani, da Gabriele Basilico a Elisabetta Catalano, da Paolo Gioli a Mimmo Jodice, fra gli altri (la sua collezione comprende centinaia di scatti che hanno per soggetto i ritratti di artisti). Minini ha pubblicato anche diversi libri, tra cui Mai scritti. Racconti, favole, lettere, qualche sogno (2009), brevissimi ma intensi scritti che narrano gli incontri con i protagonisti dell’arte avvenuti durante la sua lunga attività: questi mini-racconti, nati in occasione di una fiera per sostituire i cartellini con le didascalie che accompagnano le opere esposte, offrono una personale, intima versione della personalità degli artisti, e raccontano di una vita spesa per l’arte.

In collaborazione con l’associazione culturale “I Martedì Critici”, il MADRE di Napoli ha ospitato martedì 10 febbraio, alle ore 18:00 (Sala delle Colonne, primo piano), il secondo dei quattro incontri pubblici previsti con alcuni protagonisti del mondo dell’arte contemporanea. Per l’occasione il MADRE aprirà in via straordinaria anche la sera di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 17:30 alle 19:30 (primo piano). I quattro appuntamenti seguiranno la consueta formula dei Martedì Critici, che tornano a Napoli dopo le tappe in istituzioni quali il Museo Pecci di Milano, il MACRO e il MAXXI di Roma e il PAN: un’intervista pubblica, corredata da immagini, condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, curatori del progetto, che permettono di ricostruire mostre, pubblicazioni, progetti, in una pluralità di collaborazioni con artisti, curatori, critici, collezionisti e appassionati.

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I Martedì Critici – Alfonso Artiaco

ALFONSO ARTIACO

3 febbraio 2015, ore 18:00-19:30

Museo MADRE, Napoli

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Nel 1986, all’età di ventidue anni, Alfonso Artiaco ha aperto la sua prima galleria in corso Terracciano a Pozzuoli. Lo spazio inaugurava con un’esposizione dal titolo Possibilità di collezione, in cui vennero esposte opere appartenenti alla collezione del giovane gallerista. Fin dall’esordio, Artiaco si propone di offrire un programma rigoroso di mostre, da Giovanni Anselmo a Jannis Kounellis, da Giuseppe Penone a Luigi Mainolfi, da Sol LeWitt a Carl Andre. L’esperienza di Pozzuoli rappresenta un unicum nel panorama del contemporaneo in Italia in quegli anni, una galleria che in un piccolo centro si propone di portare avanti in maniera continuativa un ambizioso programma internazionale. Nel 2003 Artiaco trasferisce la sua galleria a Napoli, nello spazio in piazza dei Martiri che aveva ospitato la Galleria Lucio Amelio. Lo spazio è stato inaugurato con la mostra Fragments Napoli 2003 di Gerhard Merz. Uno dei principali animatori della vita culturale cittadina, a Napoli, Artiaco promuove progetti che rafforzino le relazioni tra galleria, artisti e istituzioni: nel 1998, grazie al rapporto di collaborazione avviato con la Soprintendenza, si inaugura la mostra di Gilbert & George New Testamental Pictures presso il Museo di Capodimonte, e sempre nella stessa sede, nel 2010, è la volta di Albert Oehlen. Nel novembre 2012 Artiaco trasferisce la galleria nel palazzo nobiliare De Sangro di Vietri, nel cuore della città, che inaugura con un omaggio a Sol LeWitt, esponendo per la prima volta in Italia le sue Pyramids (1986), e con una personale di Liam Gillick.

Accanto alla proposta di artisti consolidati italiani e internazionali, con una focalizzazione sul concettuale, l’arte povera e minimal, Artiaco ha sostenuto nei suoi quasi trent’anni di attività la promozione di giovani artisti nazionali e stranieri, seguendoli lungo tutto il percorso di maturazione artistica.

In collaborazione con l’associazione culturale “I Martedì Critici”, il MADRE di Napoli ha ospitato martedì 3 febbraio, alle ore 18:00 (sala delle Colonne, primo piano), il primo dei quattro incontri pubblici previsti con alcuni protagonisti del mondo dell’arte contemporanea. Per l’occasione il MADRE aprirà in via straordinaria anche la sera di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 17:30 alle 19:30. I quattro appuntamenti seguiranno la consueta formula dei Martedì Critici, che tornano a Napoli dopo le tappe in istituzioni quali il Museo Pecci di Milano, il MACRO e il MAXXI di Roma e il PAN: un’intervista pubblica, corredata da immagini, condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, curatori del progetto, che permettono di ricostruire mostre, pubblicazioni, progetti, in una pluralità di collaborazioni con artisti, curatori, critici, collezionisti e appassionati.

 

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I Martedì Critici – Lia Rumma

LIA RUMMA

14 ottobre 2014, ore 18:00

Museo MAXXI, Roma

a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Ospite del quarto appuntamento del nuovo ciclo romano è Lia Rumma, gallerista italiana, nata a Voghera, e celebre in tutto il mondo. Lia Rumma ha cominciato ad appassionarsi all’arte contemporanea negli anni Sessanta guidata dal marito Marcello. Allora giovanissimi collezionisti, Lia e Marcello Rumma organizzano a Salerno mostre di artisti emergenti e sono stati promotori della storica rassegna Arte Povera + Azioni Povere del 1968 negli antichi Arsenali di Amalfi. A un anno dalla morte del marito Marcello, nel 1971, Lia Rumma decide di aprire una galleria a Napoli, che ha inaugurato con una mostra di Joseph Kosuth, conosciuto poco prima durante un viaggio a Parigi. Fin da subito il suo programma espositivo si concentra sui movimenti sperimentali, come Arte Povera, Minimal Art, Land Art, Conceptual Art, portando a Napoli e in Italia i più interessanti filoni di ricerca che si sviluppavano in quegli anni a livello internazionale. Tra gli anni Settanta e Novanta, Rumma organizza mostre di artisti tra cui Burri, Judd, Longo, De Dominicis, Pistoletto, Bonalumi, Mondino, sempre guidata da intuito e da una grande passione. Secondo le parole della gallerista: “Vendere un’opera d’arte è offrire agli altri un’idea. Ma un’idea bisogna elaborarla, coltivarla, farla propria. Ho sempre guardato prima all’artista e poi al mercato. Per me gli artisti sono come dei compagni di viaggio verso la conoscenza”. Rumma ha sempre instaurato con gli artisti un rapporto privilegiato, il cui simbolo è la sua casa-galleria a Napoli, in cui è celebrato il connubio di arte e vita, e che ha visto negli anni il susseguirsi di una serie di artisti tra cui Anselmo, Gilbert & George e Matarrese. Nel 1999 Rumma decide di aprire un nuovo spazio a Milano in via Solferino, inaugurato con la personale di Enrico Castellani. Tra gli artisti compaiono Beecroft, Kentridge, Neshat, Abramovic, Jaar, Steinbach. Numerose opere presentate nelle sue mostre sono entrate a fare parte di collezioni museali: un grande aereo di piombo di Kiefer (artista che lanciò in Italia nel ’92) si può vedere al San Francisco Museum e nel 2004 la stessa Rumma ha curato l’installazione permanente de I Sette Palazzi Celesti, dello stesso autore, presso l’Hangar Bicocca di Milano. Con una mostra di Spalletti, Rumma ha inaugurato nel 2010 il nuovo spazio in via Stilicone a Milano, in un’ex fabbrica nei pressi della Fabbrica del Vapore; uno spazio grande e imponente, un vero e proprio palazzo-museo, che funge da luogo per ammirare l’arte, ma anche capace di accogliere, ospitare, e far dialogare.

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